capitolo 49

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Usciamo di casa e ci dividiamo diversi compiti. Le amazzoni saranno le prime ad entrare nella città d'Olimpo invece noi altri entreremo un po' dopo.

"Come già stabilito noi andremo per prime e voi ci seguirete nascosti dietro alle varie rovine invece Kate e qualcun altro di voi andranno ad avvisare la preside della scuola che avviserà poi i vari ex cittadini della città. Avete capito?" chiede Diana squadrandoci tutti. Annuiamo e iniziamo ad entrare nelle varie macchine.

"Perfetto noi andiamo, vi aspetteremo all'ingresso" dice prima di scomparire con le altre.

"Shawn potresti andare tu con mia sorella? Appena avrete fatto venite da noi" sussurra mio fratello.

"Tranquillo ci penso io. State attenti" 

"Bene ragazzi noi andiamo" urla Jason per farsi sentire da tutti e anche per dare la carica che in questo momento nessuno ha.

Li vedo salire nelle diverse macchine e partire a grande velocità. In questo momento non so più cosa fare, una parte di me vorrebbe scappare per sempre e nascondersi per non farsi trovare da nessuno. Invece l'altra è sempre più convinta ad andare a sconfiggere la persona, anzi Dio, che ci ha distrutto le vite. 

"Ehi, che hai?" sussurra dolcemente Shawn venendomi incontro. Distolgo lo sguardo dal punto che stavo fissando da un po' e lo incastro nei suoi occhi. Ho sempre amato i suoi occhi, riuscivano a trasmettere tanto ma allo stesso tempo poco. Li ho sempre nominati occhi azzurri come il ghiaccio perché la prima volta che li ho visti erano freddi tanto da farmi venire i brividi ma con il passare del tempo si sono sciolti rivelando tante emozioni che mai avrei pensato di vedere.

"Niente, sono solo...spaventa? Credo" rispondo incerta alla domanda. Non so nemmeno io come mi sento, l'emozioni sono scomparse  e il mio cervello non ragiona più come prima. Distolgo lo sguardo da lui, non voglio che capisca che c'è effettivamente qualcosa sotto. Prende il mio viso con le sue mani e lo gira dolcemente fino a far scontrare di nuovo i nostri occhi.

"Non provare a distogliere lo sguardo. Cosa ti preoccupa?" sussurra ancora una volta.

"Niente, è solo l'ansia del momento, almeno spero" lo vedo annuire poco convinto dalla mia risposta ma non accenna a fare altre domande e per questo ne sono grata.

Un'ora fa ero la solita Kate che rideva, scherzava, testarda e molto altro e ora sembro un'altra persona. 

Appoggia le sue labbra sulle mie lasciandomi un bacio dolce. Appena si stacca mi prende per mano e mi fa entrare in macchina. Si siede pure lui e iniziamo ad andare verso la scuola.

Vedo le persone felici passeggiare insieme alle loro famiglie e amici. E poi ci siamo noi un gruppo di ragazzi dai 19 ai 16 che devono pensare al bene per l'umanità e difendersi per non essere uccisi.

"Quanto mi mancherà fare cazzate in questa scuola" sospira. Non mi ero accorta che eravamo già arrivati.

Almeno quando andrai al secondo anno potrai ritornare qua, no?"

"Sì, insegneremo ai primi che scuola era prima che noi ce ne andassimo" dice con un tono scherzoso.

"Secondo me sarà bellissimo senza voi cinque rincoglioniti" mi metto a ridere per la sua faccia offesa ma alla fine viene contagiato dalle mie risate. Appena riusciamo a smettere prendiamo un sospiro e scendiamo dall'auto. Iniziamo ad incamminarci ma ricordi dell'ultimo scontro avvenuto riaffiorano nella mia testa. Come farò io e gli altri, che hanno partecipato allo scontro a non ripensare a quel maledetto giorno?

Entriamo e non c'è assolutamente anima viva tranne qualche voce provenire dalla presidenza. Mi giro verso Shawn e lo vedo fare la stessa cosa. Ci guardiamo negli occhi, come per cercare la conferma e annuiamo.  Bussa una volta e sentiamo un "avanti" provenire dall'interno. Entriamo e vediamo la preside cn alcuni insegnanti seduti che si girano appena sentono la porta aprirsi.

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