capitolo 7

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"Comunque gli Dei riuscirono a intrappolarlo e a metterlo in uno stato di trance. Però esiste una profezia che racconta che la prima figlia di un Dio, che in questo momento non ricordo, riuscirà a fermare Dioniso e salverà l'intero Olimpo e la Terra anche con l'aiuto degli altri figli degli Dei. Con questo è tutto ragazzi se avete qualche domanda fatela pure" finisce di raccontare aspettando che qualcuno faccia qualche domanda.

Una ragazza alza la mano ma la campanella suona in quello stesso istante.

"Arrivederci ragazzi ci vediamo domani" ci saluta l'insegnante.

Io e Grace usciamo dall'aula e ci incamminiamo verso la mensa come ogni giorno.

"Non è stato così noioso dai" dice Grace prendendo da mangiare.

"Si, però mi ha incuriosito la parte dove parlava della profezia. Chi pensi sia la prediletta?" chiedo mentre ci sediamo al tavolo.

"Boh, di sicuro non io"

"Ciao sorellina ,ciao anche a te Grace" ci saluta Jason sedendosi vicino alla ragazza che è di fianco a me.

"Ciao ragazze" si aggiunge anche Shawn mentre si siede di fronte a me.

"Ciao" saluto.

"Allora sorprese dalla storia della guerra?" ci chiede mio fratello.

"Ehm..si diciamo un po' noiosa. Ma voi sapete chi è questa "prediletta"?" chiedo curiosa mentre mi porto una forchettata di pasta in bocca.

"Ehm...no non credete alle cose che dice la prof forse sta delirando è vecchia" ride nervosamente Jason scosso dalla mia domanda.

"Ok, parliamo di altro. Oggi ci alleniamo tutti quattro insieme vi va?" cambia argomento Shawn.

"Si bella idea. Andiamo nella palestra della scuola" dice Jason.

"Kate, Grace come state?" vedo Ashley con accanto Amber che si avvicinano a noi.

"Ashley, Amber ciao. Tutto bene e voi? Dai sedetevi" le invito e si siedono.

Nel mentre si aggiungono pure Tasha, Charlie, Sam e James che arrivano poco dopo.

"Ma che schifo è. Ma io non so, una cosa decente in questa mensa c'è? Cucina meglio il mio cane" piagnucola Grace mentre prova a tagliare un pezzetto di carne, ma non di riesce e si piega il coltello.

Tutti scoppiamo a ridere.

"Ma che bel gruppo e non mi avete invitata" sentiamo dire da Barbie ossigenata chiamata anche Rose.

"Oh dei, mi dispiace prendi una sedia e vola nello spazio" rispondo a sottovoce ma tutti nel gruppo mi sentirono tranne Rose.

Non si accorgono però che tutti ci stanno fissando male per le loro risate.

"Che avete da ridere? Vabbè comunque qualcuno di così dolce si potrebbe alzare e lasciare il posto a me?" chiede con una voce da gallinella starnazzante mentre si attorciglia tra le dita una ciocca di capelli.

"Prenditi una sedia e vattene da qui"

"Oh piccola Kate non hai capito chi sono io" assottiglia guardandomi dall'alto verso il basso.

"Una tizia che non vuole prendersi una sedia perché le si potrebbero rovinare le unghie non si sa mai eh" rispondo seccata. Gli altri ridono senza farsi notare.

"Cara io non farei tanto la grande se fossi in te. Comunque sono andata a Miami l'altro giorno" cambia argomento all'improvviso.

"E allora a chi interessa" dico mentre bevo dalla bottiglietta che ho preso prima.

"A nessuno ma forse a te sì. Sono andata in un parco e ho visto vicino ad egli una foto che ritraeva una bambina e tanti fiori attorno e tante dediche per lei. Povera bimba uccisa a quella giovane età" si mette una mano al cuore fingendo di stare male.

"E allora non ci interessa puoi anche sparire adesso" dice Sam scocciato dalla vista di questa gallina.

"Kate, non ti ricordi della tua amichetta Lucy" mi guarda sorridendo sapendo del mio punto debole.

A quelle parole mi paralizzo. Non è possibile che sentire quel nome mi fa ancora lo stesso effetto. Non lo sentivo da tanto.

"Hai detto L-lucy?" chiedo con una voce tremolante.

"Si la tua cara amichetta morta si proprio lei. Di sicuro sarà felice così non ti dovrà più sopportare" come può dire una cosa del genere.

Dopo ciò che ha detto mi alzo e sbatto le mani sul tavolo attirando la maggior parte dei ragazzi in mensa.

"Che cosa cazzo hai appena detto? Stai davvero godendo per la morte di una bambina di neanche otto anni che non ha fatto nulla di male?" dico infuriata.

"Kate calmati non ascoltarla"  mi rassicura Grace provando a farmi rilassare.

"Si dagli ascolto, amica"

"Non azzardarti a chiamarmi così e la prossima volta non la passerai liscia" dico sul punto di scoppiare.

Detto questo prendo lo zaino ed esco da tutti quegli occhi indiscreti.

Arrivo vicino ad una porta che porta di sicuro al tetto della scuola. Salgo le scale e come immaginavo mi ritrovo sopra.

C'è una bellissima vista, si vede gran parte di New York e non fa così tanto freddo.

Sento qualcuno aprire la porta ma non mi giro non voglio vedere nessuno per ora.

" Dopo quel che è successo Rose se n'è andata soddisfatta" sento dire da Shawn mentre si appoggia con i gomiti sul davanzale.

"Mi dispiace che abbiate visto, questa parte di me" mi giro a guardarlo.

Lui si gira e mi fissa negli occhi attentamente. I miei occhi scuri che si incastrarono nei suoi più chiari.

"Non ti devi preoccupare, se vuoi parlarne io sono qui e anche gli altri" mi rassicura. Distolgo lo sguardo da lui riportandolo alla vista di New York. 

"Quando avevo otto anni, conoscevo questa bambina con cui avevo subito fatto amicizia. La consideravo una migliore amica, anzi come una sorella che non ho mai avuto. Siamo nate lo stesso giorno nello stesso ospedale ed eravamo vicine con le culle. I nostri genitori si conoscevano già, erano molto amici" mi fermo per prendere coraggio per raccontare di quel giorno che mi ha rovinato l'infanzia.

"Io e lei andavamo sempre in questo parchetto, anche da sole molte volte, dove giocavamo e poi ritornavamo a casa. Era un giorno di luglio ed erano circa le quattro del pomeriggio quando io e lei eravamo sedute su un masso. Parlammo di tante cose cartoni, insegnanti, amici, e molte altre cose. Quando sentì uno sparo e Lucy cadere all'indietro con il sangue sparso dappertutto. Io urlai piansi per un bel po' di tempo quando decisi di correre verso casa mia e avvisare i miei e i suoi genitori. Iniziammo a correre e notammo che già qualcuno aveva chiamato l'ambulanza. L-lucy era morta in quel parchetto e mentre veniva coperta da un piccolo telo bianco sua madre urlò chiedendo di vedere sua figlia, ma ormai era tutto andato perso. Da quel giorno cambiai e ritornai la stessa solo l'estate scorsa. Non parlavo con nessuno, non mangiavo, andavo molto spesso da degli psicologi, non andavo ai compleanni, mi comportavo male con tutti, rispondevo ai miei e non feci più amicizia con nessuno. È per quello che ogni volta che venivi a casa mia per stare con Jason tu non mi abbia mai visto"

 Tiro un sospiro di sollievo. Non ho mai raccontato questa storia a nessuno.

"Mi dispiace tanto veramente" dice fissandomi "Vieni, ti voglio portare in un posto"

Lo ringrazio mentalmente perché non mi chiesto spiegazioni su chi ha sparato.

Lo seguo fino a fuori scuola. Mi porge il casco che infilo e mi invita a salire sulla sua moto.

"Tieniti, ti porto in posto che appena lo vedrai rimarrai sorpresa"

La Figlia di ApolloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora