La Figlia di Apollo

capitolo 16

Non era possibile. Io l'avevo vista morire davanti ai miei occhi.

"Kate... cos'hai sembra che hai appena visto un fantasma" disse Shawn.

"Se quello non è un fantasma allora credo di vedere persone che non esistono" dissi spaventata dalla figura di quella ragazza.

"Intendi quella ragazza bruna, alta e con ...un fisico da urlo wow"

"No non può essere vero"

"Dai scherzavo Kate"

"No non è per quello. Lei è Lucy"

"La tua migliore amica morta? No aspetta ma non è morta?"

"Lo credevo pure io. L'ultima volta che l'ho vista aveva una pallottola nel petto. Impossibile che sia ancora viva" mi alzai per andare da lei ma venni fermata da Shawn.

"E se non ti riconoscesse?"

"Ma è impossibile eravamo come due sorelle, non può essersi dimenticata di me" mi avvicinai fino alla ragazza quando la chiamai per nome" Lucy?!"

"Ma ciao Kate White da tanto che non ci vediamo" sembrava diversa anzi lo era. Era fredda senza emozioni.

"Tu non dovresti essere viva. Sei morta 8 anni fa"

"Oh mia piccola Kate non sono morta. Una persona mi ha salvato la vita. I tuoi genitori, i miei perfino tu non avete provato a salvarmi"

"Ma tu eri già morta quando ti abbiamo portato all'ospedale"

"No non è vero. E adesso levati se non vuoi farti male"

"No,io non mi levo finché non mi dici cosa ci fai qui viva e vegeta"

Lucy si innervosì dalla risposta e mi scagliò uno dei suoi incantesimi. Erano neri, bui mettevano paura. Caddi all'indietro. Shawn corse verso di me per aiutarmi ma ero già in piedi per scagliare un dei miei incantesimi. Non li avevo mai utilizzati era la prima volta.

Venne circondata da una scia luminosa che la strinse in tutto il corpo.

"Lasciami andare!"ritirai indietro quella scia e la guardai riprendere fiato.

"Dovrai allenarti di più se non vorrai morire"e scomparve in una nube nera.

"Ma..come hai fatto ad utilizzare i tuoi poteri?"

"Non..non lo so. È la prima volta"

"Sarà stata l'adrenalina del momento. Comunque perché ti voleva uccidere?"

"È sotto il controllo di qualcuno, l'ho visto dai suoi occhi erano privi di sensazione e di colore"

"Andiamo a casa prima che qualcun'altro cerchi di ucciderti"
    
                           ***

"Perché non me lo hai detto??"disse Jason sbattendo le mani sul tavolo. "Ti poteva uccidere in quel esatto momento"

"E che ne sapevo io che quel uomo è lo stesso che distruggerà tutto il nostro mondo?"

"No tu adesso rimarrai sotto la guida di tutti. Non uscirai più sola"

"Non sono solo io in pericolo lo siete tutti perciò datti una calmata"

"Tu lo sei di più. E oggi Lucy ha provato ad ucciderti. E se non avessi avuto i tuoi poteri che avresti fatto?"

"Jason calmati. Non so cosa avrei fatto ma qualcosa mi sarebbe passato in mente. Adesso posso andare in camera?"

"Si...ma non dire a mamma e papà di tutta sta storia"

"Ok" salì le scale e me ne andai nella mia stanza.

Cosa sarebbe successo? Ci sarebbe stata una guerra? Ma io non ero pronta avevo solo 15 fottuti anni.

Mi sdraiai sul letto e mi addormentai.

Erano le 6 del pomeriggio quando mi svegliai e il mio telefono cominciò a squillare.

Era Jason.

Risposi subito.

"Che c'è Jason?"
"Tra venti minuti vieni a casa di Aiden"
"Perché? "
"Lo scoprirai" e chiuse la chiamata.

Scesi dal letto e mi vestì immediatamente. Scesi le scale, infilai le scarpe, presi le chiavi di casa e uscì.

Suonai alla casa di Aiden e mi venne ad aprire Grace.

"Entra ti stiamo aspettando" entrai in salotto e vidi tutti.

"Che sta succedendo?"

"Siccome la minaccia è tornata noi dobbiamo prepararci" disse Sam.

"Aspetta che?"

"I nostri genitori quando hanno affrontato Dioniso per la prima volta hanno avuto degli oggetti che noi dobbiamo trovare" disse Charlie.

"Ok...e dove sono?"

"Questo è il punto dovremmo cercare nella città d'Olimpo ma lì gira Dioniso perciò dobbiamo trovare un piano" disse James.

"Ma che oggetti stiamo cercando?"

"Gli oggetti sono sette: l'arco di Atena, il pugnale di Ade, il tridente di Poseidone, lo scettro di Zeus, la collana dei poteri di Afrodite, la lancia di Ares e la spada di Apollo" disse Shawn.

"Sono gli oggetti più forti dell'universo. Siccome alcuni di noi hanno dei fratelli e delle sorelle gli oggetti si saranno sdoppiati oppure divisi tranne la spada di Apollo" disse Ashley.

"Manca l'oggetto di  mamma ovvero una pietra che combinata con la spada diventano l'arma per uccidere Dioniso" disse Jason.

"La prima parte di guerra tu la combatterai con la pietra stellare di tua madre ma quando saremo in difficoltà oppure Dioniso rimarrà ferito, tu e Jason dovrete unire la spada e la pietra e a quel punto tu darai il colpo di grazia a Dioniso" disse  Amber.

"NO COSA?!Io dovrei ammazzare Dioniso?"

"Sì, se lo fa uno di noi lui non riuscirà a morire e la profezia ha scelto te" disse Charlie.

"Dovremmo andarci solo durante la luna piena che avverrà tra tre settimane"disse Aiden.

"Perciò non parlarne con nessuno. Sarà un segreto di tutti noi"disse Tasha sorridendomi.

"Non ci sto più capendo niente. Allora dobbiamo cercare questi oggetti per fermare Dioniso e il suo esercito e ok. Ma sti oggetti sono scomparsi e nessuno sa dove sono" dissi elaborando nella mia testa quello che i miei amici mi avevano detto.

"E alla fine con l'aiuto di tutti io dovrei ucciderlo, giusto?"

"Sì" risposero tutti in coro.

"Ok...io vado a prendere una boccata d'aria" e uscì fuori dalla casa.

Due anni fa non mi sarei mai aspettata che sarebbe successo questo. Una guerra, persone morte che resuscitano, Dèi vivi, e molte altre cose strambe. Mi sedetti negli scalini vicino alla porta.

"Scusa se ti disturbo. So come ti senti hai solo 15 anni e devi pensare a come salvare il mondo" . Scesero delle lacrime dal mio viso. Di tristezza? No, non sapevo più che emozioni dovevo provare. Mi abbracciò e io scoppiai a piangere.

"Perché succede tutto adesso? Come fa Lucy ad essere viva? Come farò io a non perdere la testa dopo tutto quello che mi avete raccontato?"

"Kate, guardami. Tu devi essere forte, sei la nostra unica speranza e se tu cadi cadiamo tutti insieme. Non ti preoccupare per adesso risolveremo tutto te lo prometto"disse spostandomi una ciocca di capelli dietro ad un orecchio.