And we'll burn so bright 'til the darkness softly clears.

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Grazie mille a tutti voi per i voti e per i commenti! Continuate a lasciare una stellina per far salire questa storia in classifica, vi voglio bene❤️

🥕LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, HO ALCUNE DOMANDE PER VOI🥕
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Canzone per il capitolo: Afterglow, by Ed Sheeran (sono in fissa con questa canzone😍) Vi lascio la traduzione!

"James Matthew Blythe, vieni qui immediatamente!" urlò Anna dopo che il bambino, per quella che doveva essere la centesima volta, era scappato a nascondersi in un'altra stanza.

Erano esattamente le sette del mattino e quello sarebbe stato il primo giorno di scuola del piccolo Blythe. Era emozionato, si, ma non sopportava l'idea che che sua madre dovesse decidere cosa fargli indossare. Non si sapeva ancora vestire da solo ma amava scegliere personalmente, quel giorno invece Anna stava insistendo decisamente troppo per convincerlo a indossare un vecchio completo che ai suoi occhi risultava orrendo.

"Solo se non mi farai indossare quell'orrore! Sarò costretto a farmi prendere in giro per i miei capelli, non voglio che lo facciano anche per come sono vestito!"

"I tuoi capelli non hanno niente che non va e questo completo è adorabile, è simile a quello che papà aveva quando l'ho conosciuto a scuola, sai?"

"Beh, io voglio indossare una camicia, non quel maglione orribile." disse e Anna, più arrabbiata che mai, iniziò a rincorrerlo fino alla camera da letto, in cui Jem si chiuse a chiave nell'armadio

"Jem!Jem, apri immediatamente questa porta! Sei già in ritardo e papà deve andare a lavoro!"

"No!"

"Se non esci entro cinque secondi giuro che chiamo Gilbert, Jem."

A casa Blythe ogni parola aveva un peso e nessuna, ma proprio nessuna, era usata per casa. Persino i nomi avevano un significato preciso. E in quel momento Anna non avrebbe chiamato 'papà' per farlo uscire...avrebbe chiamato Gilbert. E 'Gilbert' per lui non era 'papà', ma semplicemente 'il marito di mamma'...ed era decisamente più severo.

E proprio in quel preciso istante, ecco che Gilbert uscì dal bagno asciugandosi i capelli con una tovaglia, accigliandosi nel momento in cui vide sua moglie esasperata gridare contro il suo armadio

"Tesoro, devo preoccuparmi...? Sapevo parlassi agli oggetti, ma cosa ti ha fatto il mio armadio di così crudele?"

"Nono uscita pazza, Jem è lì dentro e si rifiuta di uscire! Per favore Gil, sai che odio chiederlo, ma ho bisogno della tua parte cattiva."

"Non credo di averne una, ma posso comunque provare. Jem! Sono papà, apri subito la porta e fa ciò che dice tua madre." disse calmo e Anna scosse la testa

"Wow, papi, così si che lo hai terrorizzato..."

"Jem! Devo vestirmi, aprì l'armadio e preparati prima che mi arrabbi sul serio." disse con tono più fermo e il bambino dall'interno abbassò lo sguardo, quasi convinto.

Ma quando Gilbert si voltò verso il muro e vide che erano già le sette e mezza, ecco che sentì la rabbia ribollirgli nelle vene "Esci immediatamente fuori o giuro che butto giù la porta, James, sono stato chiaro?" urlò

Lo aveva chiamato James. Adesso si che era nei guai.

Senza pensarci due volte aprì l'armadio, ritrovandosi davanti a due genitori abbastanza irrequieti. "Si può sapere qual'è il problema stamattina? Io devo andare a lavorare, mi sono offerto di accompagnarlo a scuola per non scomodarti, ma almeno vorrei vedere un minimo di collaborazione, Anna!"

Chiamatemi Anna [SETTIMA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora