Ciao a tutti ragazzi, come state? Eccoci qui all'ultimo capitolo della prima parte di questa storia, dove si chiuderà finalmente una prima sezione. Per tutto quello che riguarda la seconda, trovate ogni dettaglio nello spazio autrice, dunque leggetelo!
Scusate il ritardo, ma la maturità è sempre più vicina. Tra elaborato e lezioni sono in lista per il manicomio.
✨Come al solito, lasciate una stellina e commentate! E se non l'avete ancora fatto, votate il capitolo precedente, che ha ricevuto davvero poche stelle rispetto agli altri. Ve se ama.✨
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Canzone per il capitolo: Too Good at Goodbyes, by Sam Smith
"Aaron Keith. Sono suo padre."
Tra i due calò il silenzio più totale...Davy non riusciva a smettere di osservarlo nei minimi dettagli, maledicendosi ogni volta che quel viso gli risultava stranamente familiare. Non era scientificamente possibile...suo padre, loro padre, era morto in un incendio poco dopo averli abbandonati. E quello davanti a lui non poteva in alcun modo essere lo stesso uomo che molti anni prima non si era nemmeno degnato di accompagnarli a Green Gables. Era semplicemente sparito nel nulla, lasciando ai due gemelli solo un ricordo sbiadito della sua crudeltà.
A quel pensiero così doloroso il ragazzo tornò in sè, e senza pensarci due volte sbattè la porta di casa in faccia a quello sconosciuto, non curandosi di cosa avrebbe mai potuto pensare. "Bello scherzo, ma di pessimo gusto." sussurrò a denti stretti tornando sul divano.
Stava cercando con tutto sè stesso di rimuovere la sua immagine dalla testa e di ignorare totalmente il suo continuo bussare, ma c'era qualcosa che glielo impediva, tanto che restò a fissare la porta con il respiro sospeso nella speranza se ne andasse il prima possibile.
Era uno di quei momento in cui la vita sembra assurda...in cui ci sembra di trovarci in un'altra dimensione, impossibile, inesistente, insensata. Un universo a parte in cui anche i fantasmi del passato hanno potere su di noi, in cui non riusciamo più a distinguere la realtà dalle nostre paure più profonde...
"Per favore." disse l'uomo "Ho bisogno di parlare con Marilla Cuthbert. É una mia cugina, a cui anni fa affidai i miei figli! Che ne è stato di quella famiglia?" chiese a gran voce...e in quel preciso istante, Davy provò dentro di sè una rabbia talmente intensa che si alzò di scatto e spalancò la porta ancora una volta, con la mascella serrata e gli occhi impregnati di disprezzo.
"Famiglia? Quale famiglia? Quei due bambini sono stati scaricati qui come semplici pacchi postali, senza una fotografia, una lettera o qualcosa che li legasse a chi li aveva messi al mondo. Si sono fatti strada da soli, lottando ogni giorno contro la consapevolezza di non essere mai stati desiderati sul serio, facendo i conti con la realtà senza nessun padre che desse loro consigli o che li rimproverasse quando sbagliavano! I Cuthbert se ne sono presi cura, si, ma non sarebbe mai stata la stessa cosa. Detto questo, non ho idea di chi l'abbia mandata qui, ma non è di certo il benvenuto. Aaron Keith è morto. Se è uno dei soliti scherzi idioti di-"
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Chiamatemi Anna [SETTIMA STAGIONE]
Fanfiction[COMPLETA] In seguito alla nascita del piccolo Jem, la famiglia Blythe decide di trasferirsi nella bellissima Ingleside insieme alla loro balia, Susan. Gli anni passano, e presto Anna e Gilbert si ritrovano circondati dai loro bellissimi bambini: Je...