But for once...just for once: give up.

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Eccomi tornata! Scusate sempre per il ritardo. Auguro un in bocca al lupo a tutti coloro che in questi giorni hanno fatto, stanno facendo o faranno esami! Io sto studiando come una disperata e alterno risate isteriche e crisi di pianto AHAHAHAH

Come al solito, lasciate una stellina e commentate!💘

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Canzone per il capitolo: Dreams, by Fleetwood Mac.

Avete presente quella meravigliosa sensazione che si prova nell'aiutare chi si ama? Quel senso di orgoglio, di fierezza, di felicità che sentiamo dentro di noi dopo aver capito che dare, molte volte, risulta essere ancora più bello di ricevere? Ci sono così tanti momenti, nelle nostre vite, in cui ci comportiamo da perfetti egoisti, sempre pronti a chiedere qualcosa in cambio per ogni singola buona azione che ci viene proposta di compiere...che spreco pensare solo a sè stessi. Ho sempre pensato che egoismo e solitudine siano la stessa parola, perché come si può ridurre l'amore a un compromesso? A un semplice baratto senza valore?

E mentre i piedi di Kenneth continuavano a battere sull'asfalto, proprio questi erano i pensieri che vagavano per la sua caotica mente. Aveva le mani in tasca, lo sguardo rivolto in avanti e un sorriso spontaneo che ormai da ore non intendeva scomparire, non lasciando posto a quella solita freddezza che lo contraddistingueva dal resto del mondo.

Era soddisfatto, doveva ammetterlo. Orgoglioso. Per la prima volta in vita sua aveva fatto una buona azione che non fosse per sè stesso o solo per avere qualcosa in cambio...non tutti avevano il potere di spingerlo a compiere determinate decisioni, ma forse il pensiero di dover, tra poco, abbandonare per sempre Glen era servito a spronarlo.

Raggiunse Four Winds stanco morto, nemmeno una passeggiata notturna lo avrebbe tenuto sveglio ancora a lungo. Nel buio della cucina tolse la giacca, appendendola all'attaccapanni dell'ingresso, e poi, cercando di non svegliare nessuno, si recò verso uno stipetto alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ma ecco che in quel silenzio quasi assordante, un singhiozzo proveniente dal salotto lo fece sobbalzare tanto che la fetta di pane che aveva in mano cadde per terra, e subito il ragazzo corse verso sua madre, seduta nel divano in lacrime e con il viso nascosto.

"Mamma!" quasi urlò preoccupato inginocchiandosi davanti a lei "Mamma, che cos'hai?" tentò di scostarle le mani dal viso...ma in risposta, Leslie lo abbracciò piangendo più forte e accarezzandogli dolcemente i capelli.

Solitamente Kenneth non sopportava tutto quell'affetto, né che qualcuno che non fosse lui stesso si avvicinasse ai suoi capelli, ma in quel momento il suo cuore rischiava di esplodere per la paura. RIcambiò l'abbraccio, accorgendosi di quanto Leslie fosse minuta ormai in confronto a lui, e le lasciò un tenero bacio sulla tempia. "Sono qui, mamma, sta tranquilla..." sussurrò "Cosa è successo?"

"Mi dispiace tanto, tesoro..."

"C-cosa? Di che parli?"

"Tuo padre." singhiozzò "Gli avevo detto di lasciar perdere, ma non mi ha ascoltato. Voleva tu fossi felice..."

"Mamma...ti prego, dimmi cosa sta succedendo." disse Kenneth con voce ferma "Dov'è papà?"

"Se n'è andato." sospirò la bionda

A quelle parole Ken sbiancò, sentendosi come svuotato da ogni sorta di emozione che fino a pochi istanti prima stava provando. "C-che significa andato? Andato dove?"

"È partito. La sua nave è salpata alle sei."

"E non mi ha detto nulla?" urlò infuriato alzandosi, sentendo allo stesso tempo il suo cuore riprendere a battere. Per un minuto aveva seriamente pensato al peggio, ma adesso...adesso iniziava a rendersi conto di quanto tragica in realtà fosse la situazione.

Chiamatemi Anna [SETTIMA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora