Nothing's sad til it's over, then everything is.

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Scusate il ritardo ma mi è venuto più lungo rispetto agli altri e oggi ho avuto gli esami di francese, quindi dovevo studiare. Enjoy!❤️

Come al solito, lasciatemi una stellina per far salire la storia in classifica e commentate con i vostri scleri, che amo tanto. Buona lettura.

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Canzone per il capitolo: Lonely Together, by Avicii feat.Rita Ora

Ci sono momenti nelle nostre vite in cui ci sentiamo come se fossimo su una giostra. Tutto gira talmente velocemente che attaccarsi alla realtà risulta quasi impossibile. Non riesci a stare con i piedi per terra, non c'è niente su cui il tuo sguardo possa posarsi e tutte le voci, intorno a te, sembrano solo echi lontani. Quella era la sensazione che Gilbert Blythe stava provando adesso...un momento di totale confusione in cui mille domande non riuscivano a trovare nemmeno una risposta.

Da quando aveva scoperto della fuga di suo figlio, l'intera Ingleside si era come risvegliata da un lungo sonno, suscitando l'attenzione persino dei vicini a causa di tutte quelle luci accese.

"Hai controllato in soffitta?" urlò Anna nel panico e il riccio annuì freneticamente "Va bene...stiamo calmi, non può essere andato lontano." fece un respiro profondo portando una mano sul petto e immediatamente Gilbert l'aiutò a sedersi sul divano più vicino "Mi sento male, Gil..." pianse stringendogli la mano

"No, no, hey! Guardami" tentò di rassicurarla prendendole il viso tra le mani "Anna, è di Jem che stiamo parlando, il nostro Jem. Sono sicuro ci sia u-una spiegazione valida a tutto questo! Deve esserci! Ti ha detto qualcosa di strano, ieri sera? Hai notato un comportamento diverso o...?"

"Il giardino è vuoto!" pianse Susan entrando in salotto con un fazzoletto. I suoi occhi erano pieni di lacrime...ma si sapeva, Susan Baker piangeva per tutto, soprattutto quando si trattava dei bambini. Diciamo che in un momento critico come quello, non era proprio la persona più adatta a consolare!

"Era solo silenzioso, sovrappensiero...oh Mio Dio, Gil, e se fosse scappato per colpa nostra?" sussurrò spaventata

"Non dirlo nemmeno. Non ne avrebbe avuto motivo." disse severamente suo marito guardandosi intorno "Susan, chiama tutti. Roy, Terence, Diana, Leslie...tutte quelle persone da cui Jem potrebbe essere andato. Io torno tra poco."

"Cosa? Dove vai?" quasi urlò Anna balzando in piedi

"Alla stazione di polizia. Un ragazzino di sedici anni è fuori al buio ed è quasi mezzanotte. Lo troveranno...e se non lo faranno, dovranno vedersela con me."

In pochi minuti, l'intera Glen venne a sapere della scomparsa del più grande dei fratelli Blythe. Gilbert andò alla stazione, proprio come aveva detto, e i controlli  iniziarono in men che non si dica. Agenti bussavano di porta in porta chiedendo informazioni, ma nessuno sapeva niente, come se Jem fosse letteralmente svanito nel nulla senza lasciare tracce.

E intanto Anna non riusciva a calmarsi. La sua nausea era peggiorata drasticamente, sentiva la testa girare e la sua pressione era schizzata alle stelle...poggiando una mano sul petto, ecco che il suo cuore minacciava di venir fuori e nemmeno Susan, lì ad abbracciarla, riusciva a farla ragionare.

"Forse ho sbagliato qualcosa. Forse ho esagerato stamattina con le parole, avrei dovuto ascoltarlo di più, invece-"

"Lei non c'entra proprio niente, mia cara." sussurrò la donna accarezzandole i capelli "I ragazzi tendono sempre a scappare di casa almeno una volta nella vita e James non è di certo un delinquente o un pazzo! Sono certa che tra qualche ora ce lo vedremo spuntare come se niente fosse e tutto questo lavoro di ricerca sarà stato inutile. I bambini, piuttosto-"

Chiamatemi Anna [SETTIMA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora