It's in the stars, it's been written in the scars on our hearts.

4.3K 120 747
                                    

Bentornati! Scusate il ritardo, ma sono sommersa dagli impegni!

❤️Lasciate una stellina e commentate cosa ve ne pare! Non so davvero come ringraziarvi per tutti questi voti!❤️

--------------------------------

Canzone per il capitolo: Flicker, by Niall Horan

"Amore, per favore, devi svegliarti!" gridò scuotendola "Ti prego, Anna, ti prego...non farmi questo, per favore" pianse prendendole la mano.

Sua moglie aprì gli occhi leggermente, rossi e con le iridi scure...il blu era svanito, lasciando posto a un colore violaceo tendente al nero, o forse era solo l'immaginazione di Gilbert.

"Salva la bambina. Non pensare a me, Gil."

"Che diamine stai dicendo?" urlò lui

"Mi hai sentita. So che non ce la farò, riesco a sentirlo. Ma so che tu, invece, ce la farai. Ti prenderai cura di lei, proprio come avrei fatto io. Sarai un padre fantastico, tesoro."

Gilbert fece toccare le loro fronti e lei gli accarezzò una guancia. La sua mano era freddissima.

"Anna, non puoi...è il nostro anniversario..." singhiozzò lui

"Fallo. Salva Joy." sussurrò respirando affannosamente "E non sentirti mai in colpa per questo. Io non ti lascerò, lo sai, sarò sempre con voi" pianse Anna accarezzandogli i capelli "Dio, ti amo così tanto, Gilbert."

"Amore, no. Non puoi lasciarmi anche tu, sei l'unica cosa che mi resta, io- io non ho più niente!"

"Avrai lei. E ogni volta che la guarderai negli occhi avrai anche una parte di me."

"Sei pazza a pensare che ti lascerò morire" disse Gilbert arrabbiato alzandosi di scatto e tornando davanti a lei "Spingi. Spingi finché puoi, con tutte le tue forze!"

"Non ci riesco..."

"Si, invece, io credo in te, Anna, e ce la farai! Spingi!"

"Anna!" gridò poi una voce lontana, e la ragazza sentì qualcuno come scuotere le sue spalle "Anna, è solo un incubo, devi svegliarti!"

Poi aprì gli occhi, ritrovandosi senza fiato per via delle urla, con la fronte sudata e le guance rigate dal pianto. Le braccia di Gilbert erano attorno a lei, stringendola, e nonostante il buio di quella stanza non era difficile notare il suo sguardo preoccupato.

Gilbert Blythe conosceva il passato di sua moglie a memoria, certe volte sembrava quasi lo avesse vissuto con lei: la morte dei suoi genitori da piccola, l'orfanotrofio, gli anni trascorsi a non sentirsi all'altezza di nulla....conosceva i suoi sogni, le sue paure, ciò che le lacerava il cuore, e non era la prima volta che nel bel mezzo della notte quella ragazza dai capelli rossi si svegliasse tra le urla di terrore, incatenata da un incubo che rifiutava di lasciarla andare.

"Era solo un incubo, amore mio, devi respirare adesso" le sussurrò accarezzandole la schiena e sentendola tremare, ancora tra i singhiozzi "Ci sono io qui con te, niente può farti del male."

Vederla così fragile e indifesa era peggio di una pugnalata al petto, soprattutto quando quei grandi occhi stanchi e del blu più blu che ci potesse essere incontravano i suoi, paterni e pronti a darle conforto.

"È...è stato..."

"Non parlare, shh...hai solo bisogno di calmarti, riesco a sentire il tuo battito fin da qui." disse serio asciugandole le lacrime.

Chiamatemi Anna [SETTIMA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora