All I have is myself at the end of the day, but shouldn't that be enough for me?

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Stamattina mi sono alzata alle sei e ho scritto tutto di getto. Non so voi, m adoro i capitoli corti, e specialmente aggiornare con questa continuità.

Nel capitolo precedente ho notato un piccolo calo di voti e commenti. Spero che la storia continui a piacervi e so come in molti per ora siano impegnati tra esami e maturità: io per prima! Mi consolo pensando che questa estate pubblicherò quasi ogni giorno ahaha. ❤️

Come al solito, lasciate una stellina a questo e ai capitoli precedenti. Spero questa storia possa arrivare presto a 2k voti, siete fantastici! Inoltre, commentate cosa ne pensate. Buona lettura!

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Canzone per il capitolo: All I Want, by Olivia Rodrigo.

Maggio era finalmente arrivato, e con lui erano tornate anche le belle giornate, i cieli azzurri, il canto degli uccelli e quella strana felicità che si prova solo nel pensare che presto, l'estate, avrebbe fatto il suo ingresso. La scuola stava finalmente volgendo al termine, il freddo era passato e la Valle dell'Arcobaleno si era tinta dei colori più sgargianti.

Un'oasi di bellezza e immaginazione, ecco cosa era. Un paradiso fantastico in cui persino le foglie luccicavano al sole come fossero oro. In cui le chiome degli alberi ondeggiavano mosse da un tranquillo venticello, in cui l'acqua del ruscello era l'equivalente di uno specchio magico in grado di mostrare il vero volto di chiunque.

E proprio in quel silenzio, ecco che risuonavano le voci di due ragazzi.

"Quante volte ti ho detto di non piegare il braccio?" sbuffò Kenneth mentre Walter riprendeva fiato seduto su un tronco "Il tuo sguardo deve essere concentrato, si, ma non devi guardarmi negli occhi mentre attacchi, rischi di distrarti!"

"Cercavo di non farti male, scusami..." si giustificò lui

"Scusa, ma per quale motivo vuoi affrontare quei bulli se hai paura di fare male? Ti sto insegnando a difenderti, ma se mi colpisci su un braccio non ti uccido mica! Un po' più di grinta, Blythe, insomma!"

"Possiamo tornare a fare tiro con l'arco? Mi riesce molto meglio."

"Per quanto le tue doti a scagliare frecce siano notevoli, non credo che trasformarti nel Robin Hood di Glen servirà a qualcosa mentre sei a scuola." disse poggiando le mani sulle sue spalle "Mi sono convinto a insegnarti questo roba solo perchè se tornassi a casa con un occhio nero mi sentirei troppo in colpa, chiaro? Quindi cerca di no farmene pentire, ragazzino."

"Va bene, ma non chiamarmi ragazzino. Non lo sopporto." alzò gli occhi al cielo

"Bambino?"

"Ancora peggio. Ho un nome per un motivo, usalo!"

"Non è un offesa, semplicemente ti si addice. Sei uno scricciolo." rise scuotendo la testa "Ma sotto sotto hai anche tu la tua buona dose di forza. Andiamo, colpisci!" ordinò e Walter sferrò un pugno alla perfezione, proprio come lui gli aveva insegnato. "Grande!"

"Andava bene?"

"Era perfetto! Non voglio fare previsioni azzardate, ma sono sicuro che se quei tre dovessero ancora darti fastidio si ritroverebbero allo studio di tuo padre nel giro di un'ora!"

"Io non voglio far loro del male, detesto combattere. Voglio solo difendermi in caso siano loro a voler fare del male a me..."

"Che pacifista" rise ancora il biondo scombinandogli i capelli "Fortunatamente non dovrai combattere proprio nessuno. Prendi queste lezioni come un qualcosa che ti aiutano a svegliarti dal tuo mondo magico e popolato da farfalle colorate." lo prese in giro, e il bambino, dopo avergli lanciato l'ennesima occhiataccia, caricò verso di lui stendendolo al suolo e incrociando le braccia al petto soddisfatto.

Chiamatemi Anna [SETTIMA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora