Chapter 2 - I hated myself

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MA IN CHE SENSO SIAMO GIA' A 1,5K VIEWS!!!

Canzone del capitolo: Waiting for you, Got7

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Taehyung si mordicchiò il labbro per quella che probabilmente era la milionesima volta in poco meno di venti minuti, e a dire il vero, non è che si aspettasse qualcosa di diverso dall'espressione scioccata e confusa che il suo migliore amico gli stava rivolgendo in quel momento. Se doveva essere onesto, si aspettava anche qualche rimprovero, ma stranamente non era ancora arrivato nulla del genere; Jimin continuava a guardarlo con chiara e semplice confusione, e anche un pizzico di curiosità.

"Sei serio o mi stai prendendo in giro?" disse infine, il rosa, guardandolo dritto negli occhi, e Taehyung sospirò, alzando gli occhi al cielo.

"Non è uno scherzo, Minnie. E'...è la verità" gli rispose, alzandosi solamente per chiudere la portafinestra che dava sul giardino. Era fine luglio e le temperature erano anche fin troppo calde, non aveva voglia di morire di caldo anche in casa sua. La mattinata passata sul set gli era bastata eccome, soprattutto avendo dovuto posare sul bordo di una piscina con il sole a infastidirlo tutto il tempo.

"E tu hai accettato così? Senza neanche incontrarlo prima o averci parlato o..."

"Conosco la sua canzone"

"E allora?" sbottò, il rosa, gli occhi fuori dalle orbite. E non che Jimin non conoscesse il modo piuttosto particolare che il suo migliore amico aveva di pensare o di vedere le cose da una prospettiva diversa da quella di chiunque altro, ma...ma quella gli sembrava una mossa un po' troppo azzardata. Persino per uno fiducioso e ingenuo come Taehyung.

"Sono rimasto colpito da quella canzone, e dalle sue parole – gli sorrise, il modello – Qualcuno che ha scritto una cosa così bella non può essere davvero tanto male come lo descrivono, non credi?"

"Devi smetterla di guardare i cartoni della Disney" sbottò, Jimin, facendo imbronciare l'argenteo, che si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo.

"Punto primo, sono bellissimi e saggi. Punto secondo, vedrai che ho ragione" rispose, Taehyung, ma Jimin storse il naso, poco convinto. Non sapeva perché, ma il suo sesto senso gli suggeriva che tutta quella storia avrebbe portato moltissimi problemi, e sperava vivamente di sbagliarsi e che si trattasse solamente di quello. Di una sensazione.

"Ancora non capisco come ti è saltato in mente di accettare così di getto – gli disse, Jimin – Avresti dovuto parlarne prima con Namjoon, invece di dirgli di sì sconvolgendo anche lui"

"Parlarne di più non avrebbe cambiato le cose. Te l'ho detto perché l'ho fatto, e anche perché il suo manager mi sembrava una bravissima persona, e poi..." lasciò in sospeso, Taehyung, facendo incuriosire il suo migliore amico.

"E poi?" lo esortò, il rosa, trepidante d'informazioni.

"E poi...mi è piaciuto quello che ha detto su di lui e il modo in cui ne ha parlato – ammise, il modello, stringendosi nelle spalle – So che forse per te o per Namjoon non è abbastanza come giustificazione, ma...ma c'era qualcosa nelle sue parole, nel suo chiedermi aiuto che mi ha spinto ad accettare. Non è solo una questione d'immagine, Chimmy, c'è anche dell'altro. Forse è solo una mia sensazione e mi sbaglierò, ma quando Yoongi ha detto a Namjoon che credeva che io potessi aiutare Jungkook, beh...ho sentito che diceva la verità"

"Aiutarlo? In cosa?" domandò, il maggiore, ma Taehyung si mordicchiò il labbro, scuotendo il capo.

"Non lo so, ma mi è sembrato sincero, e se posso farlo allora lo farò – gli rispose, l'argenteo – Per quello, e perché ho questa sensazione che continua a dirmi di star facendo la cosa giusta" Jimin sospirò a quelle parole, lasciando che tra loro regnasse il silenzio per qualche secondo di troppo. Sapeva benissimo che qualsiasi cosa avesse detto in quel momento, per il suo migliore amico sarebbe stata semplicemente uno spreco di fiato; Kim Taehyung non avrebbe cambiato idea e quella era una certezza. Quando il modello decideva qualcosa, non c'era niente al mondo che avrebbe potuto mettere in dubbio o far vacillare quella decisione, e se da una parte Jimin invidiava quel suo modo d'essere, dall'altra pensava anche che prima o poi l'avrebbe spinto oltre il baratro e si sarebbe fatto male. Ma Taehyung era fatto così, era deciso, mentre lui si faceva mille paranoie anche per decidere cosa bere quando andavano a cena fuori; forse era tutta lì la differenza tra loro e il perché fossero migliori amici.

You Calling My Name |Taekook  Jinson  SopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora