Chapter 60 - The sound of you calling for my name

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Canzone del capitolo: It'll be okay, Shawn Mendes 

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Una linea, poi un'altra. Un'altra ancora. Ogni cosa, ogni forma, ogni figura, ogni essere, ogni segno, ogni...persino ogni emozione. Tutto, iniziava e finiva con una linea. Qualsiasi cosa poteva avere una forma, anche l'emozione più astratta. Changkyun aveva amato l'arte fin da bambino, quando alzando lo sguardo al cielo e ammirando le nuvole, si divertiva a scovare in loro le forme più assurde. Dinosauri, fiori, stelle, persone...la sua immaginazione aveva spaziato così tanto, trovando forme anche lì dove le forme non c'erano. L'arte, semplicemente, poteva dar vita e forma ad ogni cosa partendo da una semplice e umile linea. Quello che lui più amava era dar vita e forma alle emozioni più intrinseche. Bastava così poco, una linea, uno schizzo, una macchia, un puntino...tutto si riconduceva alla semplicità più assoluta. Solo una linea. Una linea alla base di qualsiasi dipinto. Una linea alla base di qualsiasi scultura, che fosse in marmo o architettonica non importava. Bastava solo una linea. Una semplice linea, e le emozioni prendevano vita. E Changkyun amava particolarmente il silenzio quando doveva buttar giù nuove idee, nuove emozioni, per poter creare nuove opere d'arte e nuove visioni. Anelava il silenzio, talvolta solo accompagnato dalla musica classica, eppure...eppure, quel giorno si era svegliato con la consapevolezza che probabilmente il silenzio non gli sarebbe appartenuto. Non quando si era ritrovato un Kim Taehyung ad aspettarlo davanti la galleria d'arte, l'espressione stanca e piena di voglia di controbattere al tempo stesso. Non aveva bisogno di chiedergli il perché di quell'espressione, poteva immaginarlo da solo, e il modello di Gucci gli aveva solo rivolto un sorriso quando lui l'aveva lasciato entrare. Silenzio. Più Changkyun faceva scivolare il carboncino sul blocco da disegno e più il silenzio sembrava lontano, di tanto in tanto sgranchendosi la schiena a causa della posizione ricurva che aveva assunto, quasi piegato sul bancone della galleria. La leggera musica classica che proveniva dal piano di sopra a tenergli compagnia, lì dove aveva lasciato Taehyung in balia di tempere e colori. Il modello gli aveva chiesto se potesse rubargli una tela, e lui l'aveva fissato divertito prima di lasciarlo fare. A volte non serviva parlare, a volte bastava esprimersi in modo diverso per metabolizzare ciò che ci circonda. Changkyun lasciò scivolare il dito su una delle linee che aveva scalfito lungo il foglio di carta, strofinando e sfumando il nero fino a ricreare l'effetto che voleva. Storse il naso, tracciando un'altra linea, stavolta più morbida, stavolta...più sfocata, lontana quasi. E in quel silenzio scandito dalla sinfonia di Chopin che proveniva dal piano di sopra, Changkyun si ritrovò ad alzare il capo di scatto, il cigolio della porta in cristallo della galleria che si apriva. No. Non si era sbagliato quando aveva avuto la sensazione che quella giornata non sarebbe stata affatto silenziosa. Non quando si ritrovava Jeon Jungkook nel mezzo della sua galleria d'arte, lo sguardo buio che si piantò nel suo, le mani nella giacca di pelle, i capelli neri tenuti in un bun poco sopra la nuca, l'espressione...l'espressione quasi spaurita e incerta mentre si guardava attorno, quasi evitando il suo sguardo. Come se Changkyun potesse dirgli di andarsene, come se...come se qualsiasi parola avesse rotto quel silenzio strano e scandito dalla sinfonia, avrebbe potuto mandare in frantumi qualsiasi cosa.

"Ciao" e la voce di Jeon Jungkook sembrò estremamente flebile, rispecchiando chiaramente le emozioni che Changkyun gli aveva letto in viso. Diverso. Quella era la prima cosa che Changkyun riuscì a notare, la differenza. Il Jungkook che aveva conosciuto mesi addietro alla festa di Team Wang non era lo stesso Jungkook che si ritrovava dinnanzi in quel momento. Erano due persone diametralmente opposte, come se ci fosse un Jungkook prima e un Jungkook dopo. Prima e dopo. E non prima e dopo nel tempo o in un determinato momento, no. Quello che aveva davanti era l'esatta differenza tra un Jungkook prima e dopo Kim Taehyung; l'effetto e gli strascichi che il modello di Gucci aveva lasciato sul cantante molto più che evidenti.

You Calling My Name |Taekook  Jinson  SopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora