Chapter 30 - I'm feeling the miracle that is you

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Btw...canzone di questo capitolo: Afterglow, Ed Sheeran 

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"Ne sei sicuro?" la voce di Yugyeom rimbombò per il salone e Jungkook si morse il labbro inferiore a quella domanda, lasciando vagare lo sguardo sullo schermo del telefono poggiato sul tavolino. La chitarra tra le sue mani.

"Sì"

"Kookie..." il tono di voce incerto.

"Sono sicuro – gli rispose, pizzicando appena le corde della chitarra – Non lo farei se non lo fossi"

"Lo so, ma...è importante" sospirò il suo migliore amico, e anche se Jungkook non poteva vederlo, sapeva che Yugyeom si stava mordendo il labbro inferiore in quel momento.

"Yugie..."

"Sono il primo a incoraggiarti ad aprirti con Taehyung e lo sai, solo che questo...questo è troppo importante. Se non sei sicuro al cento percento potresti..."

"Potrei esplodere perché sarebbe troppo, lo so. Lo so" lo frenò Jungkook, ascoltando il grigio sospirare ancora. Non l'avrebbe detto ad alta voce, ma in quel momento Jungkook avrebbe voluto che Yugyeom fosse lì. Avrebbe voluto che potesse guardarlo negli occhi e accertarsi che lui ne era sicuro. Quello che voleva fare era importante, troppo forse, ma lo voleva. Lo voleva sul serio. Ne aveva quasi bisogno.

"Puoi...puoi fidarti di me?" gli domandò, quando non sentì alcuna risposta provenire dall'altro.

"Io mi fido di te – disse Yugyeom, il tono più dolce, meno preoccupato – Solo non voglio che tu ti faccia male, Kookie. Se ti senti pronto, se è quello che vuoi, allora io sono con te, come sempre. Ma se hai qualche piccolo dubbio, anche la paura più insignificante, allora puoi aspettare. Non c'è niente di male nel non essere pronti" Jungkook sorrise quando il suo migliore amico pronunciò quelle parole, e lasciò andare la chitarra solo per stringerla, come per scaricare la tensione che sentiva scorrergli nelle vene.

"Voglio farlo" gli disse infine.

"Ok. Allora è ok" gli rispose Yugyeom, e per qualche secondo ci fu solo il silenzio. Troppo silenzio.

"Kookie?" lo richiamò e Jungkook sospirò piano, chiudendo un attimo gli occhi.

"Non ho...non ho mai..." provò a dirgli, ma come sempre, Yugyeom lo conosceva.

"Lo so. Solo io" mormorò.

"Solo tu – mormorò il cantante in risposta, la presa sulla chitarra che si strinse – Se non riuscissi a mantenere la calma, se non...se non riesco a..."

"Allora io corro da te" gli disse Yugyeom e lui si rilassò all'istante.

"Promesso?"

"Promesso" sentì dire al suo migliore amico, e si ritrovò ad annuire, consapevole che Yugyeom non potesse vederlo.

"Ci vediamo più tardi?" gli domandò.

"Dovrebbe nevicare oggi – disse il ballerino – La TV dice che potrebbe esserci una bufera di neve, se non restiamo bloccati in casa verrò da te, come sempre"

"Come sempre" ridacchiò Jungkook, lanciando uno sguardo allo schermo del telefono, oltre la chiamata aperta. La data della giornata. Era il quattro novembre. Come sempre.

"Ci sentiamo più tardi, Kookie – disse ancora Yugyeom – Qualsiasi cosa...devi solo chiamarmi"

"Lo so" sussurrò il cantante, le parole che voleva veramente dirgli che gli restarono incastrate in gola, ma Yugyeom lo sentì lo stesso, riuscì a sentirlo anche in silenzio. Come sempre.

You Calling My Name |Taekook  Jinson  SopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora