Chapter 48 - Please give me one more chance

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Merry Xmas, e Happy birthday a YCMN che oggi è esattamente un anno dal prologo. 

Prima di leggere, vi chiedo quando ci sarà la seconda parte di questo capitolo, ovvero il flashback, di mettere sotto la canzone, perchè mai come qui, credo che abbia un impatto diverso, e soprattutto è il capitolo a cui tengo veramente di più tra tutti. 

Canzone del capitolo: Paper Cuts, CBX-EXO

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"Il film non era così male" rise Bambam, e Yugyeom gli rivolse uno sguardo divertito, mentre Taehyung guardò il thailandese con l'espressione sconvolta.

"E' stato orribile!" sbottò difatti il modello di Gucci, ma mentre i due scoppiavano a ridere, Jungkook gli si avvicinò scompigliandogli i capelli con fare da presa in giro. L'aria della sera piuttosto fredda e ventilata, a volte tanto fastidiosa da costringerli a socchiudere gli occhi. Non stava nevicando, non in quel momento, e a Taehyung non dispiaceva poi così tanto. Erano oltre la metà di gennaio ormai e nelle ultime settimane, da dopo il suo compleanno, non aveva smesso mai di nevicare. Fino a quel pomeriggio.

"Questo perché tu eri terrorizzato" commentò il cantante, e Taehyung lo fissò offeso, imbronciandosi appena.

"Non è vero!" si difese, ma Bambam scoppiò a ridere, dandogli una spinta giocosa.

"Mi hai stritolato la mano per più di quaranta minuti" gli fece notare il biondo, mentre Yugyeom si teneva vicino a lui con un braccio attorno alle sue spalle.

"Anche la mia" aggiunse Jungkook, il sorriso divertito sulle labbra. Andare al cinema tutti e quattro assieme era qualcosa che facevano spesso nelle ultime settimane, quella era già la quarta volta in meno di dieci giorni. Vedere un film horror era stata una novità, soprattutto ritrovarsi un Kim Taehyung con gli occhi a palla che si nascondeva nella poltrona. Jungkook aveva riso per metà del tempo, l'altra metà passata a stringere la mano del modello e il viso di Taehyung contro la sua spalla, mentre quest'ultimo evitava anche solo di guardare le scene più cruente del film.

"Ma le ho strette a turno!"

"Perché mi si era bloccata la circolazione" commentò Bambam, ridendo della faccia oltremodo offesa dell'argenteo. Yugyeom sbuffò una mezza risata, a volte gli era ancora strano, il modo in cui Bambam e Taehyung fossero diventati così complici, il modo in cui si bilanciavano e rapportavano. Un po'...un po' come lui e Jungkook.

"Pensavo mi volessi bene, Bammie!" rimbeccò Taehyung.

"Ti voglio molto bene, Tae, ma tengo tanto anche alle mie dita" gli rispose il thailandese, mentre Yugyeom roteava gli occhi al cielo e ridacchiava contro la tempia del suo fidanzato, lasciandogli un bacio dolce in quel punto e che portò l'altro a sorridere.

"Perché ho dovuto rimetterci io le dita?" sbottò Jungkook, l'espressione che si tratteneva dal voler ridere.

"Perché sei il suo ragazzo" lo stuzzicò Yugyeom, sbuffando un ghigno e mettendoci più enfasi del dovuto quando Jungkook alzò gli occhi scuri al cielo.

"Oh, giusto!" commentò il cantante, scrollando le spalle.

"Ehi!" si offese il modello di Gucci, facendo per colpirlo e fallendo miseramente.

"Ammetti che eri terrorizzato e basta, Tae!" gli disse Bambam, arricciando il naso con fare saccente. Il modello li fissò tutti e tre, uno ad uno, e poi alzò le braccia al cielo, emettendo un mugolio contrito e disperato.

"Ok, era orribile, contenti? Più che orribile! Dovrò guardare tutta la filmografia Disney per dimenticare quelle urla" sbottò Taehyung, voltandosi verso di loro e camminando all'indietro, tenendo le mani sugli occhioni scuri da cerbiatto, come per nascondersi. Gli altri tre scoppiarono a ridere a quelle parole e al modo di fare dell'altro. Kim Taehyung sapeva essere molto drammatico quando voleva esserlo, e Jungkook era più che sicuro che l'aveva imparato da Jackson. E Taehyung finì per unirsi alle loro risate, la testa rovesciata all'indietro mentre la sua risata, allegra e cristallina che gli aveva fatto perdere la testa, si espandeva per le strade di Seoul. Poco importava dei passanti, delle luci, del cielo buio della notte. Erano in una bolla tutta loro, e Jungkook più lo guardava più...più si sentiva incapace di smettere, di lasciarlo andare. La risata di Taehyung, quella risata che amava, quella risata che gli colorava le giornate. Era una risata che difficilmente Jungkook avrebbe voluto smettere di ascoltare, ogni volta che la sentiva si voltava semplicemente in quella direzione, richiamato da una forza molto più grande di lui. Ma ogni pensiero, ogni risata, ogni sguardo, venne interrotto bruscamente in un secondo. Un solo e unico secondo. Un secondo in cui Jungkook si ritrovò a sgranare gli occhi, un brivido che gli percorse la spina dorsale con violenza, mentre vedeva Taehyung, ancora intento a camminare all'indietro, perdere l'equilibrio e sbilanciarsi oltre il marciapiede, nello stesso istante in cui un'auto arrivava a tutta velocità. E Jungkook non lo sapeva, non sarebbe mai riuscito a spiegare il come avesse fatto, con quale velocità si fosse mosso. Tutto ciò che sapeva, che avrebbe ricordato, erano le voci di Bambam e Yugyeom che pronunciarono il nome del modello di Gucci, un grido nel silenzio che squarciò l'aria, ma erano entrambi troppo indietro anche solo per accennare a muoversi, troppo indietro perché Taehyung realizzasse sul serio cosa stesse accadendo. O cosa stava per accadere, ma che non accadde. Jungkook sapeva solo di essersi mosso d'istinto, una sensazione di vuoto allo stomaco. Un attimo prima era un paio di passi avanti rispetto al suo migliore amico, e l'attimo dopo aveva affettato Taehyung per un braccio, strattonandolo, probabilmente facendogli persino male a causa della forza con cui l'aveva tratto a sé. Il clacson dell'auto, lo stridere delle ruote sull'asfalto, i fari che accecavano ogni cosa. Tutto passò in secondo piano. Jungkook sapeva solo di tenere il corpo di Taehyung stretto contro il suo, il viso del modello contro il suo petto e il cuore che batteva come un tamburo impazzito nello sterno, il respiro bloccato nei polmoni. E Jungkook deglutì a vuoto, stringendo il minore con più forza, tanta, troppa, ma non sentiva niente. Tutto si stava ovattando, gli sguardi della gente, i sussurri, qualcuno che urlava all'auto di fermarsi, ma quella aveva continuato, ignorando completamente il fatto che aveva quasi investito qualcuno.

You Calling My Name |Taekook  Jinson  SopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora