Chapter 41 - The light of the fluttering day

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First of all, mi scuso per gli aggiornamenti random durante la settimana, ma ho ripreso l'università e quindi quando torno a casa la sera sono sfinita e non sempre ho la forza di scrivere. I capitoli poi, come sapete, sono lunghi, quindi ci vuole tempo a buttarli giù! Ma l'aggiornamento c'è sempre, purtroppo non riesco a rispettare sempre il venerdì come giorno, ma c'è AHAHAHAHAH

Canzone del capitolo:  Promise you, NCT127

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Taehyung emise un piccolo sospiro, le braccia strette attorno al proprio corpo e lo sguardo rivolto oltre la vetrata che dava sul terrazzo dell'attico di Jungkook. I grattacieli di Seoul circondavano la maggior parte del panorama, in lontananza, solo grazie alle luci che la ornavano, riusciva a intravedere anche la Seoul Namsan Tower. Il buio del tardo pomeriggio illuminato solo dalle luci della città, così forti da accecare qualcuno. Non era neanche così tardi, appena le sei e mezzo di sera, ma l'inverno era ormai lì, e così anche le giornate dannatamente brevi e buie. Non gli dispiaceva, in fondo, aveva sempre amato l'inverno e quell'atmosfera malinconica e magica al tempo stesso che si portava dietro. E Taehyung sarebbe rimasto a guardare il panorama per minuti e minuti, persino ore, se solo una presenza alle sue spalle e una coperta che lo avvolse assieme ad un abbraccio non lo distrassero troppo. Un sorriso gli comparì sulle labbra, restando qualche secondo ancora in silenzio, poi il mento di Jungkook si poggiò sulla sua spalla. Le braccia del cantante gli circondarono il corpo, schiacciandolo contro il suo petto.

"Non ho così tanto freddo, Koo" sussurrò, come se qualcun altro potesse sentirli. Jungkook aumentò la stretta su di lui, e anche senza vederlo, Taehyung sapeva che doveva aver scrollato le spalle.

"No, ma più sei coperto e più ti senti meglio" gli rispose e il modello di Gucci sbuffò un altro sorriso, arricciando il naso in modo adorabile. Jungkook a volte riusciva a capirlo così bene da sorprenderlo, altre invece...altre gli sembrava distante anni luce. Ed erano quelle volte che a Taehyung tutto ciò che sentiva faceva paura, perché non aveva la minima idea di come proteggersi.

"Forse, ma la tua felpa è già molto calda di suo" ridacchiò l'argenteo, le mani coperte fin quasi alla punta delle dita dalla felpa nera del cantante. E la felpa di Jungkook lo era davvero, così enorme da avvolgerlo del tutto, oltre le cosce, larghissima, le maniche più lunghe almeno di un palmo. Il moro era fisicamente più prestante di lui sotto più punti di vista. Jungkook aveva le spalle larghe, i muscoli definiti, tutto ciò che lui non aveva mai avuto, ma anche in quel loro essere così diversi Taehyung riusciva a trovarci bellezza. Così diversi, ma...ma giusti, per certi versi.

"Ti manca già tuo fratello?" gli domandò poi Jungkook. Taehyung si sorprese di quella domanda, ma non riuscì a non sorridere, annuendo appena.

"Moltissimo. E' il mio fratellino e...non vedere la mia famiglia per così tanto non è facile" provò a spiegargli il modello. Jungkook sembrò stringerlo appena un po' di più, per qualche secondo attorno a loro ci fu solo silenzio.

"Non posso dire di capirti del tutto o forse...forse sì – mormorò Jungkook, facendolo sospirare silenziosamente – Yoongi e Hobi, beh...loro due sono..."

"La tua famiglia" finì per lui Taehyung, e il moro annuì.

"La mia famiglia. Pensare di non vederli per mesi non è...non è qualcosa che mi piacerebbe, forse neanche ci riuscirei davvero a stare così lontano da loro"

"Sono sicuro che se lo dicessi ad Hobi scoppierebbe a piangere – ridacchiò l'argenteo, un sorriso dolce sulle labbra – Forse dovresti" aggiunse poi, ma Jungkook sbuffò un sorriso, stringendosi nelle spalle.

You Calling My Name |Taekook  Jinson  SopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora