Chapter 56 - The same dream

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Canzone del capitolo:  Anyone, Justin Bieber

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"Credi che debba dirglielo?" gli domandò Jungkook, il capo basso, il corpo incurvato a fissare le proprie mani. Mani che stringevano un coniglietto rosa di pezza. Yugyeom si strinse nelle spalle, prendendosi un secondo per osservare il suo migliore amico. Il corpo tendente al basso mentre se ne stava seduto sulla sedia girevole del suo studio di registrazione, le maniche della felpa tirate su che lasciavano libera visione dei suoi tatuaggi, lo sguardo scuro fisso su quel piccolo, ma pesante pupazzetto. Sembrava quasi che quel coniglietto stesse risucchiando via le energie di Jungkook.

"La domanda è: tu vuoi dirglielo?" gli rispose Yugyeom, spezzando il silenzio e avvicinando appena la sedia a quella dell'altro. Jungkook si voltò a guardarlo, scrollando le spalle.

"Non lo so. C'è una parte di me che vuole farlo, una parte di me che avrebbe voluto dirglielo già l'altra mattina, ma..."

"Ma?"

"Ma c'è qualcosa che mi dice di non farlo. E' come una sensazione, come se...come se sentissi di doverlo tenere per me almeno per un po', ma al tempo stesso voglio farlo perché voglio che lo sappia. Voglio che Taehyung sappia che ci siamo già incontrati e che mi ha regalato questo coniglietto e che..."

"Kookie – lo frenò Yugyeom, costringendolo a deglutire a vuoto e a riprendere fiato – Pensi che dirglielo sia il modo per farlo restare?" gli domandò, così diretto e tagliente da sconvolgerlo. Jungkook sgranò appena gli occhi scuri, prima di corrugare la fronte con confusione. Ma Yugyeom lo conosceva. Yugyeom lo conosceva dannatamente bene, e quella reazione fu abbastanza come risposta. Le parole di Bambam che tornarono a riempirgli la mente. "Non è che non capisce, Gyeomie. E' che non vuole farlo". E quello...quello era un problema fin troppo enorme, pensò Yugyeom.

"No, non è...non ho bisogno di dirgli questo perché lui resti. Taehyung vuole restare, ha detto che...ha detto che non vuole andarsene dopo che il contratto sarà finito e..."

"Jungkook" una sola parola. Solo il suo nome, il tono del suo migliore amico che fu abbastanza per fermarlo. E Jungkook si morse l'interno guancia, lo sguardo che sfuggì a quello di Yugyeom per tornare sul coniglietto di pezza che aveva tra le mani. Silenzio, fu l'unica cosa a riempire lo studio per un bel po'. Minuti? Ore? Jungkook non lo sapeva più. Ciò che sapeva era che a un certo punto, il tocco familiare di Yugyeom gli sfiorò la mano, e in un attimo si ritrovò a pochi millimetri dal corpo del ragazzo dai capelli grigi. La sedia girevole che venne trascinata verso quella del minore.

"Kookie, ho bisogno di farti una domanda, e voglio che tu mi risponda sinceramente" spezzò il silenzio Yugyeom. Jungkook alzò lo sguardo ad incrociare il suo, un velo di confusione in mezzo a quell'oceano buio. Ma era un buio così diverso da quello a cui Yugyeom era abituato, un buio luminoso, se mai fosse possibile. E di quello, Yugyeom ne era infinitamente felice, ma il fatto che fosse un passo avanti enorme non voleva dire che sarebbe rimasto così per molto, non con qualcuno come Jeon Jungkook.

"Io sono sempre sincero con te" fu la risposta del suo migliore amico, e il grigio sbuffò un sorriso dolce, annuendo e portando una mano alle sue ciocche nere come la pece, come se volesse calmarlo prima ancora che esplodesse. Jungkook che gli aveva detto di aver lasciato che anche Yoongi ed Hobi gli toccassero i capelli, in modo leggero, per trasmettere affetto. Ed era stato adorabile nel suo dirgli che anche se si sentiva a suo agio nel lasciare che altri gli toccassero i capelli, si era anche sentito sollevato nel realizzare che l'unico in grado di calmarlo in quel modo era rimasto lui. Yugyeom gli aveva sorriso, tirandogli una ciocca mora e abbracciandolo. Non poteva dire che gli spiacesse, non l'avrebbe mai fatto. Il calmare Jungkook sfiorandogli quelle ciocche nere come la pece era qualcosa di unicamente suo, loro, e non avrebbe mai voluto che quel piccolo dettaglio cambiasse. Ed era stato a dir poco adorabile il modo in cui Jungkook stesso ci aveva tenuto a sottolinearlo, come se temesse che lui potesse sentirsi ferito dal fatto che qualcun altro lo toccava in quel punto. A Yugyeom non importava, potevano toccarlo in milioni, ma Jungkook si sarebbe sempre e solo calmato con il suo tocco. Il suo e di nessun altro, ed era speciale così com'era.

You Calling My Name |Taekook  Jinson  SopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora