Capitolo 45

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I tre giorni di degenza, prima della partita di Quidditch contro Tassorosso, di Ron furono un vero e proprio strazio

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I tre giorni di degenza, prima della partita di Quidditch contro Tassorosso, di Ron furono un vero e proprio strazio. Dopo l'imbarazzante e seccante avvenimento in Infermeria con Lavanda Brown la sera del suo ricovero, evitarla fu clamorosamente difficile. La ragazza lo andava a trovare tutte le volte che poteva, e Ron, da bravo Weasley qual era, fingeva regolarmente tutte le volte di dormire profondamente.

"Quando la smetterai?" lo rimproverò scocciato Harry, lasciandosi andare sulla sedia vicino al letto dell'amico "Continua a tormentare tutti per sapere di te, chiedendo se ti trovassimo sveglio oppure no! Me in particolar modo!"

"Non smette di seguirlo, è inquietante!" precisò Hermione, facendo una smorfia.

"Che dovrei fare secondo voi? Ha rischiato di strangolarmi!" piagnucolò, imbronciandosi come un bambino di cinque anni al quale era stato negato il dolce dopo una cena a base di verdure.

La sera in cui Hermione aveva tentato di fermare la Brown dal raggiungere l'infermeria, quest'ultima, a causa della propria foga nel voler mettere le mani addosso al suo amato Ron-Ron, aveva quasi rischiato di strangolarlo, nel tentativo di stringerlo per sbaciucchiarlo fino allo sfinimento. Si vociferava che le urla di protesta di Madama Chips fossero giunte fino all'ultima torre più alta del castello, Harry ed Hermione ne erano stati spiacevolmente testimoni. Il giovane Weasley, in stato quasi totale di intendere e volere, non aveva riconosciuto la propria ragazza, tentando disperatamente di spingerla via mentre lei si avvinghiava prepotentemente al suo collo, stringendo un po' troppo forte.

"Parlarle, magari! Mettere tutto in chiaro!" suggerì Hermione con tono ovvio, minacciandolo con lo sguardo.

"Sono stufo del suo comportamento così... così..."

"Ossessivo?" propose la riccia per lui.

"O meglio dire soffocante?" continuò Harry, scoccandogli un'occhiata.

Il rosso incrociò le braccia al petto, sbuffando sonoramente. La verità era, che temeva una scenata da film dell'orrore, avrebbe dato di matto e sarebbe stato impossibile tentare di calmarla. Sotto sotto, pensava addirittura che per la disperazione avrebbe potuto ucciderlo davvero. Il pensiero gli fece venire la pelle d'oca, procurandogli poderosi brividi di freddo.

"Io non so che fare." Ammise disperato, guardando con estrema invidia la divisa da Quidditch indossata da Harry. "Fatemi sapere il risultato! E non scordatevi di me!"

"Tranquillo!" lo rassicurò il moro, allungandosi verso di lui e dandogli una pacca amichevole sulla spalla.

"Per quanto credi che resterai ancora con il braccio destro fasciato?"

"Almeno altri quattro giorni, così ha detto Madama Chips. Almeno potrò godermi l'uscita ad Hogsmade in santa pace!"

"A tal proposito." Esordì Hermione, avvicinandosi "Mi occuperò io di raccogliere tutte le adesioni firmate dai genitori degli studenti, dato che tu non puoi!"

"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora