"Oh, mio caro Potter che piacere!"
Il professor Lumacorno esibì uno splendido sorriso alla vista del ragazzo, aprendo le braccia gioioso, sembrava quasi volesse abbracciarlo. A quel movimento, il suo panciotto verde smeraldo emise un leggero -crac- e Neville, seduto proprio di fronte a lui, fece una smorfia. Era paonazzo in volto, si sentiva parecchio intimorito dal suono poco confortante emesso dall'indumento del professore. E se fosse saltato un bottone da un secondo all'altro, schizzandogli violentemente in pieno volto? Lo studente scosse il capo, rabbrividendo, costringendosi a distogliere lo sguardo. Horace Lumacorno era un uomo piuttosto basso e paffuto, non sarebbe stato difficile per quel panciotto cedere da un momento all'altro. Neville si ritrovò a pregare intensamente che le sue paure non si avverassero di lì a poco.
"Mi scusi per il ritardo, professore." Harry si giustificò, mentre Ron, con espressione piuttosto confusa, cercò di fare lo stesso guardando Lumacorno con aria spiacente.
"Oh, non preoccupatevi miei cari, prendete posto, non ho ancora cominciato!"
"Hem.. affinchè lo sappia professore, io e Ron non abbiamo ancora il libro di testo. Ma le ho comunque portato la mia ricerca e ..." ma l'insegnante non gli diede modo di terminare ciò che stava dicendo, interrompendolo all'istante.
"Queste sono sciocchezze, signor Potter! Lì alla vostra destra ne trovate alcuni, servitevi pure." spiegò gioviale, mostrando loro un sorriso a trentadue denti.
I ragazzi fecero spallucce e, sia Harry che Ron con espressione annoiata, si diressero verso la vecchia libreria dell'aula Pozioni, prendendo un libro a testa.
"Il tuo è più nuovo." Sussurrò amaramente Harry verso Ron che, non curante sorrise, mettendosi a sedere. Harry prese posto proprio accanto all'amico, sbuffando. Il libro che aveva scelto distrattamente era orribile, la rilegatura era fragile e le pagine erano di un color giallastro per niente invitante. Lo sfogliò sprezzante, accorgendosi subito che c'era qualcosa che non andava. Ad ogni pagina il libro presentava parecchie dosi di pozioni sbarrate, proprio come se fossero state ritenute errate, e innumerevoli scarabocchi. Harry corrugò la fronte, il libro presentava correzioni appuntate ovunque...ai margini, sopra e sotto i paragrafi e persino a fondo pagina. Era davvero un casino vivente, a chi era appartenuto quel libro secoli prima di lui? Tornò frettolosamente alla prima pagina, lì vi era scritto un nome. Che fosse quello del vecchio proprietario? L'inchiostro era appena sbiadito, ma non così tanto da rendere illeggibile la scrittura.
'Questo libro è proprietà del Principe Mezzosangue'.
La calligrafia era complicata e piuttosto obliqua, Harry si sentì parecchio confuso a riguardo. Continuava ad accarezzarne le vecchie pagine, tastandole una per una, risultandogli decisamente sottili e ruvide sotto le dita.
"Bene, miei cari! Come potete ben notare ..." cominciò il professore indicando i molteplici calderoni fumanti che circondavano la stanza "Ho preparato giusto qualcosina per voi! Non credo che ne abbiate mai preparata una, ma sono fermamente convinto che ne abbiate sentito parlare."
Un annoiato e turbato Draco Malfoy seguiva a stento le parole dell'insegnante, tenendo il gomito destro appoggiato al proprio banco e il mento sul palmo della mano. Bleise, diversamente da lui, era ben attento a non perdersi nemmeno una parola.
"Che sciocchezze." sentenziò piano il biondo, così l'amico gli rivolse immediatamente uno sguardo inquisitorio.
"Non ha nemmeno cominciato, Draco." lo rimproverò.
"Infatti ... sono già stufo." Mugugnò seccato in risposta, fissando un punto impreciso del proprio banco.
"Qualcuno di voi sa dirmi cosa contiene questo calderone?" con voce melliflua il professore panciuto ne indicò uno, proprio vicino a Draco.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...