Capitolo 46

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Quando si risvegliò, la testa pulsava così forte da provocargli un dolore pungente

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Quando si risvegliò, la testa pulsava così forte da provocargli un dolore pungente. Si sforzò di aprire il più velocemente possibile le palpebre, tutto quello che riuscivano a percepire le sue orecchie erano delle voci ovattate di qualcuno, che bisbigliavano freneticamente alla vista dei suoi primi movimenti. Quando fu in grado di mettere a fuoco, gettò istintivamente una mano alla sua destra, come sperava tastò la superficie di quello che sembrava un comodino. Cercò goffamente nella speranza di riuscire ad intercettare i suoi occhiali, e quando ci riuscì, l'inforcò con non poche difficoltà, qualcosa gli impediva di indossarli facilmente.

"Fermo! Ti aiuto io." La voce era femminile, così chiara e familiare. Tutto quello che riuscì ad intravedere fu una folta chioma di capelli castani proprio davanti a lui.

"H-Hermione." Balbettò, la ragazza gli toccò delicatamente il viso, mettendo correttamente la montatura dei suoi occhiali sul naso dell'amico.

"Che accidenti ho in testa?" grugnì, tastandola.

"E' così che si salutano gli amici? Insomma, ti sto chiaramente ospitando nella mia splendida camera d'albergo!"

Il ragazzo strizzò forte gli occhi, riuscendo a mettere a fuoco un puntino rosso, proprio al suo fianco sinistro. Ron sghignazzava da qualche secondo, e fu allora che Harry capì di trovarsi in Infermeria.

La luce filtrava dalle finestre debole e rossastra, per quante ore aveva dormito?

"Accidenti!" imprecò, mettendosi di scatto a sedere sul proprio letto "La partita! Com'è finita la partita?!"

"Avete perso, Harry." Gemette Hermione al suo fianco, accomodandosi sulla sfonda del letto e guardandolo con aria parecchio afflitta.

"Di quanto?" gemette di rimando, strizzando gli occhi e mordendosi un labbro.

"Sicuro di volerlo sapere?" chiese il giovane Weasley, assolutamente certo della pessima reazione dell'amico. Quest'ultimo annuì con stizza, supplicandolo con lo sguardo di parlare.

"Trecentoventi a sessanta."

"Maledetto McLaggen, appena esco di qui mi sente! Giuro che lo trasformo in una formica!"

"Smettila di agitarti!" lo ammonì l'amica, rivolgendogli uno sguardo truce "Hai preso una brutta botta! Madama Chips ha parlato di una frattura cranica, sai che accidenti vuol dire?"

"Certo che sì." Sbottò di rimando l'amico, incendiando il suo sguardo "che McLaggen lo uccido!"

"Rilassati." Lo rassicurò Ron, accoccolandosi fra le morbide coperte "I ragazzi lo conceranno per le feste, non sono per niente contenti dell'accaduto. Avresti dovuto vedere Ginny, urlava come una furia quando-..."

"Ginny? E' stata qui?" lo interruppe, senza dargli la ben che minima possibilità di terminare la frase.

"Sì, Harry." Gli sorrise la compagna gettando la testa di lato, in modo che i capelli le nascondessero il viso. Ron non avrebbe potuto intravedere il suo sguardo d'intesa per Harry, e il suo diventare fin troppo raggiante nel confermargli la visita della rossa. "E' stata qui qualche ora fa."

"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora