Capitolo 6

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Era la notte di un normalissimo Giovedì, e per Draco era sempre la stessa routine. Altro giro altra corsa. Gironzolava per la scuola da ore, controllando ogni angolo, prendendo in considerazione ogni passaggio segreto. Era inutile, tutto troppo in vista o troppo difficile da raggiungere, sarebbero dovuti comunque entrare attraverso la barriera protettiva della scuola prima di poterne utilizzare uno. Serviva qualcosa di meno vistoso, la smaterializzazione sarebbe stata perfetta, ma non per Hogwarts.

Quello che ci voleva era un vero e proprio colpo da maestro. Draco si era spinto fino al settimo piano dell'edificio, passeggiando silenziosamente per i suoi corridoi. Girando l'angolo si ritrovò di fronte un grosso arazzo che ricopriva quasi tutta la parete. D'un tratto pensò di averlo già visto altre volte, ma non ricordava quando. Cominciò a ruotare su se stesso in modo da avere una visione più ampia di quel corridoio, ma continuava a non rammentare nulla, così decise di passeggiare avanti e indietro, ripetutamente. Che quel corridoio avesse qualcosa di diverso rispetto ad altre parti del castello, che avrebbe potuto aiutarlo? Pregò intensamente che fosse così.

All'improvviso uno scricchiolio, come di qualcosa che si stesse aprendo a metà, il fruscio della polvere che cadeva rovinosamente sul freddo pavimento alle sue spalle lo convinse a voltarsi. Il ragazzo sgranò gli occhi, una porta con delle dimensioni di un cancello si stava mostrando a lui. Portò istintivamente una mano alla bocca per lo stupore. Adesso che la vedeva se ne ricordò, era la stessa porta utilizzata dall'Esercito di Silente l'anno prima per gli allenamenti clandestini, ne era certo. Fece qualche passo verso la porta, il cuore gli batteva forte, e con il fiato sospeso poggiò una mano su uno dei due grossi pomelli color argento che la porta sfoggiava imponente, facendo pressione. Essa si aprì e Draco riuscì a scorgere un pezzo della stanza che nascondeva. Prima di entrare definitivamente, si voltò per guardarsi alle spalle, si sentiva come un ladro che entrava in casa altrui di nascosto, voleva essere sicuro di non essere visto o seguito da qualcuno. Una volta certo di essere completamente da solo, diede una spinta più forte alla porta entrandovi, quello che vide fu davvero impressionate. Restò senza fiato di fronte a quella stanza immensa, così piena di oggetti da non riuscirne a mettere a fuoco nemmeno uno. Si dovette concentrare parecchio per contraddistinguere un vecchio pianoforte, miriade di libri lerci e impolverati, busti di statue a lui sconosciute. Fece qualche passo, entrando in uno degli innumerevoli corridoi formati da tutte quelle cianfrusaglie sparse ovunque. Era la scoperta più assurda che avesse mai fatto in vita sua all'interno della scuola, ma non capiva come quella stanza potesse risultargli utile. Non mostrava vie d'uscita, e quelle poche finestre che c'erano erano veramente alte, facendo filtrare appena la flebile luce della luna in cielo quella notte.

Continuò a camminare, stando continuamente attento a non far crollare nulla per terra, più che dei corridoi sembravano degli strettissimi cubicoli, davvero invivibili. L'odore di muffa e polvere gli solleticò la gola, facendolo tossire ripetute volte.

Più si addentrava all'interno della stanza infinitamente grande e più si preoccupava di non saperne più uscire. Come avrebbe fatto a ritornare indietro? Mentre continuava a camminare incerto, un qualcosa di grande e imponente attirò la sua attenzione, facendogli dimenticare la preoccupazione di non poter più uscire da quel posto.

"Impossibile.." esclamò senza fiato. Un alto armadio si ergeva di fronte a lui, anch'esso parecchio impolverato. Si riusciva a vedere a metà perché coperto da un grosso telo bianco. Draco tese le mani senza esitare, afferrandone una parte e tirando forte. Il telo cadde rovinosamente a terra, facendo alzare nell'aria una grossa nube grigiastra polverulenta che portò nuovamente il giovane a tossire. Cercò di coprirsi bocca e naso con un braccio, ma questo non lo aiutò granché. Una volta terminata la piccola crisi di tosse, il ragazzo tornò a scrutare con avidità e stupore il grosso oggetto di fronte a lui. Era alto e vecchio, dalle forme spigolose, con delle decorazioni ai lati che ricordavano molto delle emaciate mezze lune.

"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora