Capitolo 39

413 31 70
                                    

Draco restò per parecchi minuti in silenzio, ed Hermione non poté fare a meno di notarlo. Tirò su col naso, e stando ben attenta a tenere sempre lo sguardo basso, gli chiese "Va tutto bene?" Adesso era di nuovo lei a preoccuparsi di qualcun altro al di fuori di se stessa.

Il ragazzo alzò appena un angolo della bocca, scosse lentamente la testa per poi battere un paio di volte i palmi delle mani sulle proprie gambe.

"Sì." Mentì spudoratamente, voltandosi a guardarla "Non è di me che voglio parlare." Spiegò, facendole un cenno con il capo.

"Mi dispiace, comunque." Si scusò la giovane, affondando i propri occhi in quelli di lui. Il ragazzo corrugò la fronte, guardandola perplesso.

"Per quello." Precisò lei, posandogli delicatamente una mano sul braccio sinistro. Draco s'irrigidì di netto, perché questa volta la Granger aveva afferrato il braccio esatto. Sotto quei leggeri strati di tessuto, c'era veramente il suo Marchio Nero. Provò goffamente a dissimulare, mostrandosi calmo. Decise di prendere la mano di lei con la propria, stringendola delicatamente. E senza distogliere lo sguardo dalle sue iridi ambrate, accompagnò le loro mani sopra le proprie gambe. Sembrava non essersi accorta di nulla, di non aver percepito il suo stato di pieno panico nel sentirla sfiorare il suo braccio. Il cuore gli batteva forte nel petto, e uno strano formicolio si era impossessato del suo stomaco, scombussolandolo. Ma il suo volto era imperturbabile, mostrava pacatamente tutt'altro. Stava diventando così bravo a mentirle anche fisicamente che forse, avrebbe potuto farci l'abitudine e decidere di rubare fugaci momenti di serenità come quello, semplicemente fingendo di star bene. Ma la verità era che, mentirle non lo faceva più stare bene. Aveva smesso di provare piacere nel gonfiarla di menzogne pur di scamparla, aveva smesso di volerla continuamente sovrastare per averne il pieno controllo... aveva smesso di voler essere obbligatoriamente cattivo. Stava lottando contro se stesso, per far uscire al naturale ciò che era veramente, e non la perfetta copia di quello che desideravano gli altri. Ma era difficile, tremendamente complicato. Non era per niente abituato a comportarsi normalmente, ad essere rilassato e disinvolto con le persone, ad essere gentile oppure comprensivo. Era stato progettato che diventasse e che crescesse così fin dal principio, faceva strano, in quel momento, scegliere di fare ciò che credeva fosse meglio per lui.

Scegliere.

Perché Draco Malfoy aveva appena scelto, dopo tanto tempo, di essere gentile, di non lasciarsi sopraffare dalla paura e dallo sconforto... in quel momento aveva scelto di essere libero, di trattarla come avrebbe davvero voluto fare.

Hermione rimase affascinata dal suo tocco leggero e gentile, aveva bisogno d'attenzione e d'affetto, e lui glielo stava dando, senza chiedere nulla in cambio.

"Tutto sommato, questa giornata non è stata un vero e proprio disastro..." affermò lei con voce leggera, mostrandogli un timido sorriso. "Devo dire che il giro sulla scopa non è stato un completo fallimento."

Lui ghignò sommessamente, assolutamente divertito dalle sue parole. Sapeva bene quanto le fosse piaciuto, e perché.

"Altro che disastro, se fossi stata più coraggiosa saresti stata capace persino di prendere il comando della situazione e portarmi tu stessa da qualche parte."

La ragazza assunse un'espressione bizzarra, ciò fece ridere nuovamente Draco.

"Mi trovi divertente per caso?" chiese sarcasticamente, stringendo leggermente la mano di lui.

"Un po', forse." Ammise con tono velato, sollevando un angolo della bocca "so perfettamente come ci si sente lassù." Aveva chinato il capo, e stava pensando a quanto gli piacesse giocare a Quidditch, a quanto lo facesse sentire libero poter volare.

"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora