Una volta sceso dal treno e aver salutato con un breve cenno del capo i compagni, avanzò lentamente verso la madre, trascinando dietro di sé il proprio baule. Ella stava in mezzo alla folla, ma lui avrebbe riconosciuto quella chioma di capelli biondi e quegli occhi vitrei ovunque. Quando fu al suo fianco si scambiarono un semplice sguardo, la madre gli porse il braccio e lui l'afferrò.
Era sempre turbolento, smaterializzarsi. Ma Draco lo preferiva a qualsiasi altro tipo di spostamento, perché era veloce, semplice e pratico. Un po' brusco forse, soprattutto le prime volte, ma restava comunque un qualcosa di efficiente per lui.
Quando piombarono di fronte al grande portone del Malfoy Manor, le orecchie di Draco vennero ferite da un fortissimo spostamento d'aria causato dal loro arrivo, che gli fece storcere il naso. Ad aspettarli c'era un nuovo elfo domestico, Draco non l'aveva mai visto prima. Il piccolo essere si limitò a salutarli con solenne cenno del capo, per poi precipitarsi verso il baule di Draco, che aveva prontamente mollato non appena i suoi piedi toccarono terra dopo l'arrivo. L'elfo lo prese per un manico e si smaterializzò, scomparendo nell'aria cupa e umida della sera. Quando lui e sua madre avanzarono verso il cancello, quest'ultimo si aprì per magia al semplice gesto secco e preciso della bacchetta di Narcissa. Percorsero il lungo vialetto in religioso silenzio, Draco non le aveva ancora rivolto la parola, e lei aveva fatto lo stesso. Questo gli fece capire che, una volta entrati in casa, il benvenuto non sarebbe stato affatto piacevole, tantomeno glorioso.
Quando arrivarono davanti la porta di casa, Narcissa bussò. Qualcuno aprì leggermente la porta, e dallo spiraglio spuntò il faccione paonazzo di Peter Minus. Draco non ne fù particolarmente sorpreso, casa Malfoy era un covo di Mangiamorte da mesi ormai, ancora prima che lui tornasse ad Hogwarts. Minus gli rivolse un solenne e profondo inchino e spalancò la porta, facendosi di lato per lasciarli entrare.
Uno, due, tre passi e Draco fu finalmente dentro casa sua. Stranamente la ricordava diversa, forse leggermente più luminosa e meno polverosa ma, non era quella la sua principale preoccupazione. La madre gli fece cenno di seguirlo, e così fece. Lo condusse verso il grande salone di casa Malfoy, lì poco era cambiato. Le poltrone e il divanetto ancora dinnanzi al camino, il grande lampadario al soffitto sempre più sporco e pieno di ragnatele, ma comunque maestoso e d'effetto. Il parquet aveva completamente perso il suo colore originario e la sua lucidità, ormai era scuro, impolverato e poco curato. Come avevano fatto in così poco tempo a cadere talmente in basso?
"Bella!" urlò Narcissa, richiamando la sorella, intenta a fare chissà cosa e chissà dove.
Il rumore dei suoi passi svelti e decisi fecero intuire a Draco che si trovasse ai piani di sopra, in attesa del loro arrivo in casa. Ancora prima che il ragazzo riuscisse a rendersene conto, la chioma riccia e indomabile della zia fece capolino dalla porta, mostrandosi a loro in tutta la sua pazzia. Il viso scavato e gli occhi perennemente sbarrati, Azkaban non aveva fatto altro che portarla al suo vero io. Quando i suoi occhi si posarono sulla figura di Draco, la donna accennò appena un sorriso, facendo qualche passo, con estrema lentezza, in sua direzione.
"Mio caro Draco." Lo salutò con tono affabile "finalmente sei tornato."
Il ragazzo rimase immobile, odiava quel suo tono fintamente cordiale, e quel suo sguardo così invadente da farlo sentire terribilmente fuori posto. Così si limitò a rivolgerle un leggero cenno del capo come saluto, avvicinandosi lentamente al camino. Le mani con i pugni serrati dentro le tasche dei pantaloni, la mascella rigida.
"Bene..." esordì la zia, spalancando le braccia "Comincio io o preferisci farlo tu, Cissy?"
"Bella!" la riprese lei con astio, rivolgendole uno sguardo truce "E' appena tornato, lui non..."
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...