Quella giornata trascorse lenta ed inesorabile, e così alla giovane Grifondoro e al principe Serpeverde, sembrò non terminare mai. Le dieci di sera arrivarono con fatica, mentre tutto il peso della giornata stressante, piena di emozioni contrastanti, cominciarono inevitabilmente a gravare sulle loro spalle. Dopo aver tenuto compagnia sia ad Harry che a Ron in infermeria, dove era già arrivata la voce dello strambo modo di camminare di Draco Malfoy, Hermione si trascinò automaticamente fino al settimo piano, fermandosi meccanicamente davanti l'arazzo di Barnaba il babbeo. Quando finalmente la porta d'ingresso della stanza delle Necessità si mostrò a lei, non esitò neanche un istante a scivolarci dentro.
Il Serpeverde stava ancora facendo strada, percorrendo lentamente il sesto piano, del tutto deserto, quando la figura del professor Piton gli si parò davanti. Draco arrestò immediatamente il goffo e stanco passo, davvero indeciso sul da farsi. Scappare da lui sarebbe stato difficoltoso ed inutile, mentre affrontarlo sarebbe risultato seccante... o meglio, soffocante. Gli era grato per avergli praticamente salvato la pelle, ma ciò non voleva dire che improvvisamente lui fosse disposto ad ascoltare ogni suo consiglio sul come comportarsi per essere un Mangiamorte modello. Avrebbe fatto da solo, avrebbe agito per conto suo.
"Buonasera, Draco." Biascicò l'uomo, congiungendo le mani sul ventre. I suoi capelli unti gli nascondevano metà viso, e la luce fioca in corridoio gli illuminava in maniera sinistra il volto, facendo risaltare più del dovuto il suo naso adunco.
"Professore." Lo salutò, sforzandosi di sembrare il più disinvolto e tranquillo possibile.
"Ti ho portato questa." Disse, porgendogli una piccola boccetta, simile a quella trovata sul suo comodino quella mattina. La stringeva fra le mani da quando era uscito dal suo ufficio nei sotterranei, con l'intento di consegnarla direttamente allo stretto interessato. Il perché era alquanto semplice, due chiacchiere con quel moccioso erano essenziali.
"Bevila, ti servirà."
"La ringrazio." Accennò il ragazzo, sistemandola nel taschino interno della sua giacca, facendo subito per andarsene.
"Non.così.in.fretta." l'insegnante gli sbarrò facilmente la strada con il proprio corpo, parandosi dinnanzi a lui.
"Mi lasci andare. Se le può far piacere saperlo, sto proprio andando nella stanza delle Necessità, per quel dannatissimo armadio."
"Non è dell'armadio che vorrei parlare, Draco." Mugugnò con premura, portando nuovamente le mani congiunte sul ventre. "Dov'è la collana?" gli intimò, avvicinandosi di più.
"Al sicuro, nascosta nella mia stanza."
"Bhè, non è lì che dovrebbe stare." Lo freddò con sdegno, fulminandolo con lo sguardo. Il ragazzo indietreggiò di un passo, poi strinse i pugni.
"Non prendo ordini da lei, mi sembrava di essere stato già abbastanza chiaro a riguardo."
"Davvero?" osservò, posandogli una mano sulla spalla sinistra. "Ti ho appena salvato la pelle, Fenrir Greyback avrebbe potuto ucciderti, questo ti dice nulla?"
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...