E come una scena a rallentatore di un film, vide per la prima volta il panico negli occhi di colei che non aveva mai temuto nulla in vita sua. La donna provò a pararsi, ma Hermione era stata più veloce di lei, e l'incantesimo la colpì, manifestando tutta la sua forza. In un brevissimo instante, Bellatrix venne spedita qualche metro più in la, provocando un foro nella sequoia alle sue spalle, quello che venne subito dopo fece tirare un sospiro di sollievo a tutti i presenti. Pochi metri più avanti, una colonna di fumo nero come la pece si alzò in aria, la ragazza ne seguì la rotta, puntandola ancora con la bacchetta, fin quando, allontanandosi, non sparì completamente nel nulla.
Hermione trattenne il fiato ancora qualche secondo prima di abbassare la bacchetta, facendo scivolare il braccio lungo il fianco a peso morto. Le fischiavano forte le orecchie, tutto quello che riusciva a percepire erano il suo fiato mozzo e il battito cardiaco talmente accelerato da farle pulsare violentemente le tempie. Il terrore negli occhi, le labbra schiuse, voltò il suo sguardo verso i suoi amici. Harry non disse nulla, le corse incontro e la strinse forte a se come non aveva mai fatto. Hermione si lasciò andare a quel gesto così sicuro e rassicurante, chiuse gli occhi e per un attimo credette di sentirsi mancare le gambe.
"E' stato...p-pericoloso. Non avresti dovuto." Intervenne Ron avvicinandosi a loro, unendosi timidamente all'abbraccio e guardandosi ancora freneticamente attorno.
"Non credo tornerà." Intervenne il signor Weasley lapidario, mentre George, con un incantesimo riparante, metteva a posto la sequoia e tutto ciò che era stato colpito dai numerosi schiantesimi lanciati freneticamente ovunque. Fu in quel momento che Hermione li sentì, i suoi genitori si erano riversati in strada e correvano verso di lei.
Harry la lasciò immediatamente andare, mentre la madre e il padre della ragazza le piombarono addosso. La signora Granger aveva il viso deformato dal terrore, mentre il padre si tratteneva in vano dal piangere.
"Tesoro mio, stai bene?" singhiozzò la donna, prendendo con premura il volto della figlia fra le mani. Hermione riuscì semplicemente ad annuire, le parole non riuscivano ancora ad uscirgli dalla bocca.
"Dobbiamo andarcene immediatamente." Suggerì Fred, alle spalle dei signori Granger.
"Come facciamo ad essere sicuri che non tornerà?" gemette Hermione, voltandosi verso Arthur che, con occhi apprensivi, la scrutava da capo a piedi.
"Userò un incantesimo di protezione sulla casa, ma il loro obbiettivo non sono i tuoi genitori, Hermione."
"Sono io." Affermò con durezza Harry, stringendo i pugni. "Forse non sarei dovuto venire. La situazione peggiora ogni minuto che passa, avrei dovuto immaginarlo che qualcuno avrebbe quantomeno provato ad attaccarci."
"Amico, non cruciarti." Rispose George, mettendogli una mano sulla spalla. "Sarebbe potuto succedere comunque. Siamo tutti sotto lo stesso tetto, non si fermeranno fin quando non ci avranno sterminato tutti."
A quelle parole, la signora Granger strinse la figlia più forte a sé, come a volerla proteggere.
"Hermione, dobbiamo andare." Disse Arthur, avviandosi verso la porta di casa. Togliersi dalla strada era essenziale. Lei annuì debolmente, diede un bacio alla madre e al padre, e con le ginocchia ancora tremanti fece ingresso in casa, raggiungendo il baule e Grattastinchi sulle scale. Il gatto era visibilmente spaventato, completamente compresso sul fondo del trasportino, gli occhi sbarrati e il corpo mosso da un violento tremore. Cercò sbrigativamente di rassicurarlo, e dopo qualche istante si riversò nuovamente in strada.
"Non qui." Disse Fred, indicando con un cenno della testa il retro della casa. I suoi genitori tornarono velocemente dentro, Arthur pronunciò l'incantesimo e quando ebbe finito li raggiunse sul retro.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...