Era già tutto pronto, i bauli stazionati vicino la porta d'ingresso di casa Granger. Grattastinchi rinchiuso nel suo trasportino, riusciva quasi a riempire tutto il silenzio che, in quel corridoio, faceva da padrone da parecchi minuti ormai. Hermione guardò bene la sua casa, come faceva tutti gli anni prima di prendere l'espresso per Hogwarts e lasciare i suoi genitori da soli, almeno fino all'inizio delle vacanze di Natale. Sospirò, prese il trasportino contenente il suo gatto ancora furente, aspettò che suo padre aprisse la porta di casa e uscì fuori.
Come tutti gli anni, i signori Granger accompagnarono la loro figlia al binario, per augurarle un buon anno scolastico e per salutarla come si deve.
Hermione gli mancava, certo, ma erano così fieri di lei e della strega che era diventata che la sua assenza era ogni anno un po meno dolorosa, ma ne era valsa la pena. Era diventata la strega più brillante della sua età.
Durante il breve viaggio in auto la ragazza guardava fuori dal finestrino, completamente assorta nei suoi pensieri. Forse aveva solo bisogno di una bella chiacchierata con i suoi amici, di un abbraccio.
Come suo solito fare, aveva passato quasi tutta l'estate sui libri, tranne la settimana in cui lei e i suoi genitori furono in vacanza, quella fu un completo relax, senza compiti o magia, solo lei e la sua famiglia. A suo parere, la parte migliore del periodo estivo.
La ragazza aveva avuto il piacere di passare del tempo con i suoi due migliori amici solo qualche settimana prima, per prendere l'occorrente necessario per il nuovo anno scolastico a Diagon Alley, eppure quella volta non fù un incontro del tutto privo di colpi di scena, bensì il contrario.
Hermione si arrovellava spesso il cervello nel pensarci, nel trovarci una spiegazione plausibile, eppure in quel momento non importava. Hogwarts le mancava da morire, e non vedeva l'ora di rimetterci piede per il suo sesto anno. In quel momento non riusciva davvero a pensare ad altro.
Capelli un po' arruffati, maglietta bianca a righe rosa, un paio di jeans. Hermione Granger era in piedi, con i suoi due bauli e Grattastinchi finalmente tra le braccia, più che felice di trovarsi fuori da quel frustrante, piccolo e scomodo trasportino, al binario 9 e ¾. Era impossibile tenere il suo gatto ancora rinchiuso, avrebbe dato di matto sul treno e sarebbero stati guai per lei. Non amava essere rinchiuso in degli spazi particolarmente ristretti, preferiva di gran lunga passeggiare un po' dappertutto e, nel caso si viaggiasse sull'Hogwarts Express mettersi comodo in braccio alla sua padrona.
"Hermione!" la ragazza si sentì chiamare. Quella voce era inconfondibile per lei.
"Harry!" cercò di stringerlo il più forte che poteva, provando però a non schiacciare il gatto che teneva in braccio. "Come stai?" le chiese subito lui, sorridendole. Alla vista di Harry il gatto miagolò piano, facendo le fusa. Il ragazzo gli grattò con affetto la testa. "Bene! Mi siete mancati un sacco tu e Ron! A tal proposito, dov'è?" corrugò la fronte, guardandosi in torno in cerca dell'amico dai capelli inconfondibilmente color carota. "Oh, sarà qui da qualche parte, credo. Era con me giusto un momento fa." Il ragazzo le rispose quasi con fare nervoso, pensava di averlo alle costole e invece, sembrava fosse sparito. "Bhè, mi piacerebbe salutare la signora Weasley, prima di andare!"
"Ecco, guarda! Lì c'è Ginny." Harry la indicò tenendo un dito in sua direzione, Hermione mise il turbo e li raggiunse quasi correndo. Era così felice di rivedere facce amiche, quasi non ci credeva. Aveva passato sicuramente un'ottima estate quell'anno con i suoi genitori, ma qualcosa durante quel periodo la rese costantemente malinconica. Aveva sempre la testa a loro tre, Ginny, Ron ed Harry.
Ginny la vide arrivare, le si illuminarono gli occhi, prese la rincorsa e l'abbracciò forte.
Hermione si sentì riempire il cuore, adesso ne era sicura. Loro, erano tutto quello di cui aveva bisogno.
STAI LEGGENDO
"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...