Sul treno, mentre tutti si godevano dolcetti, chiacchiere amichevoli e i magnifici paesaggi che si potevano osservar scorrere dal finestrino durante il viaggio, un ragazzo dai capelli argentei stava seduto nel suo scompartimento in fondo al treno. Fissava incessantemente il vuoto, quasi come si fosse perso in un mare immenso e profondo, lontano chilometri e chilometri da dove si trovava concretamente il suo corpo. L'oscillare del treno l'ipnotizzava, sembrava quasi come se non dovesse riprendere a vivere mai più.
Il braccio sinistro non gli faceva male quasi mai, sperava solo non gli bruciasse da un momento all'altro, magari durante lo svolgimento di qualche lezione. Non avrebbe mai potuto sopportare di vederlo. Il Signore Oscuro gli faceva paura, ma non aveva scelta. Nella sua vita, non ne aveva mai avuta alcuna.
Passava ore a massaggiarsi il braccio, come se gli prudesse o potesse in qualche modo arrecargli fastidio, ma in verità nulla di tutto ciò gli succedeva. Forse era solo la vergogna, la consapevolezza di essere marchiato a vita, di essere in debito con qualcuno, di dover sottostare a delle regole e a dei piani precisi, prestabiliti, infrangibili.
O forse no, forse questa sarebbe potuta diventare un'occasione per lui e la sua famiglia, un punto di svolta. Li avrebbe ricoperti di orgoglio, soprattutto suo padre, Lucius Malfoy sarebbe stato fiero di suo figlio. Finalmente sarebbe stato bravo in qualcosa. Il Signore Oscuro gli sarebbe stato grato a vita, e per questo li avrebbe lasciati vivere in pace e ricchi di potere. La famiglia di Malfoy sarebbe tornata in auge, proprio come ai vecchi tempi. Temuti e rispettati da tutti.
E lui, Draco Malfoy, sarebbe potuto diventare qualcuno. Era stato scelto, fra tutti gli altri proprio lui. Forse, per una volta San Potter avrebbe smesso di gongolare senza motivo alcuno per il castello, come se fosse il Re del mondo, come se tutti fossero suoi servi.
Draco l'odiava, eccome se l'odiava, lui e quella sua combriccola di spostati. Disgustosi, spregevoli, rivoltanti palloni gonfiati. Erano solo feccia, fraternizzare con i sanguemarcio poi, che disonore. Quella Granger era la peggiore tra i tre, forse anche più di Potter. Una sporca babbana messa alla pari di un purosangue come lui, incredibile. Sempre lì in mezzo, sempre pronta a salvare la situazione e ad emettere l'ultima parola, una sotuttoio. Al sol pensiero di lei a Draco fremevano le mani. Se solo avesse mai potuto, le avrebbe dato il ben servito una volta per tutte.
Quell'anno però, era deciso ad ignorare tutto il resto, ormai Hogwarts era solo una perdita di tempo per lui, era lì solo per svolgere il suo compito. Era stato scelto, avrebbe avuto un'occasione, una sola. Doveva sfruttarla al meglio, anche se questo l'avrebbe portato all'inferno.
"Draco?" la voce fastidiosa della ragazza accanto a lui lo riportò con i piedi per terra "sei zitto da minuti ormai, tutto bene?"
"Argh..." sputò sprezzante lui "Hogwarts, un patetico e scadente prototipo di scuola. Dio, quanto è caduto in basso questo posto." continuò, suscitando un pizzico di stupore nella compagna, che attonita dalle sue parole lo fissava.
"Non sprecherò del mio tempo ancora a lungo in quel dannato posto che chiamiamo scuola."
"Che intendi?" chiese lei, assolutamente stralunata dalle parole dell'amico. Un ragazzo dalla pelle ambrata, da poco rientrato da un invito a pranzo in un altro vagone, era seduto insieme a loro, ghignando spudoratamente. Che trovasse lo sfogo di Draco inopportunamente divertente?
"Ti faccio ridere, Blaise?" il biondo dagli occhi di ghiaccio lo incenerì con lo sguardo.
"Bhe, vedrete." Aggiunse in un sussurro, quasi come se lo stesse promettendo di più a se stesso che a loro.
"A proposito, invece di ridere, perché non ci racconti com'è andato questo ... pranzo?"
D'un tratto quel particolare gli ritornò in mente, la curiosità era fin troppa.
STAI LEGGENDO
"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...