Continuò a denti stretti, ormai le loro labbra quasi si sfioravano.
"C'è del buono, in te. Non mi succederà nulla di brutto." Hermione pronunciò quelle parole con una tale convinzione, sembrava stesse parlando non solo con lui, ma anche con se stessa. Desiderava ardentemente quel contatto, ogni centimetro della sua pelle chiedeva di lui. Voleva che le dicesse che sarebbe andato tutto bene, che c'era qualcosa fra loro... di non aver vissuto tutto in uno stupido sogno.
"Io sono... il male." Gemette il compagno con riluttanza, voleva annullare le distanze e baciarla, sentirla ancora una volta sua. Assaporare le sue labbra e affondare le dita nei suoi capelli morbidi, attirandola a sé. Ma decise di essere schietto, palesandole la vera e propria pericolosità di stargli anche solo così vicino. Anche questa volta la sua mente lo pose davanti allo stesso dilemma che si era presentato l'ultima volta, come avrebbe fatto a fermarsi? Come avrebbe fatto con la storia del Signore Oscuro? Come avrebbe fatto con la sua famiglia, con la mente malata e contorta del padre che, se solo avesse saputo di Hermione, avrebbe potuto ucciderla a vista? Come avrebbe fatto... se quell'ennesimo bacio, avrebbe potuto significare certamente la sua morte e quella dei suoi genitori? Sarebbe mai riuscito a perdonarsi per questo?
La ragazza scosse il capo, come se si fosse appena destata da un sonno profondo. Con delicatezza allungo il braccio, poggiando la mano sulla sua guancia, carezzandola con il pollice e invitandolo così a riaprire gli occhi. Quando fu certa di avere la sua completa attenzione, il cuore le disse di pronunciare quelle precise parole, e di farlo senza timore. Perché in fin dei conti, era ciò che provava in quel momento.
"Non mi interessa che cosa credi di essere."
"Che intendi?" sussurrò lui, schiudendo le labbra. Lo stupore gli incorniciò il volto, e il cuore prese a battere così forte da fargli male.
"Mi interessa solo quello che so di sapere, non credo che tu sia davvero cattivo, Draco."
Fu allora che non ebbe più dubbi, le mise una mano dietro la nuca, affondando le dita affusolate fra i capelli di lei e la baciò, annullando definitivamente le distanze. Il suo attirarla a sé fu come una preghiera, dimostrandogli che anche un angelo precipitato all'inferno e trasformatosi in male puro come lui, meritava di essere amato. Meritava di essere toccato, di essere inebriato in tal modo da perdere completamente la testa, avvertendo ogni cellula del proprio corpo esplodere in tanti piccoli pezzi. Hermione gli prese il volto fra le mani, rispondendo con entusiasmo al suo gesto, lasciandosi alle spalle la timidezza e l'imbarazzo dell'ultima volta in cui le loro labbra si erano toccate. Il cuore di lei cominciò a tamburellargli forte nel petto, il sangue le scorreva veloce nelle vene, e le farfalle allo stomaco erano nuovamente tornate, solleticandola e rendendola infinitamente felice. Draco continuava ad attirarla avidamente a se, non riusciva a smettere di accarezzarla, lungo la nuca, le guance, il mento per poi raggiungere la schiena. Le sue dita correvano maestre lungo ogni centimetro del suo corpo, provocandole continui brividi di piacere. Hermione schiuse le labbra, lasciando spazio alla lingua del Serpeverde, che si insinuò dentro la sua bocca con fare deciso ma garbato. La giovane fece subito lo stesso, lasciando che quest'ultime si unissero, cominciando a danzare in perfetta sincronia, lasciando che si conoscessero nuovamente, rincorrendosi, mollandosi ogni tanto per poi ritrovarsi nuovamente.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...