Capitolo 34

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Quando Hermione tornò al suo scompartimento, il rientro non fu particolarmente clamoroso. Non parlò, e non scambio neanche uno sguardo con nessuno dei presenti. Ritenne opportuno tenere la bocca chiusa, dato che ad intrattenere il viaggio, anche se in modo piuttosto sgradevole, c'erano già Ron e Lavanda. Quando la riccia fece il suo ingresso nello scompartimento, lei era già lì, avvinghiata come una pianta Tentacolum a Ronald che, con sguardo evidentemente sofferente, si limitava ad assecondarla a tutto ciò che chiedeva o diceva. Harry, Ginny, Neville e lei erano stati costretti a passare le restanti ore del viaggio a sorbirsi i loro continui e rumorosi sbaciucchiamenti, per non parlare della scenata a dir poco ridicola riguardo alla collana di Ron, Lavanda gliel'aveva regalata per Natale, ma lui non l'aveva mai messa fino a quel momento.

"Dai Ron-Ron, mettila! Ti starà benissimo!" cinguettò la Brown, cingendogli il collo con le braccia.

Il ragazzo dopo numerose smorfie si dovette arrendere, indossando quel pacchiano gioiello color oro a forma di cuore, con su scritto 'Il mio amore', un affare davvero di poco gusto. Guardare fuori dal finestrino fu l'unica cosa che aiutò la mente della giovane Grifondoro a dilagare, lasciando così che i suoi pensieri vagassero lontano da quel treno, lontano da Ron e Lavanda, lontano da Harry e da Draco stramaledetto Malfoy.


Era tardo pomeriggio quando il treno si fermò, e con altrettanto religioso silenzio, Hermione e gli altri raccattarono i propri bagagli e scesero in strada. Presero la prima carrozza disponibile, e una volta al castello ognuno per sé, senza troppe cerimonie. Quando fu finalmente nella sua stanza, la giovane gettò il proprio baule ai piedi del letto, liberò Grattastinchi dal trasportino e si lasciò cadere sul letto, chiuse gli occhi inspirando profondamente. Prima di scendere giù per la cena avrebbe fatto meglio a cambiarsi, ma non aveva alcuna voglia di farlo. Era ancora così nervosa e turbata dagli avvenimenti sul treno che avrebbe anche fatto a meno della cena, quella sera. Prima di salire in dormitorio, Harry le aveva lanciato una certa occhiataccia che le aveva fatto gelare il sangue nelle vene. Forse era stata davvero troppo dura con loro... a che prezzo, cercare di coprire i comportamenti assurdi di Malfoy, che nemmeno lei riusciva a capire? Eppure, non riuscì a farne a meno. Le aveva dato così tanto fastidio, che non si era nemmeno resa conto di aver alzato la voce e di star prendendo le sue difese. Si rigirò nel letto, mettendosi a pancia sotto, affondando così il viso nelle coperte. Strizzo gli occhi

'Che stupida che sono!'

si disse, rigirandosi nuovamente, tornando a guardare il soffitto.

Sbuffò sonoramente, e dandosi una leggera spinta si alzò dal letto. Basta lagnarsi, doveva vestirsi e scendere di sotto per la cena, volente o nolente.

Arrivata in sala comune, Harry era già lì affiancato da Ron che, finalmente, era riuscito a scollarsi di dosso Lavanda. Hermione notò immediatamente quella ridicola e pacchiana collanina spiccare sulla cravatta rossa e oro, ed era piuttosto evidente che lui si sentisse a disagio ad averla indosso. Ma forse era meglio così, chi voleva una copiosa scenata di lui e Lav-Lav che si urlavano contro per una stupida collana?

"Dov'è Ginny?" chiese lei con calma, nella speranza che anche Harry si fosse raffreddato nei suoi confronti.

"Non so." Rispose di rimando vago, distogliendo lo sguardo da lei.

"Credo stia per arrivare." Aggiunse sommessamente Ron, gettando, come aveva fatto l'amico, il proprio sguardo da un'altra parte. Era ovvio che non volessero parlare con lei, in quel momento. Così Hermione si sforzò di non farci caso, e una volta arrivata Ginny, si avviarono verso la sala Grande, già gremita di studenti. Presero posto, ma quella sera c'era decisamente qualcosa di strano. Harry, che di solito sedeva tra Hermione e Ron, oppure proprio al fianco di lei, decise di prendere posto dall'altra parte del tavolo. Ritrovandosi così fra Ginny, che stava alla sua destra, e Neville, che stava alla sua sinistra. Ron si sistemò comunque al fianco di Hermione, ma aveva assolutamente l'aria di uno che avrebbe preferito sprofondare all'istante, piuttosto che vivere quel momento così imbarazzante da farlo diventare paonazzo in volto. Hermione sbuffò sonoramente, e per l'ennesima volta cercò di non dare troppo peso a quei movimenti che sapevano assolutamente di guai in vista. Questo perché Lavanda sedeva poco più avanti di loro, affiancata da Calì. Continuava a sorridere mielosamente in direzione di Ron, e a lanciare occhiatacce ad Hermione che, proprio in quell'istante, non voleva avere nulla a che fare con lui e con il resto dei suoi amici.

"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora