Al licenziamento dall'Infermeria di Ron ed Harry, la vita di tutti i giorni di Hermione risultò decisamente più ardua e dura da affrontare. Impedire a se stessa di far trapelare il suo mal umore era praticamente impossibile, avrebbe di gran lunga preferito consegnarsi al Platano Picchiatore e farsi ridurre a brandelli, piuttosto che tentare di mantenere il sorriso praticamente ventiquattro ore su ventiquattro. Ginny, la giovane di casa Weasley, era stata l'unica a non voler infierire sulla situazione, restandole affettuosamente vicina tutte le volte che serviva. Ma per quanto quest'ultima continuasse ad assecondare la compagna, le solite domande che regolarmente non avevano mai ricevuto una risposta, continuavano a frullarle insistentemente per la testa.
"Ho già consegnato la mia a Ron." Le fece notare, alludendo alle autorizzazioni per l'uscita ad Hogsmeade di quel fine settimana "Ti aiuto con quelle degli altri, se vuoi."
"Oh, certo Ginny, va bene." Le rispose con la testa fra le nuvole, mentre appuntava su una pergamena degli appunti fondamentali per la seguente lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
"Ma hai almeno mangiato stamattina?" la incalzò, tirandole un'amichevole gomitata per attirare davvero la sua attenzione.
"Si, ho mangiato qualcosa."
"Ciao ragazze." Li salutò Harry, sedendosi di fronte a loro, seguito immediatamente a ruota da Ron che, con sguardo furtivo e movimenti lenti e studiati, si accingeva a sedersi a fianco dell'amico.
"Si può sapere che accidenti hai?" lo rimbeccò la sorella, osservandolo con circospezione.
"Mi assicuro che lei non sia nei dintorni, sai... vuole uccidermi." Spiegò ansimante, con un ombra di terrore negli occhi.
"Lei?" si accigliò Hermione, alzando fugacemente lo sguardo sul compagno "Di che parliamo?"
"Ma di Lavanda, naturalmente." Le sussurrò Ron, sporgendosi leggermente verso di lei e posizionando una mano a coppa vicino alla bocca. Non voleva rischiare di essere sentito da orecchie indiscrete, non era solo Lavanda di cui avrebbe dovuto preoccuparsi, perché persino le sue amiche più fidate avevano cominciato a squadralo con disgusto ogni qualvolta lo incrociavano per i corridoi del castello. Hermione corrucciò le sopracciglia, confusa.
"Lavanda? Cos'è accaduto?" chiese distrattamente, tornando a scrivere sul foglio di pergamena.
"L'ho detto circa un milione di volte da ieri mattina." Si lamentò il giovane Weasley sbuffando "l'ho mollata." Sputò in fretta, guardandosi minuziosamente intorno, come se aver pronunciato quelle parole potesse attirare magicamente l'immediata presenza della sua, ormai, ex fidanzata.
"Oh." Fece la riccia, con finto dispiacere dipinto sul volto "Già, bhe meglio così." Commentò.
"Decisamente." Convenne Harry, incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fiksi Penggemar« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...