Capitolo 5

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"Dico, ma avete visto che faccia aveva la zannuta? Davvero ridicola, povera ingenua."

Ora di pranzo: tutta quanta la scuola era riunita nella sala grande per banchettare. Tutti divoravano qualcosa, continuando a riempire i propri piatti delle innumerevoli pietanze proposte dalle cucine. Salsicce e purè di patate, arrosto di carne al forno con contorno di patate e verdure, delle vere delizie per il palato. Il profumo che c'era nella stanza era a dir poco inebriante, si respirava un'aria di estrema calma e tranquillità dopo le faticose ed impegnative lezioni del mattino. Risate fragorose e chiacchiere riempivano l'ambiente, sapeva quasi di casa.

"Piantala Pansy." L'ammonì Draco, continuando a scartare i piselli dalle patate arrosto che aveva sul piatto. Il suo comportamento infantile lo frustrava, e non poco.

"E perché dovrei? Se l'è meritato. Non vedo l'ora che arrivi la partita di Quidditch contro di loro, li stracceremo, e così sarà costretta ad andare a piagnucolare nuovamente da qualche altra parte!" il sorriso sul volto di Pansy era davvero perfido, non riusciva a non pensare ad altro che a questo. A quanto fosse importante e divertente perseguitare i Grifondoro dalla mattina alla sera, ma in particolare la Granger. Per lei aveva un debole, era la sua vittima preferita per così dire. Che fosse lei l'artefice dello sfregio o qualcun altro non le importava, Pansy era sempre in prima linea pronta a dire la sua.

Draco non la stava più nemmeno ad ascoltare. Tutta l'adrenalina che aveva provato lanciandole un incantesimo che non fosse quello ordinatogli dal professor Piton, era svanita. Cosa era rimasto di tutto l'impegno che ci aveva messo nel farsi forte agli occhi dei suoi compagni? Un bel nulla. Non gli dispiaceva per lei, questo era certo, dopotutto la mezzosangue per lui era soltanto una grossa rottura di scatole, ma qualcosa non andava in lui. Non riusciva ad esserne felice come lo sarebbe stato in altre circostanze. Sbuffò rumorosamente, era esausto, non c'era tempo per queste sciocchezze da scolaretti, doveva pensare ad altro. Doveva pensare solo e soltanto a portare avanti il suo piano.

"Io non ho più fame, ci vediamo dopo." Disse, congedandosi dai suoi compagni e avviandosi verso l'uscita. E camminando verso la porta, attirato come da una calamita si voltò a fissare il tavolo dei Grifondoro, lei non c'era.

Forse aveva esagerato nei suoi riguardi? No di certo, aveva fatto anche di peggio, non poteva essere più grave di qualsiasi altra cosa.

Uscito dalla sala grande cominciò a incamminarsi verso il bagno dei Prefetti, aveva voglia di stare da solo e di non pensare a qualsiasi tipo di sciocchezza intorno a lui.

Durante il suo cammino incontrò vari studenti del primo anno che, a causa della sua fama nel togliere punti a dismisura a chiunque pur di dimostrare la propria potenza ed autorità, al suo passaggio se la filavano via di corsa, senza se e senza ma.

Precisamente, cosa era diventato? Un mostro forse, faceva paura a la maggior parte delle persone che conosceva. C'era chi lo evitava tassativamente e chi cercava di fare di tutto pur di farsi notare da lui ed entrare nelle sue grazie, stringere amicizia perfino. Tutto questo gli era sempre piaciuto, lo aveva sempre interessato, fino a quel momento. Quel momento in cui è dovuto diventare grande da un secondo all'altro. Quel momento in cui si dice 'O la mia vita, o la tua', ma nel suo caso non esisteva proprio altra scelta. C'era solo e soltanto la sua vita di mezzo, e quella dei genitori. Sarebbe stato l'unico a perdere se non avesse portato a termine ciò che il Signore Oscuro gli aveva ordinato di fare.

"Draco." Una voce annoiata e asciutta lo chiamò. Il ragazzo volse il suo sguardo alla persona che l'aveva chiamato per nome e il suo primo pensiero, una volta constatato di chi si trattasse, non fu positivo. Di sicuro non sarebbe stata una conversazione piacevole.

Era Piton a chiamarlo, i capelli lunghi neri ed unti gli incorniciavano il viso giallastro e stanco, e quel naso adunco poi. Era un uomo alto e autoritario, il suo sguardo vacuo provocava timore in qualsiasi studente, ed andava in giro sempre con quella veste nera. Gli studenti di Hogwarts erano abituati a riconoscerlo sempre e ovunque, e forse era l'insegnante più odiato e temuto di tutta la scuola.

"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora