"Harry, mio caro ragazzo che piacere!" Horace Lumacorno aveva appena fatto il suo rumoroso ingresso nella sala Grande, durante la colazione. Al suono della sua voce squillante il ragazzo sussultò.
"Salve, professore!" abbozzò Harry nervoso, rivolgendogli un sorriso.
"Non posso prometterti che tiferò per voi alla partita, ma sappi che spero in una tua formidabile prestazione, ragazzo!"
Harry annuì cordialmente, e proprio in quel momento Ron fece capolino dalla porta della sala Grande. Il compagno alzò la mano per farsi notare e Lumacorno si girò a guardare il rosso avvicinarsi a loro.
"Buona fortuna anche a te, Wollenby." il professore sorrise gioiosamente verso di lui, e il ragazzo faticò così tanto nel ricambiare quel gesto, che il suo sorriso risultò più una smorfia che un saluto. Non appena fu andato via, si accomodò accanto al compagno. "Andrà bene Ron, vedrai." Lo incoraggiò Seamus dall'altra parte del tavolo. Il giovane non ne sembrava più poi tanto sicuro.
Dieci Ottobre, prima partita di Quidditch della stagione, Grifondoro contro Serpeverde. Hermione si sedette nervosamente al tavolo della sua casata, osservando infervorata Ron scartare uova e bacon sul piatto.
"Avanti, mangia Ron! Non fare lo stupido. Andrai bene." lo rimproverò, aggrottando leggermente la fronte.
"Facile per te dirlo, non sei tu il nuovo portiere della squadra dalla quale mezza scuola si aspetta letteralmente magie sul campo." ribatte acidamente lui, fissando il piatto con sdegno.
"Che diamine portava sotto braccio Lumacorno?" chiese curioso Harry all'improvviso, salvando il rosso da un'assicurata risposta acida da parte di Hermione.
"Non so, ma a me non sembrava certo una bottiglia di succo di zucca quella." commentò Ron, gettando un'occhiata al suo migliore amico.
"Chissà." Ribattè Harry, facendo spallucce. Era il giorno della ribalta per il giovane Weasley, e sarebbe dovuto filare tutto liscio. Il ragazzo non si sentiva per niente rassicurato, lo stomaco gli si contorceva dal nervosismo e gli odiosissimi cori da stadio provenienti dal tavolo dei Serpeverde non lo aiutavano per niente. Hermione scoccò un'occhiata malefica alla Parkinson che, proprio in quel momento, era balzata in piedi urlando cose come "Sfigato di un Weasley!" ed altro come "Finirai dritto in infermeria dopo i primi dieci minuti."
"Facciamo cinque!" la corresse Nott, sghignazzando malamente.
"Oh accidenti." soffiò acidamente rivolgendosi a Ron, agitando le mani "Ignorali!"
"Mi ritiro." Commentò il ragazzo, la sua faccia prese un colorito piuttosto verdognolo.
"No che non lo farai, un po' di succo?" intervenne subito Harry, allungando all'amico un bicchiere traboccante di succo di zucca.
Fu un'attimo, Hermione partì come una scheggia "Fermo!" lo ammonì tempestivamente a denti stretti. "Quel coso.." e indicò il bicchiere con gli occhi, poi rivolse uno sguardo torvo ad Harry "Gli ha messo dentro qualcosa!" spiegò con il panico in volto.
"Prego?" domandò il moro noncurante, ficcandosi in tasca una piccola boccetta dal colore perlaceo.
"Ti ho visto, non provare a mentire! E' la Felix per caso?" la compagna si accese all'istante "E' illegale!" le sue guance si erano colorate di un rosso intenso, perché improvvisamente la rabbia e l'indignazione la pervasero, facendola sentire terribilmente furiosa.
"Piantala, non sai di cosa parli!" l'ammonì lui, alzando gli occhi al cielo.
"Harry!" la voce chiara e squillante di Ginny li fece sussultare, la ragazza stava correndo a gran velocità verso di loro. Rivolse una veloce occhiata al fratello poi, rivolgendosi ad Harry, disse tutto d'un fiato "Malfoy si è ritirato!"
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...