Quando rientrarono tutti e tre nella sala Comune di Grifondoro, Hermione si gettò su Harry riempiendolo di domande.
"Che accidenti ti è saltato in mente? Dico, ma ci pensi? Avresti dovuto evitare di rivelargli quell'informazione." Lo rimbeccò, posizionandosi proprio dinnanzi a lui. L'amico aveva ancora il fiato corto, e il suo sguardo guizzava nervosamente da una parte all'altra della stanza, quella maledetta sensazione di rabbia non aveva ancora smesso di circolare veloce dentro di lui.
"Così ho avuto quello che volevo, è praticamente ufficiale! Non mi serve vedere il suo Marchio Nero, Hermione lui è un Mangiamorte!" sbottò, alzando un braccio verso la porta, indicandola, come se Malfoy si trovasse ancora vicino a loro. Ron sospirò, portando le mani sui fianchi "Credi che abbia architettato qualcosa?" chiese pacato, fissandolo.
"Lo so per certo! Ecco perché la mappa non lo segnava, sono stato uno stupido, come ho fatto a non arrivarci prima?" s'interrogò, battendo una mano sulla propria fronte, strizzando gli occhi.
"Come fai ad esserne sicuro? Chi sono questi tuoi informatori?" chiese stizzita la ragazza, avvicinandosi ancora.
"Dobby, ho chiesto a Dobby di seguirlo quando poteva..."
"Dobby?!" sbottò lei, strabuzzando gli occhi "Gli hai dato degli ordini?"
"No, ho solo chiesto un favore ad un amico, Hermione!" la rimproverò con fare nervoso, torreggiando pericolosamente su di lei.
"Perché non ce l'hai detto?" la ragazza incrociò le braccia al petto, e il suo volto assunse il classico cipiglio severo, così maledettamente simile a quello della McGranitt.
"Te l'ho detto, mi avreste dato nuovamente del pazzo."
"Un po' fuori di testa lo sei..." intervenne Ron, abbassando lo sguardo sul pavimento"Hai rischiato grosso, sai quanto Malfoy abbia lo schiantesimo facile con te."
"Non mi importa." Ribatté subito Harry "Abbiamo altro di cui preoccuparci adesso!"
"Tipo Lumacorno, ad esempio! O te ne sei dimenticato?"
"Non l'ho dimenticato, Hermione! Ho in mente un modo per convincerlo a confessare, o almeno così credo..."
"Se non avessi perso tutto questo tempo alle calcagna di Malfoy, forse avresti già avuto ciò che serviva a te e Silente!"
"Credi sia così facile, bhe perché non te ne occupi tu allora?" urlò a mezza voce, sgranando gli occhi e venendole quasi addosso.
"Perché non sono io il Prescelto, Harry! Silente ha chiesto aiuto a te, dovresti aiutarlo e non perdere tempo dietro ad altro!"
"Ma non capisci?" la scosse lui, afferrandola per le braccia "Sai cosa significa il fatto che lui sia un Mangiamorte? Il fatto che sparisca, il fatto che sia sempre così strano e messo male? Che Voldemort gli ha dato un compito da svolgere! Che sta architettando qualcosa per mettere allo scoperto la scuola!"
Il cuore di Hermione perse un battito, l'armadio Svanitore era un oggetto dalla magia molto antica, utilizzato parecchi anni prima della loro nascita per spostare cose o persone da un posto all'altro, senza essere rintracciati, senza doversi necessariamente smaterializzare.
Quello nella Stanza delle Necessità, forse non era l'unico armadio che lei, insieme ai suoi amici, era riuscita a vedere fino a quel momento. Il sangue le si gelò nelle vene, i suoi occhi cominciarono a pizzicare, bruciando leggermente.
"Non può essere..." gemette, riferendosi di più a ciò che la sua mente stava pensando che alla discussione in atto con Harry e Ron.
"Invece sì." Convenne Ron a bassa voce, socchiudendo gli occhi e sbuffando.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...