Era una fredda mattina di metà Gennaio, ed Hermione era piacevolmente raggomitolata alle coperte, mentre le sue piccole mani stringevano forte un lembo di cuscino. Aprì leggermente gli occhi, una flebile luce filtrava dalla finestra. Quando riuscì finalmente a mettere definitivamente a fuoco la stanza intorno a sé, capì che quella sarebbe stata una giornata cupa e malinconica a causa delle numerose nuvole grigie che continuavano a nascondere i primi raggi del sole del mattino. Scostò leggermente la coperta, scoprendo le gambe, e un brivido di freddo le pervase l'intero corpo, facendola sussultare. Si mise frettolosamente a sedere sul materasso, prendendo lentamente confidenza con la temperatura della stanza. In altre circostanze, la ragazza sarebbe già scattata in piedi, pronta per il bagno e la rinfrescata mattutina prima d'indossare la divisa scolastica, ma non in quel caso. Restò con le gambe a penzoloni per qualche minuto, prima di convincersi a posare i piedi nudi contro il freddo pavimento di pietra. Numerosi brividi le percorsero il corpo, facendole venire la pelle d'oca sotto il caldo pigiama di lana. Affondò una mano fra i capelli, ancora scompigliati e gonfi per via della notte passata a strofinarli contro il cuscino. Ne tastò distrattamente la consistenza, ma la sua mente era proiettata su tutt'altro. L'immagine di lei, stretta al petto di Draco Malfoy la fece inevitabilmente sorridere. Si sentiva leggermente stupida per averlo fatto, le sembrava di starsi comportando come una bambina di quattordici anni, perdutamente innamorata del compagno di banco, ma come avrebbe potuto non fare altrimenti? Per la prima volta, le aveva dato davvero tutto ciò di cui aveva bisogno. Attenzione, affetto, aveva persino provato a farla sorridere. Sembrava di aver avuto davanti gli occhi un'altra persona, perché il Draco che conosceva non era mai riuscito ad interagire così con un coetaneo, tantomeno con una donna. Tante voci di corridoio le erano arrivare inevitabilmente all'orecchio negli anni, vociferando che lui e la Parkinson stessero insieme, ma non era mai stata davvero sicura. Il Serpeverde era sempre troppo distaccato, e lei così fastidiosamente presente ed appiccicosa. Non sembrava proprio che avessero l'aria di una coppia, non ci aveva mai dato troppo peso perché non le interessava, ma infondo non ci aveva mai creduto.
Ma aldilà di questo, continuava a pensare che ci fosse qualcosa di veramente grosso dietro le sue spalle, perché era vero che fosse riuscito in qualche modo a lasciarsi andare con lei, la sera precedente, ma l'aveva fatto a caro prezzo. Si chiedeva se anche lui provasse la sua stessa sensazione tutte le volte che stavano vicini, ma aveva troppa paura per porgli una domanda simile. Qualsiasi cosa fosse, ormai non poteva più cercare di soffocarla. Era evidente, Draco Malfoy le aveva fatto qualcosa, qualcosa di più forte di una semplice fattura o di un qualsiasi incantesimo. Solo che non riusciva a capire davvero che cosa fosse, oppure c'era ancora troppo timore annidato dentro di lei per riuscire ad ammetterlo. Scosse vigorosamente il capo, non aveva assolutamente intenzione di prendere una sbandata, e di rimanerci inevitabilmente male. Hermione Granger non era certo una ragazza superficiale, decise che avrebbe cercato di andare a fondo alla questione, ma procedendo con cautela. L'ultima volta che aveva creduto di significare, anche solo lontanamente, qualcosa per lui, le era stata sbattuta la porta in faccia. Se solo il Serpeverde avesse avuto il coraggio di confidarsi con lei, di fidarsi, forse la ragazza non avrebbe avuto dubbi nei suoi confronti.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
Fanfiction« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...