"Stupeficium!"
Un lampo di luce blu illuminò il piccolo scompartimento dentro il quale si trovavano. Malfoy si precipitò prontamente fuori, sviando l'incantesimo con un colpo netto di bacchetta, ora si trovava nel bel mezzo del vagone dei Serpeverde.
"Davvero patetico." Commentò freddo guardando Harry dritto negli occhi. "E soprattutto stupido, da parte tua." continuò, avvicinandosi a lui a passo lento, con la bacchetta ben tesa verso l'alto "dovrei farti a pezzi, sai? Per quello che hai fatto a mio padre." Una nota di assoluto disprezzo avvolse le ultime parole di Draco, tanto da fargli contrarre violentemente i muscoli del volto in una smorfia. Suo padre l'aveva sempre messo alla prova, facendolo sentire una nullità alle volte, ma era pur sempre suo padre.
Se la sua famiglia si era spezzata in due, la colpa era sicuramente di Harry Potter.
"Se lo meritava." Rispose cupo Harry, la mascella irrigidita, gli occhi scrupolosamente attenti sul ragazzo di fronte a lui. La mano sempre più stretta intorno alla sua bacchetta, le nocche si erano visibilmente colorate di bianco.
A quelle parole, Draco sgranò gli occhi. Harry ne era sicuro, se Malfoy ne avesse avuto il potere lo avrebbe incenerito con lo sguardo lì, seduta stante.
"Tu.." la bacchetta di Draco tesa contro Harry. Le vene sul suo collo erano visibilmente gonfie e pulsanti, aveva digrignato i denti, sembrava un lupo mannaro assetato di sangue, assetato del sangue del Grifondoro.
"Diffindo!" urlò Draco con vigore, gettandosi dietro un divanetto per proteggersi da un eventuale contrattacco di Harry che, in verità, era crollato gemente a terra, con una mano pressata contro il braccio. Con il fiato corto, Draco si sporse leggermente per guardare, e una piccola pozza di sangue aveva velocemente circondato il corpo del ragazzo.
Stringeva forte la mano destra al braccio sinistro, l'aveva colpito, Draco l'aveva colpito. Per un momento, uno stupido momento provò un leggero senso di panico nel vederlo in quelle condizioni.
Scosse la testa, costringendosi ad alzarsi uscendo dal suo improvvisato nascondiglio.
Harry lo vide arrivare fino a lui, con la bacchetta in mano e lo sguardo apparentemente vacuo. La ferita continuava a sanguinare e bruciare talmente tanto, che un leggero tremolio si impossessò del suo corpo, per via della tensione nervosa.
Più guardava il volto di Draco e più avrebbe voluto fargli del male, non ucciderlo, ma dargli una lezione, una di quelle che non si scordano mai nella vita.
"Questo è per mio padre..." sussurrò improvvisamente, pregno di rabbia. "Felice ritorno a Londra, Potter." E con quelle parole, Draco sferrò un calcio contro Harry così potente da farlo gemere ancora, per poi proseguire dritto senza voltarsi indietro. Scese dal treno e si avviò verso la scuola.
Hermione non faceva altro che torturarsi il labbro inferiore, continuando a voltarsi da tutte le parti; perlustrando ogni angolo della sala Grande gremita di studenti affamati e pronti per il banchetto d'inizio anno scolastico. In quel momento la ragazza provava tutto, tranne che fame. Harry ancora non arrivava, non si era fatto vivo in sala Comune per posare i propri bagagli come era consueto fare, e ora era anche in ritardo per la cena.
"E' successo qualcosa ti dico." Sussurrò nervosamente a Ron, continuando a guardarsi intorno.
"Sta tranquilla." La ammonì lui sospirando "arriverà a momenti. Anzi .." esordì alzando un braccio in aria per farsi notare "eccolo lì, visto? Che ti dicevo!?"
Harry fece il suo ingresso nella sala Grande, percorrendola a grandi passi, ansioso di ritrovarsi seduto fra i suoi compagni di scuola il prima possibile. Qualche studente curioso si voltò a fissarlo, proprio come stava facendo Hermione in quel momento. Era strano, il volto cupo e gli occhi visibilmente rossi, ma non era questo quello che colpì di più l'attenzione di Hermione. L'amico stringeva forte il braccio sinistro con la mano destra, ma cercava comunque di farlo nel modo più discreto possibile.
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"Verumtamen ad infernum detractus es, in profundum laci." || Dramione.
ספרות חובבים« Draco Malfoy era bello come un angelo, un angelo caduto, un angelo sbagliato e pieno di difetti. Così colmo d'angoscia e oscurità dentro. Ostile con la maggior parte delle persone che tutti i giorni gli ruotano attorno, eppure non si poteva certo...