ELLA
Salimmo su quell'affare dopo diversi tentativi. Io ridevo a crepapelle, Cole invece rimase serio tentando di spiegarmi come fare e anzi, quando vedeva che non collaboravo affatto, si infastidiva. Ma era troppo divertente.
Il vestito lungo mi faceva inciampare il più delle volte, lo pizzicavo sul pedale della moto oppure cadeva lungo la ruota rischiando di strapparmelo di dosso. In più io non riuscivo a mantenere l'equilibrio sul sellino e seppur ci provavo finivo col far cadere la moto su un fianco e io su di essa come una patata. Però ridendo.
Cole mi rialzava prontamente, con molta calma mi rispiegava sempre le stesse cose e diceva che dovevo ascoltarlo per bene, il problema era che più faceva il serio e meno lo ero io. Non sapevo neppure il perché ma mi divertiva persino vederlo così concentrato in una situazione del genere. Sta di fatto che finalmente, al quindicesimo tentativo, riuscii a salire, Cole salì dietro di me e passò allo step successivo, spiegarmi i comandi. Mi spiegò come accelerare, come frenare, il clacson, la funzionalità degli specchietti, come girare il manubrio e come tenermi in equilibrio durante la guida. Era molto chiaro nella sua spiegazione ma sapevo che non ci sarei riuscita, non senza il suo aiuto. Di fatti lo pregai di rimanere con me, non volevo cadere da una moto in corsa e rompermi qualcosa. Mi sarei accontentata di essere portata da lui e di farci comunque un giro sopra. Ma Cole aveva altri piani.
Decise che dovevo essere io a guidare e così fu. Lui si mise dietro di me, coi piedi piantati a terra e le mani sulle mie a reggere il manubrio. Mise in moto e mi infilò un casco sulla testa allacciandomelo sul mento con molta cura. Era abbastanza scomodo e la visuale non era ottima, mi chiesi come facevano i motociclisti ad indossarlo sempre.
Poi partimmo. Cole guidò la moto attraverso le mie mani e sfrecciò lungo le strade della città. Io non potevo credere ai miei occhi, era tutto così veloce e illuminato, il vento mi si infrangeva contro al viso e al corpo con una violenza piacevole, ero esposta e libera con una visuale pazzesca al contrario dell'auto, nelle orecchie avevo solo il rombo della moto e sul collo il respiro del ragazzo dietro di me. Sentivo Cole sorridere ad ogni mio sussulto, ogni mio gridolino eccitato e ad ogni mia risata. Non sapevo se con il rumore della moto, del vento e del traffico intorno a noi riuscì a sentirmi ma gli urlai diverse volte che era fantastico.
Quando ci fermammo Cole si assicurò di spegnere il motore e di inserire il cavalletto prima di aiutarmi a scendere, mi tolse il casco e mi guardò divertito. Dovevo avere un'espressione da ebete in volto perché non riuscivo a smettere di sorridere. Era stato bellissimo e avevo già voglia di rifarlo.
"Com'è stato il tuo primo giro in moto?"
"Stupendo! Magnifico! Lo rifacciamo?" chiesi con un sorriso a trentadue denti. Cole scoppiò a ridere, mise il casco e le chiavi in mano ad un ragazzo lì accanto prendendo
poi da lui un bigliettino timbrato, tornò a guardarmi e piegò la testa di lato.
"No, ora abbiamo altro da fare."
Corrugai la fronte, mi indicò alle mie spalle un'edificio e mi voltai leggendo l'insegna: The Florida Theatre. Sgranai gli occhi e mi voltai a guardarlo collegando, anche se in ritardo, il nostro outfit elegante.
"A teatro?"
"E nella tua lista, no?" sorrise e mi porse il gomito mostrandosi galante. Gli sorrisi ampiamente e gli presi il braccio entrando poi con lui. Mi guardai intorno notando quanto il soffitto fosse alto e decorato, ogni passaggio aveva una tenda rossa di velluto da oltrepassare, alcune di esse erano già scostate e raccolte con delle cordicelle dorate, le persone che entravano cercando il loro posto assegnato avevano più o meno il nostro stesso look, forse meno eleganti in confronto ma non mi sentii fuori luogo anzi, Cole era riuscito a farmi sentire una principessa e a farmi rivivere con piccoli gesti alcuni attimi del mio passato...la galanteria, l'eleganza, il teatro, tutte cose che un giovane di vent'anni non avrebbe mai fatto per una ragazza nel ventunesimo secolo, ma lui si.
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Wings [Cole Sprouse]
FantastikLa punizione di un angelo per aver trasgredito le regole. Sorvegliare un umano per il resto della sua vita. ***** "Devi intervenire." le era stata detto. Ella non poté fare altro che annuire e obbedire. Dettati tali ordini non rimase altro che mette...