Capitolo 47

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ELLA

"Pronti per questa super serata?" chiese in piena euforia Josh scuotendo con enfasi le sue buste della spesa. Charlie se ne andò in cucina nell'indifferenza più totale del suo amico reggendo altre due buste della spesa, Rayan invece si fermò nei suoi passi guardando il moro stranito e reggendo uno scatolone pieno di stoviglie.

"Guarda che è solo una cena."

"Non passiamo una serata tutti insieme da quando Ponzio Pilato se ne lavò le mani. Lasciami al mio entusiasmo, Giuda."

Il biondino corrugò la fronte. "Ma almeno sai di cosa stai parlando?"

"Mi stai dando dello stupido? Ecco. Mi dai sempre dello stupido." Josh mollò le buste a terra mettendosi poi le mani sui fianchi completamente indignato.

Li guardai dall'uscio della porta senza avere la minima idea di ciò che stava succedendo. Un attimo prima stavano entrando in casa con tutta la roba necessaria, un attimo dopo Rayan stava lanciando un piatto addosso a Josh. Socchiusi gli occhi quando si schiantò al suolo distruggendosi. Mi rattristai vedendo quanto, in meno di due minuti, due sole persone avessero potuto mettere a soqquadro il soggiorno, lo stesso soggiorno che avevo pulito con tanta cura in vista di quella cena.

"Si chiamava Iscariota!" esclamò Rayan.

"Era Taddeo!" disse Josh facendo alzare gli occhi al cielo al biondino per poi girarsi nella mia direzione. "Ella, diglielo che ho ragione."

Sgranai di poco gli occhi, mi ero persa metà della conversazione pensando al piatto rotto. "Come?"

"Come si chiamava Giuda? Isirota o Taddeo?" chiese incrociando le braccia al petto. Rayan lo fulminò con lo sguardo.

"Iscariota, imbecille."

"La domanda non ha senso, Sono esistiti entrambi." risposi. Josh si mise sull'attenti e sciolse le braccia lasciandole lungo i fianchi, il biondino aveva più o meno la sua stessa espressione.

"Giuda Taddeo era il fratello di Giacomo di Alfeo, conosciuto come l'apostolo che lasciò sua moglie per seguire Gesù. Giuda Iscariota è il famoso apostolo che tradì nostro Signore, in seguito si uccise e fu sostituito da Mattia." spiegai. Entrambi mimarono una O con la bocca arrivando alla conclusione di non so quale discorso, si guardarono per una manciata di secondi, entrambi con uno sguardo da "comunque avevo ragione io", poi ripresero in mano le cose portate e raggiunsero in silenzio la cucina. Io continuai a guardarli stranita.

"Se mi permetti vorrei cucinare io per tutti."

Mi voltai posando lo sguardo su Charlie, poggiato contro lo stipite della porta intento a fissarmi con la sua solita serietà che lo distingue da chiunque.

"Certo, fate come se foste a casa vostra." gli sorrisi, poi mi ricordai del piatto rotto da Rayan e sperai che almeno lui non lanciasse in aria le cose.

Charlie mi sorrise leggermente, il che mi spiazzò visto che non lo faceva molto spesso.

"Vi aspettiamo giù, non metteteci troppo a cambiarvi." disse prima di sparire all'interno della cucina. Corrugai la fronte e mi guardai l'outfit, ero ancora in pigiama. Dopo essere tornata da scuola mi ero cambiata ed ero rimasta in pigiama per tutto il pomeriggio pulendo e mettendo in ordine. Mi ero completamente dimenticata dello stato in cui ero. Loro, d'altro canto, si erano presentati a casa di Cole vestiti di tutto punto.

Corsi al piano di sopra ed entrai in camera, mi fermai quando vidi Cole girato di spalle, la sua figura davanti la finestra, le mani nelle tasche e lo sguardo rivolto verso il cielo ormai quasi buio. Aveva indossato una camicia blu notte, le maniche leggermente raccolte, e dei jeans scuri. Lo trovai molto affascinante nonostante dalla camicia uscisse il tubicino della flebo legata ad un'asta di ferro, proprio come quelle negli ospedali. Ovviamente ci fu procurata da Rayan sotto richiesta di Charlie, mi chiedevo spesso dove il biondino riuscisse a procurarsi certe cose.

Wings [Cole Sprouse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora