CANZONE PER IL BALLO: ELVIS-CAN'T HELP FALLING IN LOVE.
ELLA
Era il ventuno di dicembre. Non avevo ancora detto a Cole ciò che sarebbe accaduto da li a poco e me ne sentivo in colpa. Sapevo che avrei dovuto dirglielo subito ma ogni momento mi sembrava sbagliato, inoltre negli ultimi due giorni non avevano parlato chissà quanto. Ed era arrivato il terzo giorno, non glielo avevo ancora detto e lui sarebbe stato tutta la sera fuori per via del ballo. Avrei dovuto dirglielo subito, cogliere la prima occasione e sputare fuori il rospo prima che fosse troppo tardi.
Forse non gli sarebbe neanche importato della mia partenza, ma a me importava. Se non lo avessi fatto per lui lo avrei fatto per me stessa.
Camminai avanti e indietro per la camera da letto. Cole era uscito presto visto che suo padre era ancora a casa. Dalle vacanze scolastiche per l'arrivo del natale suo padre passava molto più tempo a casa e questo significava che Cole passava molto più tempo fuori. A volte lo seguivo, altre volte voleva andare fuori da solo quindi gli lasciavo la sua privacy. E comunque seguirlo o meno non avrebbe fatto molta differenza visto che non ero più il suo angelo custode. Non dovevo più seguirlo e controllarlo, potevo starmene a casa e aspettarlo senza problemi.
Anche se in realtà mi sarebbe piaciuto di più uscire con lui e accompagnarlo.
Sbuffai e guardai l'orario. Erano le quattro del pomeriggio e di lui neanche l'ombra. Strinsi i pugni e mi decisi a chiamarlo col pensiero.
Cole?
Aspettai qualche secondo ma non lo sentii.
Potresti rispondere? Devo parlarti.
Sbuffai non sentendo alcuna risposta e mi sedetti a peso morto sul letto. Pensai a cosa avessi mai potuto fare e optai per un bagno caldo. Mi alzai e andai nel bagno della camera di Cole. Avere il bagno collegato alla camera da letto era una vera comodità.
Inoltre avrei evitato inconvenienti spiacevoli con suo padre.
Mi tolsi i vestiti e feci riempire la vasca con acqua calda. Quando fu abbastanza piena mi tolsi l'intimo e mi immersi dentro rilassandomi fin da subito.
“Mi mancherà l’acqua calda..” mormorai chiudendo gli occhi.
Dal mio primo giorno sulla Terra avevo notato con dispiacere come gli umani si lamentassero di tutto, non apprezzavano nulla. Nessuna delle piccole cose che la vita aveva concesso loro era stata apprezzata. Eppure sono proprio le piccole cose ad essere le più belle. L'acqua calda ad esempio.
Sospirai e rimasi li ferma a godermi il calore e il vapore di quel momento.
Dopo una ventina di minuti uscii dalla vasca. Presi l'accappatoio di Cole e lo infilai stringendo la cordicella in un nodo appena sopra la mia vita. Uscii dal bagno e lo vidi.
Mi fermai sull'uscio della porta e mi presi qualche istante per guardarlo. Era bellissimo.
Aveva i capelli sistemati indietro, con il suo solito ciuffetto sbarazzino. Uno smoking nero e una camicia bianca chiusa da un papillon intorno al collo. Le maniche della giacca ben sistemate e sul suo petto, all'interno di un taschino, sporgeva un piccolo fazzolettino di stoffa rossa.
Cole si girò a guardarmi e mi squadrò. Mi ricordai solo allora di essere in accappatoio. Me lo chiusi un po' di più tossendo leggermente.
“Ti ho cercato ma non rispondevi.” Dissi guardandolo.
“Che ci fai in accappatoio?”
Lo guardai strano. Stava cercando di deviare il discorso?
“Ho fatto un bagno ovviamente. Perché non mi rispondevi? Era importante.” tentai di riprendere il discorso.
“Lo avevo capito, intendo dire perché sei ancora vestita così?” mi guardò.
Stavolta aveva la mia piena curiosità. “Come dovrei vestirmi scusa?”
Alzò gli occhi al cielo. “C’è il ballo Ella. Andiamo, non fare la finta tonta.”
“Non faccio la finta tonta, ho già messo in chiaro che non ci sarei venuta.” Lo superai e raggiunsi il letto dove avevo lasciato i miei vestiti.
“Invece ci vieni.”
“Non ci voglio venire, non insistere.”
“Perché non vuoi?” mi guardò confuso. “È solo un ballo.”
Mi girai e lo guardai ovvia. “Appunto. Perché dovrei venire ad un ballo scolastico?”
“Per stare con me.” Disse deciso.
Rimasi ferma non sapendo cosa aggiungere. Rimasi sorpresa da quelle parole ma continuava a non avere senso per me andare a quel ballo. Lui se ne sarebbe stato con Nicole per la maggior parte della serata, i ragazzi probabilmente con altre persone come è giusto che sia. Cosa avrei dovuto fare io li? Non centravo nulla.
“Senti..” Mi guardò e poi prese una busta dalla scrivania. “Ho preso questo per te. Pensavo lo avessi notato subito ma mi sono accorto solo ora che non te ne sei accorta.”
Lo guardai confusa e presi la busta aprendola. C'era una stoffa rossa e lunga, la presi e la aprii davanti a me. Sgranai gli occhi quando vidi che era un vestito, un vestito bellissimo. Aveva le spalline e il corpetto in pizzo, cadeva lungo fino ai piedi e sul retro vi era un piccolo strascico di pizzo velato. Mi sembrò così elegante ma allo stesso tempo così proibito. Non avrei mai potuto indossare un vestito di un rosso così acceso e così scollato. Ma c'era qualcosa in esso che accendeva il desiderio di farlo, e negli occhi di Cole leggevo la stessa cosa.
“L'ho visto e ho pensato che ti sarebbe stato a pennello..si insomma, hai la carnagione chiara e..” mormorò e si grattò la nuca guardando il vestito.
“È molto bello..” Sussurrai guardando il vestito. Poi spostai lo sguardo su di lui. “Perché?”
“Ella voglio che tu venga con me.” Mi guardò. “Se immagino questa serata immagino te al mio fianco quindi..” sospirò e si passò le mani sui pantaloni. Mi sembrò quasi impacciato. Non era da lui.
“Ci tengo a portarti a questo ballo, okay? Ti aspetto di sotto, se tra venti minuti non ti vedo scendere ti prendo con la forza e to ci porto in accappatoio.” Si stirò la giacca con un colpo secco e si allontanò uscendo dalla camera a passo deciso.
Quasi ridevo per quel suo comportamento, ma dovetti ammettere che ci aveva provato ad essere gentile. Un po', ma ci aveva provato.
Dopo una trentina di minuti iniziai a scendere le scale. Avevo ritardato di dieci minuti e mi decisi a pensare che forse la minaccia di Cole non era del tutto una minaccia. Mi dovetti ricredere quando lo vidi salire i primi scalini con un espressione decisa sul volto.
Mi fermai e lui si fermò non appena i nostri sguardi si incrociarono. Il suo sguardo si posò su ogni centimetro di me, persino sulle parti insignificanti del mio corpo, non tralasciò nulla. Avevo alzato i capelli in un chignon disordinato. Non sapevo fare altro se non quello. Il vestito mi stava abbastanza bene, un po' stretto sui fianchi ma nulla di esagerato. Il suo sguardo era ancora fisso su di me, i suoi occhi due pozze verdi e le sue labbra leggermente schiuse. Mi sentii in imbarazzo.
“Sei….beh, sei..” sussurrò cercando le parole. Prese un respiro profondo e mi guardò con aria più decisa. “Stai benissimo.”
Gli feci un piccolo sorriso e scesi le scale fino a raggiungerlo. “Quindi cosa dovrei fare a questa festa?”
“Renditi invisibile, per tutti tranne che per me.”
Corrugai la fronte. “Cosa?”
“Tu fallo.”
Lo guardai incredula e annuii piano. Mi sentii offesa, era come se si vergognasse di me, come se non volesse farsi vedere con me in presenza degli altri. Allora tutto perdeva il suo senso. Perché avrebbe dovuto portarmi al ballo se non voleva stare con me? Perché comprarmi un vestito e dirmi tutte quelle cose se se ne vergognava?
Non riuscivo a capire.
Mi resi invisibile tranne che per i suoi occhi e lo guardai.
“Fatto.”
Cole annuì e mi porse una giacca. “Tieni, nel caso faccia freddo.”
La presi senza dire nulla e lo seguii uscendo da quella casa.
****
Arrivammo davanti scuola con l'auto. C'erano tante altre auto parcheggiate li davanti e nelle vicinanze, alcune limousine o auto di lusso si fermavano davanti l'entrata per far scendere le coppiette per poi andare via.
Scesi dalla macchina e raggiunsi Cole dall'altro lato.
Sei ancora invisibile?
Alzai gli occhi al cielo. Si.
Lui annuì e iniziò a camminare verso l’entrata. Nicole era lì ad aspettarlo insieme ad altre ragazze. Aveva i capelli mossi e un vestito lungo e viola con un lungo scollo sul petto che lasciava il seno mezzo scoperto. Non lasciava neanche all'immaginazione.
Distolsi lo sguardo mentre Nicole salutava a modo suo Cole e mi limitati ad aspettare che finisse quelle smancerie. Quando li vidi entrare sospirai e li seguii.
La palestra non sembrava più una palestra. C’erano luci e decorazioni che pendevano da ogni dove, un piccolo palco dove una band suonava e cantava musica soft, dei banconi con sopra del cibo e bevande di ogni tipo.
I ragazzi avevano tutti lo smoking, cambiava solo il colore della camicia o la scelta della cravatta invece del papillon. Le ragazze avevano quasi tutte vestiti lunghi, erano tutte bellissime ed elegantissime.
Ci sei?
Scossi la testa e mi girai. Cole mi stava guardando in modo strano a qualche passo di distanza.
Non ti incantare Ella. Stammi vicino.
Lo guardai male e lo seguii sbuffando leggermente. Dovevo stargli pure attaccata nonostante fossi visibile solo a lui. E poi stare con lui significava stare con Nicole.
Li seguii e mi fermai appena dietro mentre lui e Nicole parlavano con altri ragazzi.
Da lontano vidi Josh, offriva da bere ad una ragazza. Sorrisi e mi guardai ancora intorno. Riuscii a scovare anche Rayan, parlava con una ragazza dai lunghi capelli biondi e si tenevano a braccetto. Non riuscii a trovare Charlie. Forse non era venuto al ballo, in fondo come me non ne era molto attratto.
Mi girai e trovai Cole intento a fissarmi, lo guardai e corrugai la fronte quando vidi che non distoglieva lo sguardo. Poi Nicole gli disse qualcosa all’orecchio e fu costretto a girarsi.
Guardai il gruppo di ragazzi con cui si erano fermati, nessuno di loro poteva sapere che fossi li, nessuno di loro poteva vedermi. La stessa cosa valeva per il resto della sala, nessuno poteva posare gli occhi su di me. Nessuno tranne Cole.
In quel momento un lampo mi attraversò la mente.
E se lo avesse fatto apposta? Se Cole mi avesse portata al ballo per stare sul serio con me e mi avesse chiesto di rendermi invisibile per far sì che solo lui potesse guardarmi? Solo lui e nessun’altro.
Era davvero così? Poteva essere plausibile, ma perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Ci pensavo e tornai a guardare Cole, trovai i suoi occhi nuovamente su di me, con quello sguardo fisso e intenso, come se mi stesse scavando dentro silenziosamente. Lo guardai allo stesso modo incapace di capire le sue intenzioni.
Dopo una manciata di minuti Nicole disse qualcosa nell’orecchio di Cole e ridendo gli prese la mano portandolo in pista. Lui la seguì, io seguii entrambi con lo sguardo fino a perderli di vista fra la folla.
Mi rassegnai al fatto di dover sopportare una serata così è mi spostai verso la parete poggiandomi con le spalle al muro.
La canzone non durò molto, giusto tre o quattro minuti, e quando finì al suo posto venne inserita una canzone più lenta. Sorrisi riconoscendola, dopo la mia venuta nel regno dei cieli, passai gran parte del tempo a scovare nuova musica fra gli umani. Amavo la musica, Elvis era il mio preferito, e Falling in love era bellissima. Ero felice che Elvis vivesse ancora anche dopo la sua morte.
La pista iniziò a svuotarsi, rimasero li solo le coppiette e quei ragazzi he volevano rimorchiarsi le loro compagne con un lento. Riuscii a vedere Nicole allontanarsi insieme alle sue amiche, sorrideva e si dirigeva con tutta calma verso il bancone delle bevande. Guardai meglio la pista e vidi Cole.
Il suo sguardo era già su di me, sempre così intenso da riuscire stavolta a farmi venire i brividi. Le coppiette intorno a lui ballavano abbracciate, lui mi guardò fisso finché non lo vidi avanzare verso di me, lentamente. Fu come se si fosse creato un passaggio fra noi, come se ad ogni suo passo le persone si fossero spostate per non essergli d'intralcio. Lo vidi avvicinarsi sempre di più, il suo sguardo non si distolse neanche un momento dal mio, lo guardai come incantata e mi resi visibile agli occhi di tutti.
Cole si fermò davanti a me e guardandomi negli occhi mi porse la sua mano. Posai la mia mano sulla sua e lo seguii lentamente verso la pista. Ci fermammo verso il centro, lui guardava ancora me e io guardavo ancora lui. La sua mano strinse la mia mentre l'altra si posò sul mio fianco. Io posai l'altra mano sulla sua spalla e iniziammo a muoverci. Lo guardai e muovendomi con lui con quella canzone a farci da sfondo mi persi in pensieri troppo intimi, pensieri che non avrei dovuto fare ma che feci ugualmente.
Le luci della sala illuminavano il suo viso da diverse angolazioni, i suoi occhi di quel verde così particolare mi sembrarono per un istante la luce più bella della palestra.
La sua mano mi strinse il fianco facendomi avvicinare maggiormente a lui, i nostri petti si toccavano e d'istinto gli guardai le labbra.
Il suo mento si posò lentamente contro la mia tempia in un gesto così delicato da farmi chiudere gli occhi.
Stavo bene, non avrei mai voluto superare quel momento, finalmente stavo bene. Riuscivo a sentire il suo profumo, il suo respiro contro il mio orecchio, sentivo persino i battiti del suo cuore. Mi parve persino di avere i battiti sincronizzati ai suoi.
Non pensai più a nulla se non a lui e al fatto che fosse con me, al fatto che io fossi fra le sue braccia.
Sentii il suo viso staccarsi piano dalla mia tempia e riaprii lentamente gli occhi. Alzai lo sguardo su di lui e me lo ritrovai così vicino da poter vedere ogni sfumatura dei suoi occhi. La sensazione era strana, mi sentii come se fossimo rimasti da soli, come se nella palestra fossimo rimasti solo io, lui e la musica. Cole continuò a muoversi lentamente, la sua mano lasciò lentamente la mia spostandosi sulla mia guancia. Al suo tocco sentii un brivido più intenso.
La mano sul mio fianco mi strinse maggiormente contro il suo corpo, mentre la mano sulla mia guancia accarezzava delicatamente la mia pelle. Il suo sguardo indugiò ancora un po' sui miei occhi, poi si posò sulle mie labbra.
E lo vidi avvicinarsi, vidi il suo viso avanzare verso il mio con una lentezza disarmante. La sua mano si spostò lentamente sulla mascella e sul collo, lasciando solo il pollice sulla mascella a compiere dei piccoli cerchi sulla pelle. Guardai le sue labbra, erano sempre più vicine e col diminuire della distanza sentivo il cuore aumentare sempre più. Sentii il suo respiro contro le mie labbra e chiusi gli occhi, lo sentivo, le sue labbra sfiorarono le mie in un gesto così delicato da farmi perdere un battito nel petto. Lo desideravo, ammisi a me stessa che lo desideravo, volevo quel bacio, volevo lui.
“Sta arrivando Nicole!” Josh posò una mano sulla spalla di Cole che aprì gli occhi e si staccò da me troppo in fretta.
Riaprii gli occhi e rimasi ferma per un istante. Guardai Cole, poi distolsi lo sguardo. Nicole lo stava raggiungendo nuovamente in pista ignara di tutto. Strinsi le labbra e mi resi invisibile, stavolta anche agli occhi di Cole. Mi sentii così in imbarazzo da non volermi far vedere neppure da lui.
Lui vide Nicole avvicinarsi, si girò nella mia direzione e corrugò la fronte non vedendomi più.
“Mi hai aspettato.” Sorrise la ragazza prendendolo a braccetto. “Tra poco scelgono il re e la reginetta, non ti allontanare da me.”
Cole la guardò con poca attenzione per poi alzare gli occhi al cielo. Io mi allontanai, tornandomene con le spalle contro la parete.
“Prova…prova..funziona?” il preside picchiettò sul microfono e sorrise per poi guardarci dal palco. “Buonasera a tutti studenti, spero vi stiate divertendo.”
Tutti acclamarono a modo proprio, io mi strinsi nelle spalle.
“Okay, passiamo al momento che sono sicuro stavate aspettando.” Prese una busta e guardò tutti dall'alto.
“I possibili re che avete votato sono tre.” Aprì la busta. “Taylor Buffer, Rayan Peterson e Cole Sprouse. Ma il vincitore è..”
Rayan guardava il preside con un aria speranzosa, Cole si guardava intorno come in cerca di qualcosa mentre Taylor non sapevo chi fosse.
“Fate un applauso a Cole Sprouse, il re più votato.” Sorrise.
Ci fu un grande schiamazzo e applauso generale, Cole guardò il palco e con aria indifferente raggiunse il preside. Anche perché Nicole lo spinse saltellando eccitata.
Guardai Rayan alzare gli occhi al cielo e bersi in un colpo solo un intero bicchiere di alcol. Almeno credevo fosse alcol.
“Passiamo alla reginetta.” Disse il preside prendendo un’altra busta. Intanto un ragazzo mise in testa a Cole una corona di plastica.
“Le candidate sono sempre tre.” Aprì la busta. Cole guardò la folla dall'alto in maniera frenetica. Mi chiesi cosa stesse cercando.
“Rachel Green, Nicole O'Connel e Sasha Miller.”
Guardai Cole con quella corona in testa, poi guardai Nicole. Le sue amiche sorridevano e le accarezzavano i capelli dicendole qualcosa sotto voce.
“Fate un grande applauso a Nicole O'Connel, la reginetta più votata.”
Ci fu un boato più grande del precedente e un forte applauso. Nicole sorrise ampiamente e si diresse velocemente sul palco dove lo stesso ragazzo mise anche a lei la corona.
“Congratulazioni ai nuovi sovrani di questo evento che adesso ci delizieranno con un ballo.” Sorrise il preside per poi scendere dal palco.
Nicole prese per mano Cole portandolo nuovamente in pista dove stavolta nessun’altro li raggiunse. Si creò un enorme cerchio, tutti gli studenti si misero di lato lasciando l'intera pista al re e alla reginetta.
Nicole mise le braccia intorno al collo di Cole, lui la guardò e le mise le mani sui fianchi iniziando a muoversi lentamente. Le luci si abbassarono e si creò un atmosfera quasi soave che vedeva protagonisti i due.
Mi staccai dal muro e li guardai, li vidi ballare, guardarsi negli occhi, poi lei baciò lui e decisi che quello era il momento di andare via.
COLE
Avevo passato tutta la serata a cercarla col pensiero ma non rispondeva. L’avevo cercata per tutta la scuola, nei quartieri li vicino, persino a casa ma non c'era. Era sparita. Era ormai l'alba e dopo quasi dieci ore iniziai a pensare di tutto.
Forse era colpa mia, forse si era offesa per averla lasciata di nuovo da sola. L'avevo lasciata da sola per ballare con Nicole, è vero, ma che altro avrei potuto fare? L’avevo cercata con lo sguardo per poterla tenere d'occhio, per farle capire in qualche modo che ero con lei. Ma non c'era più.
Sbuffai e decisi a rientrare in casa, avevo passato la notte in bianco, le occhiaie profonde e i vestiti stropicciati ne erano la prova. Persino Nicole si era incazzata con me per non averla seguita a casa sua dopo il ballo, ma poco mi importava.
Entrai dentro e mi passai una mano fra i capelli salendo di sopra con poche forze in corpo, avevo davvero bisogno di una dormita.
Quando entrai nella mia camera mi bloccai vedendo un ragazzo seduto sul bordo del mio letto. Aveva dei capelli neri, corti, un'aria seria in volto e le gambe incrociate.
“Chi diavolo sei?”
“Diavolo è una parola grossa da dire, Cole.” Mi ammonì.
Corrugai la fronte. “Come sai il mio nome? Chi sei?” e soprattutto come aveva fatto ad entrare in camera mia.
Lui sorrise, un sorriso strano e troppo serio per essere un vero sorriso.
“Sono Steve.”
“Oh wow, ora si che ti conosco.” Alzai gli occhi al cielo. “Mi spieghi cosa cazzo vuoi da me?”
“Non voglio nulla da te. Sono qui per aiutarti.”
Corrugai la fronte non capendo cosa stesse dicendo. Per un momento il nome di Ella mi lampeggiò in mente.
“Aiutarmi in cosa?”
“A migliorarti.” Mi guardò tornando serio. “Sei al limite Cole, lassù non sono molto contenti di te.”
Mi sentii le gambe molli, il nome di Ella lampeggiava senza sosta nella mia mente e una strana sensazione stava invadendo il mio intero corpo. Non volevo pensare al peggio, in qualche modo la sua presenza centrava con la scomparsa di Ella, ma non poteva essere. Lei me lo avrebbe detto, lei non lo avrebbe fatto. Non poteva essersene andata. Non lo accettavo.
Steve mi guardò come se mi leggesse nella mente e in poche parole mi fece crollare in mille pezzi.
“Sono il tuo nuovo angelo custode.”
Mi congelai. Fu la conferma che non volevo.
Ella se n'era andata.
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Wings [Cole Sprouse]
FantasyLa punizione di un angelo per aver trasgredito le regole. Sorvegliare un umano per il resto della sua vita. ***** "Devi intervenire." le era stata detto. Ella non poté fare altro che annuire e obbedire. Dettati tali ordini non rimase altro che mette...