19. Trust Me

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<<Avevi detto che sarei stata in grado di controllarlo!>> urlai, per sovrastare quel fastidioso fischio nelle mie orecchie. Peter mi aveva detto che era normale, era il rumore dell'opposizione.

Stavo cercando in tutti i modi di resistere al potere della luna piena, ma gli artigli e le zanne mi stavano facendo capire che stavo fallendo miseramente.

<<Non subito, ci vogliono mesi prima di imparare a controllarlo. Dovresti trovare un'ancora che possa tenere la tua mente distratta, un appiglio per la quale eviteresti di trasformarti.>> mi spiegò l'Alpha, guardandomi mentre mi contorcevo sul terreno.

Eravamo nel bosco, nel solito posto isolato. Peter stava cercando di insegnarmi qualcosa che ancora dovevo capire.

<<Lasciati andare, Cassandra.>>

<<Non...non voglio.>> ammisi. Se Scott e Stiles avevano ragione, la sera prima avevo cercato di ucciderli. Non volevo fare quella fine, non volevo uccidere i miei amici.

<<Sarà più facile, fidati di me.>> continuò ad insistere, appena non riuscii più a trattenere le urla, mischiate ai ringhi. <<Di cosa hai paura, Cassandra?>>

Lo percepii avvicinarsi a me, e vidi la sua figura accovacciarsi, così alzai lo sguardo. <<Io...ho paura di - aah! Ho paura di uccidere persone i-innocenti.>> parlare era diventato difficile, un'impresa quasi impossibile da superare.

La sua mano, provvista di artigli, andò ad afferrare il mio volto, e lo strinse come per avvertirmi che avrei dovuto ascoltarlo. <<Ti devi fidare di me, capito?>>

Chiusi gli occhi, che avevano iniziato a bruciare, e annuii con poca convinzione. La sua presa aumentò, e sentii i suoi artigli perforarmi le guance. <<Finché sarai sotto al mio controllo, tu ucciderai solo chi ti dirò io. E adesso - >> percepii il suo respiro sul mio collo, segno che si era avvicinato al mio orecchio. <<trasformati.>>

Aprii gli occhi.

-
Le pietruzze, i rametti caduti dagli alberi e persino la terra secca le graffiavano i palmi delle mani, sulla quale si stava appoggiando per correre. Era sicura di sé, sicura di ciò che voleva il suo Alpha, di ciò che si aspettava da lei, e sicura di farcela. Sapeva di avere tutto sotto controllo, di essere molto forte, forse più di quanto avrebbe dovuto esserlo.

Così continuò a correre.

Era come se la sua testa non avesse la minima idea di dove dovesse andare, ma si stava affidando ai suoi sensi e al suo istinto.

Sentí improvvisamente un ruggito, che la convinse ad aumentare il passo, fino a che non arrivò davanti ad un negozio di ferramenta. Si nascose dietro all'officina, ma non prima di essersi assicurata che nessuno la stesse guardando.

<<Grazie mille, buona serata anche a lei.>> ringhiò quando sentì la voce della donna, falsamente cortese. Quando la vide uscire dall'officina, con in mano una busta di plastica piena, fu tentata di attaccarla alle spalle, lì davanti a tutti.

Era una predatrice, sì.

Ed era soprattutto un animale.

Ma non era stupida.

Come ogni animale, i lupi mannari si appoggiavano al proprio istinto, che li portava ad avere il buon senso di non farsi vedere da nessuno...a meno che non volevano farsi uccidere.

Così si tirò indietro quando capí che la donna non era sola. Infatti era stata accompagnata dal fratello, che aveva deciso di aspettarla in macchina.

HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora