<<Esigo di vedere Isaac.>> continuai, sbattendo una mano sulla scrivania dello sceriffo Stilinski, e fissandolo intensamente negli occhi come a volerlo intimidire. Peccato che per lui ero solo una ragazzina di diciotto anni che andava in classe con suo figlio...
Quella mattina avevo deciso di prendermi un giorno libero per restare lontana da scuola, anche se Derek mi aveva espressamente ordinato di tenere d'occhio Isaac e stargli accanto per quello che era successo a suo padre la sera prima. Ed io avevo svolto il mio compito così egregiamente che il ragazzo in questione era stato arrestato in quanto sospettato per l'omicidio del signor Lahey.
Lo sceriffo si alzò in piedi dalla sua sedia girevole e fece un giro attorno alla scrivania per venirmi incontro, mettermi una mano sulla spalla e intimarmi ad uscire dal suo ufficio. <<È in isolamento, Cassandra, non posso proprio farteli vedere.>>
Mi scostai con arroganza dal suo tocco. <<Perché no?>>
Sospirò. <<Perché altrimenti non sarebbe un isolamento.>>
Mi guidò verso la porta, stavolta senza sfiorarmi nemmeno, e me l'aprì. Scossi la testa e mi impuntai. <<Non è stato lui ad uccidere suo padre.>>
<<Questo non possiamo saperlo.>>
<<Beh, lo so io!>>
Lo sceriffo mi guardò con occhi inteneriti, ma allo stesso tempo esausti. Erano venti minuti come minimo che provavo a convincerlo dell'innocenza di Isaac solamente con le parole, come se ad essere importanti in realtà non fossero i fatti e le prove, ma un semplice discorso. Isaac era davvero innocente, ma non potevo dire alla polizia che lo sapevo perché ero lì con lui quando abbiamo trovato il corpo morto di suo padre. Sarei rientrata nella lista dei maggiori sospettati, mi avrebbero messa in isolamento con effetto immediato, a passare ventiquattro ore in una cella...durante la luna piena.
Iniziavo già a sentirla: ero agitata, le mie mani continuavano a tremare e a sudare neanche avessi avuto la febbre. Non stavo bene, e malgrado mi dolesse ammetterlo, avevo bisogno di Derek per quella notte. Avevo imparato a controllarmi solo grazie a Peter, solo con il suo aiuto; ma Peter non c'era più, ed io non ero in grado di combattere da sola il potere della luna piena.
Avevo decisamente bisogno di qualcuno che mi aiutasse, e Derek ricopriva perfettamente il ruolo di quel qualcuno.
<<Ascolta, Cassandra.>> iniziò lui. <<Mi dispiace molto per quello che è successo, so che Isaac è un tuo amico, ma finché non avremo prove concrete della sua innocenza, lui sarà il principale sospettato.>>
Digrignai i denti e serrai la mascella. <<Certo...i familiari sono sempre i principali sospettati, no?>> e detto questo uscii dal suo ufficio, arrabbiata soprattutto con me stessa per non avere idea di come avrei fatto a tirare Isaac fuori da quella cella prima della luna piena.
<<Cassandra.>>
Mi voltai. <<Jordan, non ora.>>
Ma lui non mi ascoltò e mi seguì fuori dalla centrale, e a quel punto mi fermai, voltandomi verso di lui e incrociando le braccia al petto. <<Cosa c'è?>>
<<Di cosa hai bisogno?>>
Alzai un sopracciglio. <<Ho bisogno che lasciate andare Isaac, lui non ha ucciso suo padre. Andiamo, non sarebbe in grado di fare del male nemmeno ad una mosca!>>
Beh...o almeno prima non ne era in grado...ora avrebbe potuto persino uccidere per il solo gusto di farlo.
<<Okay, va bene, ascoltami.>> disse, avvicinandosi a me e appoggiandomi le mani sulle spalle, accarezzandone la pelle con fare delicato. <<Stiamo solo facendo quello che va fatto, capisci?>>
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HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf)
DiversosCassandra aveva appena dodici anni quando scoppiò l'incendio a casa Hale, la famiglia che aveva deciso di crescerla come una figlia. Era appena una ragazzina quando l'incendio la soffocò, fino a farla cadere in coma. Le bruciò la pelle, e insieme a...