La macchina della polizia guidata da Jordan si fermò davanti a scuola alle 8:31, e quindi con un solo minuto di ritardo. Anche se le lezioni vere e proprie iniziavano alle 8:45, preferivo essere a scuola un quarto d'ora prima per poter fare le cose con calma...e poi dovevo parlare con Scott sulla faccenda dell'ululato. Non eravamo neanche mai entrati nel discorso, troppo presi a cercare di salvare la vita a Derek.
<<Devo andare.>> dissi, slacciandomi la cintura di sicurezza. <<Grazie mille per il passaggio.>>
Quando aprii lo sportello dell'auto, non feci in tempo a scendere che la sua voce mi bloccò...per la seconda volta in quella mattinata. <<Cassandra, domani mattina ti andrebbe di fare di nuovo colazione insieme?>>
Mi voltai verso di lui, stupita da quell'improvvisa proposta che, sinceramente, non mi sarei aspettata. Ma sorrisi e accettai più che volentieri, mentre sentivo il mio cuore impazzire di gioia...ma che mi stava succedendo?
<<Ti va bene alle 7:30?>>
<<Va benissimo.>>
-
<<Cassandra, hai visto Scott?>>Sobbalzai dallo spavento quando sentii la voce di Stiles arrivarmi alle spalle, e chiusi con un colpo lo sportello del mio armadietto.
Mi voltai verso di lui. <<Ciao anche a te Stiles.>> gli dissi con un falso sorriso, per poi dargli le spalle e dirigermi verso la classe di chimica. Con la coda dell'occhio lo vidi affiancarmi, così sospirai affranta. <<No, non ho visto Scott. Non siamo venuti a scuola insieme.>>
<<Ma vivete nella stessa casa.>>
In quel momento entrammo nella classe, e con lo sguardo intercettai subito un banco vuoto, ancora privo di compagno. Mi fiondai su quel posto, e nel frattempo risposi a Stiles, che andò a sedersi dietro un ragazzo dalla carnagione un po' mulatta e i capelli neri. <<Stamattina sono uscita presto, quando Scott ancora dormiva.>>
<<E posso chiederti il perché?>>
<<No.>> risposi secca, e mi sedetti al mio posto.
Il mio umore non era già dei migliori siccome avrei dovuto iniziare la giornata con chimica, alla quale il mio cervello aveva dato più volte la prova di non avere alcuna intenzione di interessarsi...e in più Stiles aveva avuto la bella pensata di farmi l'interrogatorio, e aveva tutta l'aria di non aver finito con le domande.
<<Hai saputo dell'attacco al negozio che noleggia film?>>
Ecco, appunto.
Annuii, e siccome si trovava a un banco dietro al mio, non mi girai per guardarlo. Anche perché il professor Harris era appena entrato in classe, e volevo provare a vedere se anche questa sua lezione sarebbe stata noiosa come tutte le altre.
<<Sai per caso cos'è successo?>>
<<Ne so tanto quanto te. Ora stai zitto, voglio ascoltare.>>
Finalmente si zittí, e potei ascoltare quello che il professore aveva da dire sui colloqui con i genitori che ci sarebbero stati quella stessa sera. E Melissa mi aveva detto di dover andare con lei, così che potessi ascoltare direttamente quello che gli insegnanti avevano da dire sul mio conto. Era stato il professore di fisica a consigliarle la mia presenza, e questo mi metteva non poca ansia e non poca agitazione.
Vidi il professor Harris camminare tra i banchi, e in seguito fermarsi tra me e Stiles, che aveva iniziato a sottolineare praticamente tutto il libro con un evidenziatore giallo.
<<Qualcuno ha visto Scott McCall?>> domandò il professore, passando lo sguardo tra me e Stiles. Feci segno di no con la testa, per poi tornare a fare quello che stavo facendo prima: dormire ad occhi aperti.
In quel momento, prima che il professore potesse ricominciare a parlare, la porta dell'aula si aprì, attirando l'attenzione di tutti. Entrò il ragazzo che aveva parlato con Derek, lo stesso che credeva che Scott prendesse qualcosa - probabilmente droga, o steroidi.
Mi voltai a guardare la classe, per assicurarmi che il posto accanto al mio non fosse l'unico vuoto...ma purtroppo lo era, e il ragazzo venne a sedersi vicino a me, ma non prima avermi lanciato una strana occhiata.
Il professore si avvicinò a lui, e gli posò una mano sulla spalla. Poi si avvicinò al suo volto, forse per non farsi sentire dal resto della classe. Attivai il mio udito. <<Jackson, se devi uscire prima per qualche ragione, dimmelo.>>
E Jackson annuì.
Cercai di capire cosa avesse, continuava a tormentarsi le mani e a sudare, e in più aveva delle profonde occhiaie attorno agli occhi, che contrastavano la sua carnagione fin troppo pallida per un ragazzo in salute.
Poi li vidi. Dietro al collo, appena sotto l'attaccatura dei capelli, quasi del tutto nascosti dalla giacca, c'erano dei tagli ancora non completamente cicatrizzati. Erano recenti, riuscivo a sentire il leggero odore di sangue che emanavano. Ma non erano dei tagli normali, erano troppo precisi per essere tre diverse ferite procurate per caso.
Provai ad indagare. <<Che hai al collo?>>
Jackson si portò d'istinto la mano sul collo, come a voler nascondere quei tagli. <<Niente che ti riguarda.>>
Sentii il suo cuore accelerare. <<Perché ho come la sensazione che invece mi riguardi eccome?>>
<<Ti sbagli.>>
Erano delle incisioni fin troppo profonde per esserseli fatti da solo...dovevano per forza essere tagli provocati da artigli.
Derek...
-
<<Devi chiamare Scott.>> dissi, raggiungendo Stiles appena fuori dall'aula.<<E perché non lo chiami tu?>>
<<Perché non ho ancora un cellulare. Te lo sto chiedendo per favore, Stiles; ho bisogno di capire dov'è, devo parlargli di una cosa importante.>> gli spiegai, sperando che la smettesse con le domande e che mi facesse fare quella benedetta telefonata al suo amico.
<<Ha a che fare con tu-sai-cosa?>>
<<No, si è rotta la cassetta delle lettere, e Melissa ha detto che la deve riparare lui.>> risposi ironicamente. <<Certo che riguarda quella cosa! Ora, ti prego, puoi farmi chiamare Scott...velocemente?>>
Lui tirò fuori il suo cellulare dalla tasca anteriore dei suoi pantaloni, ma me lo tolse dalla vista appena provai a prenderglielo dalle mani.
<<Prima dimmi quello che dovresti dire a lui, poi forse te lo faccio chiamare.>>
Serrai la mascella e lo guardai storto, e mi feci sfuggire un ringhio di frustrazione. Un ringhio che però Stiles riuscì a sentire, siccome ero proprio accanto a lui, e che lo convinse a darmi il suo cellulare.
Avrei dovuto ricorrere a questa tattica fin da subito, mi sa...
Cercai tra i contatti il nome di Scott, e appena lo trovai, lo chiamai. Mentre mi portavo il telefono all'orecchio, sentii Stiles commentare qualcosa tipo: "Sicura di non essere una vera Hale?". Ma lo ignorai per ovvie ragioni.
Intanto il telefono continuò a squillare a vuoto. Una, due e persino tre volte lo richiamai, ma senza mai ricevere risposta.
Ennesima frustrazione della giornata.
Ridiedi il cellulare a Stiles, sbattendoglielo con prepotenza in mano, e mi allotanai verso gli spogliatoi femminili, a cambiarmi per l'ora di educazione fisica.
Sentii Stiles urlarmi dietro qualcosa, prima che entrassi nella stanza insieme alle altre ragazze. <<Sei per caso in quel periodo del mese?>>
<<Sì!>>
Benvenuta nel corpo adulto, Cassandra...
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HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf)
RandomCassandra aveva appena dodici anni quando scoppiò l'incendio a casa Hale, la famiglia che aveva deciso di crescerla come una figlia. Era appena una ragazzina quando l'incendio la soffocò, fino a farla cadere in coma. Le bruciò la pelle, e insieme a...