4. Full Moon

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Era notte.

Ma non una notte qualunque, contornata da mille e mille stelle che illuminavano il buio.

Era la notte di luna piena.

Tutti conoscono le leggende che si narrano su questo particolare avvenimento e degli effetti che porta ad alcune persone...ma non tutti sanno che le storie hanno sempre un fondo di verità, e sono davvero pochi coloro che la conoscono a pieno.

I capelli della ragazza venivano accarezzati dal vento, mentre con le mani e i piedi si dava la spinta per correre più veloce nei boschi. Percepiva l'adrenalina scorrerle veloce nelle vene e riempirla di aggressività, mandandole la mente fuori controllo.

Cercava qualcosa, o forse meglio ancora qualcuno.

Le orecchie erano drizzate, pronte a captare qualsiasi suono.

L'olfatto era pronto a qualunque odore volesse passarle sotto al naso.

La vista non aspettava altro che la mossa sbagliata di qualcuno.

La ragazza non era cosciente di quello che faceva o di quello che avrebbe potuto fare, anche contro ogni sua volontà. Era il potere della luna piena che soccombeva su di lei a farla sentire così.

Fermò la sua corsa incontrollata appena sentí un suono, come di foglie secche calpestate da scarponi belli pesanti. E il rumore era più vicino di quanto si sarebbe immaginata, così la ragazza si allontanò per essere sicura di non correre alcun pericolo.

Ma qualcuno si era rivelato più furbo di lei, e aveva previsto una simile mossa. La ragazza sentí qualcosa perforarle la spalla destra, causandole talmente tanto dolore da farla urlare.

O più precisamente, da farla ruggire.

Si voltò di scatto, appena in tempo prima che una seconda freccia venisse scoccata dalla balestra che l'uomo davanti a lei impugnava, e che la colpisse.

L'uomo non sembrava aver paura degli artigli e dei canini appuntiti della ragazza, e nemmeno del suo volto quasi del tutto trasformato. Anzi, sembrava quasi soddisfatto nel vederla...sola.

I suoi istinti le suggerirono di attaccare a sua volta, invece che scappare come un coniglio. Era pur sempre una predatrice, non una preda.

Così si mise in piedi e afferrò al volo l'ennesima freccia che le venne scoccata contro, e la buttò a terra. Quando fece per saltare addosso a quell'uomo e sbranarlo, qualcun altro alle sue spalle decise di sparare un proiettile sulla schiena, facendola cadere a terra agonizzante.

La sua vista si fece presto più offuscata, e l'adrenalina che prima le scorreva in corpo, sembrava volerla abbandonare il più velocemente possibile.

Prima che i suoi occhi si chiudessero del tutto e i suoi sensi si spegnessero, sentí un ruggito.

-
Quando riaprii gli occhi, mi sembrò di essermi nuovamente risvegliata dal coma per quanto mi sembrava difficile tenerli aperti per più di mezzo secondo.

La prima cosa che sentii, fu il fastidioso odore di polvere che mi fece prudere il naso, e notai subito di trovarmi in un luogo piuttosto buio per essere mattino.

Non ci misi neanche molto a capire di non essere a casa McCall...qui c'era tutta un'altra atmosfera, era più tetra.

Mi alzai subito a sedere, facendomi prendere dal panico appena riuscii a capire dove mi trovavo e il perché quel posto non mi sembrava del tutto sconosciuto.

Era casa mia.

Era la casa degli Hale.

Era la mia prigione quando ero in coma, il posto dove ero stata costretta a vivere per sei lunghi anni, senza poter varcare la soglia di casa ed uscire.

HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora