8. Anger

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La prima ora era passata quasi tranquillamente. Scott mi aveva accompagnata in presidenza, dove avevo ricevuto il codice del mio armadietto, e avevo scelto le lezioni da seguire; poi mi aveva fatto fare un giro veloce della scuola.

E basta.

Non avevamo parlato di nient'altro, io non avevo fatto domande e mi ero limitata ad annuire ad ogni sua breve spiegazione della scuola, e lui non mi avevo chiesto niente. La tensione tra noi due era palpabile e percepibile ad occhio nudo quasi. Probabilmente stavamo entrambi pensando la stessa cosa.

E se fossi stata io a fare tutto quello?

Se mi fossi trasformata nel sonno e non fossi riuscita a controllarmi? E se poi avessi ucciso qualcuno e quell'orribile scenario sull'autobus fosse opera mia?

Non ero nemmeno sicura fosse possibile trasformarsi nel sonno...

Poteva esser stato qualsiasi animale, magari un normalissimo lupo...se soltanto ci fossero dei lupi in California...

Tornando al presente: la lezione di chimica alla quale mi ero iscritta sembrava non finire mai. E poi non riuscivo a concentrarmi su quello che il professor Harris stava spiegando, era come se davanti a me ci fosse una lastra di vetro invisibile, e le sue parole ci rimbalzassero contro.

In più, la presenza di Scott e Stiles in classe, a qualche banco dietro al mio - ero stata costretta a mettermi in prima fila -, che continuavano a parlare dell'accaduto, beh...non mi stava aiutando per niente. E avevo provato ad ignorarli, ci avevo provato con tutta la mia buona volontà, ma non riuscivo a non sentire tutto.

Anche il solo masticare di un chewing gum, lo sentivo. Per non parlare delle dita tamburellate sul banco, che mi stavano facendo impazzire.

All'improvviso la ragazza seduta accanto a me si alzò di scatto dalla sedia, facendola stridere sul pavimento.

<<Ehi, hanno trovato qualcosa!>> esclamò lei, attirando l'attenzione di tutti i compagni, che si alzarono dalle loro sedie e si avvicinarono velocemente alle finestre, dal quale si poteva benissimo vedere la scena di un uomo in barella che veniva trascinato verso l'ambulanza da altri tre uomini. Il mio cuore perse un battito...potevo averlo ucciso, e non ero neanche in grado di ricordarmelo.

Fu quando l'uomo si svegliò di colpo, urlando e dimenandosi, che decisi di allontanarmi da quel gruppo di ragazzi. Come avevo ferito quell'uomo, avrei potuto ferire anche loro. Ma non mi allontanai solo di qualche passo, no...scappai da quella classe, con il cuore che mi faceva male per quanto forte stesse battendo.

Mi diressi direttamente verso l'uscita, con l'intenzione di andarmene dalla scuola e allontanarmici il più possibile, ma fui bloccata da un gruppo di ragazzi che in quel momento stavano entrando, e decisi quindi di tornare indietro e di chiudermi nella prima stanza vuota che trovai.

Era uno spogliatoio, maschile o femminile poco mi importava. Ero lontana dagli altri, e questo era l'importante.

Mi avvicinai quasi di corsa ad un lavandino, sopra la quale c'era uno specchio nel quale non persi tempo a guardarmici. I miei occhi, come immaginavo, erano cambiati, ed erano diventati di quel luminoso color ambra con la quale avrei dovuto imparare a conviverci. I miei denti erano diventati più appuntiti, e me n'ero accorta dal fatto che senza volerlo mi ero morsa la lingua, facendola sanguinare.

Dalla frustrazione di quel momento, tirai un pugno al lavandino, e vidi la ceramica creparsi sotto al mio colpo.

<<È la rabbia, ti sta rendendo più forte.>> conoscevo quella voce, avrei riconosciuto quel tono autoritario anche dopo secoli. La sua immagine riflessa allo specchio mi diede la conferma che avessi ragione.

HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora