Continuai a correre con le lacrime agli occhi, non sapendo nemmeno dove stessi andando. Ovunque, purché sia stato lontano da quella casa e da Derek.
Dopo sei anni di coma, neanche un singolo ciao o un che bello rivederti, Cassandra...assolutamente niente di niente. Neanche un abbraccio o una semplice carezza. Il Derek che conoscevo era completamente diverso da quello che avevo incontrato pochi istanti prima, sia fisicamente che caratterialmente.
Non era più il mio Derek.
Non era più mio fratello.
E con questi pensieri, nemmeno mi ero accorta di essere arrivata in strada e di aver attraversato senza neanche guardare. Quando sentii il suono di un clacson colpirmi i timpani, ritornai con la mente alla realtà. Una macchina della polizia mi stava quasi per investire, ma fui abbastanza rapida da accorgermene e lanciarmi sul bordo della strada.
L'auto accostò poco più avanti, e dal posto del guidatore ne uscì un poliziotto in divisa, fin troppo giovane. Mi corse incontro con in volto un'espressione di pura preoccupazione.
<<Mio dio, sta bene?>> mi domandò, porgendomi la mano per aiutarmi ad alzare. Annuii solamente, incantata ad ascoltare il battito accelerato del suo cuore. <<Mi dispiace molto, è colpa mia. Stavo guidando ad una velocità elevata rispetto al limite e neanche me ne sono accorto.>>
Mi ripresi solo quando mi accorsi che il battito del cuore stava pian piano tornando normale. <<No, è stata...è stata colpa mia, io...>>
Ero ancora troppo scossa per poter dare una giustificazione valida al poliziotto, e le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi non aiutavano.
Il ragazzo si accorse probabilmente dei miei occhi rossi, e capí di essere sull'orlo di una crisi di panico, infatti mi chiese nuovamente se stessi bene.
Annuii solamente anche stavolta, purtroppo la voce non se la sentiva di passare per la mia gola ed uscire dalla mia bocca.
<<Venga con me, la porto in centrale per farla calmare.>>
-
Ero rimasta seduta su una sedia con le lacrime agli occhi e lo sguardo perso nel vuoto, incapace di mettere in ordine i mille pensieri che urlavano nella mia mente.Ti sei trasformata, Cassandra.
La voce di Derek non la smetteva di tormentarmi con quella frase. Nemmeno una tazza di tè offerta dall'agente Parrish* - il poliziotto che mi aveva portata in centrale - era riuscita a calmarmi.
Ripresi coscienza di me stessa solo quando sentii la voce del poliziotto richiamare la mia attenzione.
<<Cassandra, stai meglio?>> mi domandò gentilmente. Non ero nemmeno capace di pensare ad una frase che avrebbe potuto avere un senso compiuto. Non me la sentivo proprio di interagire con persone che non avrebbero potuto capirmi neanche se ci avessero provato. Non mi avrebbero neanche creduta...come si fa a convincere qualcuno dell'esistenza di qualcosa che non dovrebbe esistere?
Semplice: non si può.
Nemmeno io ci avevo creduto, finché non avevo visto Derek trasformarsi davanti ai miei occhi per difendermi da alcuni cacciatori che credevano fossi un licantropo. Allora avevo neanche dieci anni.
<<Vieni allora, ti riaccompagno a casa.>> mi disse, poggiandomi la sua giacca sulle spalle.
Mi alzai dalla sedia su cui ero seduta e lo seguii fino al parcheggio di fronte alla centrale di polizia, quindi mi fece salire in macchina al posto del passeggero.
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HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf)
De TodoCassandra aveva appena dodici anni quando scoppiò l'incendio a casa Hale, la famiglia che aveva deciso di crescerla come una figlia. Era appena una ragazzina quando l'incendio la soffocò, fino a farla cadere in coma. Le bruciò la pelle, e insieme a...