<<Cosa diamine stai facendo?>> sbottai, facendo drizzare la schiena a Derek. Mi avvicinai a lui e lo spinsi per allontanarlo da Peter, e mi accucciai sulle ginocchia per sistemargli un ciuffo che gli era finito sugli occhi. Nessun segno di vita, mi chiesi come facesse a non battere ciglio neanche con qualcosa di fastidioso ad importunargli la vista.
Ma dovevo continuare a recitare la parte della nipote premurosa nei confronti dello zio malato, persino davanti agli occhi di Derek.
Serrai la mandibola e mi voltai verso quest'ultimo, in piedi dietro di me a fissare tutta la scena. Mi avvicinai a lui con passo minaccioso, e lo spinsi dal petto verso l'uscita. <<Mi spieghi cosa c'è che non va in te?>>
Feci per spintonarlo di nuovo, ma lui riuscì ad afferrare al volo i miei polsi e a farmeli cadere lungo i fianchi. <<C'è che probabilmente l'Alpha è uno di noi.>>
<<Uno di noi?>>
Intendeva...un Hale? Mi avevano detto che nessuno era sopravvissuto a quell'incendio, se non i presenti in questa stanza. Non era rimasto nessun altro se non noi tre...ed io neanche ero una Hale.
<<Tu sei pazzo.>> dissi in un sussurro. Si stava spingendo troppo oltre, lui era lì quando tutti gli altri erano morti. Come poteva pensare che qualcuno fosse sopravvissuto e non fosse tornato dalla sua famiglia?
<<Pensaci, Cassandra. Qualcuno della nostra famiglia potrebbe essere sopravvissuto all'incendio.>> continuò.
Scossi la testa. <<Sono morti, Derek.>> dissi. <<Non credi che sarebbero tornati da noi se qualcun altro fosse sopravvissuto?>>
<<È ciò che sto cercando di capire.>>
<<Urlando contro un uomo catatonico da sei anni, incapace persino di sbattere le palpebre?>> sbottai, alzando la voce. Mi voltai a guardare Peter, mentre Derek si zittí. E dopo un silenzio quasi interminabile, decisi di parlare. <<Vengo qui da quando mi sono svegliata, e non ha mai mosso un muscolo. L'unica cosa che riesce a fare, è respirare.>>
Mi rivolsi nuovamente verso il ragazzo, stavolta con sguardo più duro. <<Adesso vattene.>>
-
Era sera, e avevo deciso di andare a fare una passeggiata per la città. Da quando mi ero svegliata dal coma, non avevo avuto più tempo per visitarla di nuovo, scoprire se in sei anni era cambiata anche solo di poco.No, non era cambiata.
Era rimasta la stessa Beacon Hills che conoscevo a dodici anni. Anche le crepe sull'asfalto erano rimaste lì, nessuno le aveva mai toccate o anche solo pensato di riempirle.
Non c'era nessun pericolo...non contro di me, almeno. Ero tranquilla, pur sapendo di non essere del tutto innocente.
Era spaventoso.
Avevo ucciso degli uomini, e l'unica mia preoccupazione era quella di godermi la passeggiata sotto il cielo scuro. Se mi dispiaceva? Neanche un po'. Erano colpevoli quasi quanto me, l'unica differenza era che loro avevano appiccato l'incendio senza un apparente motivo.
Io mi ero vendicata.
Ero io il pericolo, e mi stava bene.
Ma non ero la cattiva.
Improvvisamente qualcosa iniziò a vibrare nella tasca dei miei jeans, così mi fermai per rispondere al telefono.
<<Pronto?>>
<<Cassandra, dovresti venire a scuola.>> era Stiles. Come sottofondo riuscii a sentire dei rumori meccanici, ma evitai di chiedergli cosa stesse combinando. Ero seriamente spaventata dalla risposta che mi avrebbe potuto dare...
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HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf)
De TodoCassandra aveva appena dodici anni quando scoppiò l'incendio a casa Hale, la famiglia che aveva deciso di crescerla come una figlia. Era appena una ragazzina quando l'incendio la soffocò, fino a farla cadere in coma. Le bruciò la pelle, e insieme a...