25. Hold On

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Mi morsi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, fino a sentire i miei canini trapassarlo da parte a parte, per evitare che le mie urla di dolore potessero essere sentite dai cacciatori. Con difficoltà avevo fatto crescere i miei artigli, e come aveva detto Derek di fare, avevo cercato di afferrare la pallottola che sembrava essere più in profondità di quello che pensavo.

<<Resisti, Cassandra.>> continuava a dirmi lui, ogni volta che mi facevo scappare un gemito o un mugolio. Non era facile, era come se il dolore non fosse solo al fianco, ma ovunque nel mio corpo. E ad ogni millimetro che le mie dita superavano nella mia carne, sempre più vicine alla pallottola, venivo prosciugata delle mie forze ed energie.

Tolsi la mano dal mio fianco, per avere quell'attimo di tregua a quella infinita tortura. Fu come se finalmente avessi capito come fare per tornare a respirare. <<Non ce la faccio.>>

<<Non ti devi arrendere.>> disse Derek. <<Tu ce la puoi fare.>>

<<No, fa troppo male.>> ribadii, con voce rotta dal pianto e dalla frustrazione di voler mollare tutto e lasciarmi morire. <<E la pallottola é troppo in profondità.>>

Appoggiai la testa alla parete, sentendola improvvisamente troppo pesante da sorreggere. I suoni attorno a me erano diventati ovattati, come se avessi immerso la testa sott'acqua oppure come se mi fossi coperta le orecchie con un cuscino. E soprattutto sembrava voler esplodere da un momento all'altro, c'era un fastidioso fischio che non mi lasciava stare.

<<Cassandra, guardami.>> mi ordinò Derek, con voce autoritaria. Così voltai di poco la testa, in modo da poterlo guardare negli occhi. <<Devi riprovare.>>

Scossi la testa. <<Non ce la faccio.>> ripetei.

<<Sì, invece.>> sospirò. <<Ascoltami, ho detto che ti avrei insegnato tutto, no? Devi fidarti di me, prometto che non ti succederà nulla. Fa male, lo so, ma arrendersi é peggio.>>

Grosse lacrime scesero sul mio viso, incontrollabili, sia per la vergogna di aver anche solo pensato di lasciarmi morire, e sia per la paura di riprendere quella tortura per cercare di sopravvivere.

<<Sei forte, Cassandra.>> continuò Derek, con voce meno severa. <<Sei anche più forte di quello che dovresti essere, non puoi permetterti di mollare tutto.>>

Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, e poi a fatica avvicinai la mano alla ferita. Anche solo sollevare il braccio mi stava costando molta energia, era come appesantito. Appoggiai le dita sulla ferita, sussultando. Tornai a mordermi il labbro quando affondai gli artigli nella carne, sentendo il mio corpo fremere dal dolore.

<<Resisti, Cassandra.>>

<<Non ce la - aah!>> strinsi i denti, talmente forte che le gengive e la mandibola iniziarono a farmi male. Spinsi più a fondo gli artigli, fino a quando non riuscii più a trattenere un urlo.

<<Continua, non mollare.>>

<<Basta...>> dissi, arrendendomi per l'ennesima volta. Feci cadere il braccio al mio fianco, e fissai la mia mano piena di sangue, non avendo neanche le forze per ritirare gli artigli. <<Mi dispiace.>> sussurrai.

Con la coda dell'occhio vidi Derek abbassare la testa, affranto. E per quel poco che riuscii a sentire, era devastato. Stanco, triste e persino arrabbiato. Ed era tutta colpa mia.

Non potevo morire.

Non potevo mollare così, scappare dai miei problemi.

Così riprovai. Ma stavolta non volevo mollare, piuttosto sarei morta dissanguata e tra le urla, ma con la consapevolezza di aver provato a salvarmi la vita.

HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora