10. No, You Idiot

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Gli presi il braccio destro e mi ci circondai il collo, così da sostenerlo in caso si fosse sentito male, e feci per portarlo via di lì. La mano di quell'altro ragazzo però, stretta al colletto della giacca di Derek, ci fece bloccare.

Quest'ultimo si staccò da me, e con prepotenza afferrò il ragazzo da dietro il collo e lo fece sbattere con la faccia contro gli armadietti.

<<Derek!>> lo ripresi, e al che lui si allontanò dal ragazzo e mi raggiunge.

Vidi l'altro massaggiarsi il collo, probabilmente la stretta di Derek era stata più forte di quanto sembrava. Mi avvicinai a lui in modo che potesse avere il mio viso quasi attaccato al suo. <<Vuoi un consiglio? Stai lontano da lui...e stai lontano da me.>> gli sussurrai a fior di labbra, così che potesse assimilare la minaccia.

Tornai da Derek, appoggiato alla parete con il volto sofferente rivolto verso l'alto. Quando fui sicura che in corridoio non ci fosse più nessuno, e che quindi tutti gli studenti fossero a lezione, lo trascinai all'interno degli spogliatoi femminili. Nessuno sarebbe entrato, nessuna classe avrebbe avuto educazione fisica le ultime due ore.

<<Torna a lezione, Cassandra.>> mi disse Derek, appena lo feci sedere su una delle panche.

<<E lasciarti da solo in questo stato?>> domandai retoricamente, dirigendomi verso uno dei lavandini. <<Non se ne parla, Derek.>>

Mi tolsi la felpa che avevo indosso, e anche la maglietta bianca che avevo sotto, rimanendo così solo in reggiseno. Bagnai la maglia con dell'acqua e mi avvicinai a Derek, che nel frattempo si era tolto la giacca in pelle e l'aveva buttata per terra.

Mi piegai sulle ginocchia, e gli afferrai il braccio sul quale la ferita aveva fatto colare un bel po' di sangue. Nel silenzio più totale iniziai a toglierglielo come meglio potevo, andando ogni tanto a risciacquare la maglia per pulirla dal sangue, e infine usai quello straccio bagnato - ormai non più utilizzabile come indumento - per fasciargli il braccio. Con la coda dell'occhio lo vidi stringere i denti dal dolore, ma non emise nessun mugolio o gemito. Era sempre stato così: si sarebbe morso la lingua fino a farla sanguinare, piuttosto che mostrare le sue debolezze.

Quando ebbi finito di medicarlo, mi alzai per andare a recuperare la felpa che avevo lasciato su un'altra panca, ma prima di mettermela fui interrotta dalla voce di Derek.

<<Mi dispiace...>> disse solo, ma non mi voltai verso di lui e né gli risposi. Mentre lo medicavo, avevo percepito il suo sguardo sulla mia figura dall'inizio alla fine. Non aveva fatto altro che squadrarmi in silenzio, aveva avuto tutto il tempo per analizzare a pieno le bruciature sul mio corpo.

<<Perché sei venuto qui? Potevi rimanere a casa.>>

<<Lì non ero al sicuro.>> appoggiò la testa agli armadietti dietro di lui. <<Se gli Argent mi avessero trovato, non sarei stato in grado di difendermi. Sono venuto a cercare Scott.>>

<<È a lezione...e dovrei esserci anch'io.>> dissi, rimettendomi la felpa e sistemandola dietro.

<<Vai allora.>>

<<Non posso lasciarti in queste condizioni.>>

<<Starò bene.>> disse, e incastrò i suoi occhi verdi nei miei. <<Stai tranquilla.>>

Annuii, anche se titubante. Mancavano solo due ore, ce l'avrebbe dovuta fare...anche se non l'avevo mai visto in condizioni così penose. Quella ferita era stata causata da un proiettile, ma era uno diverso, forse aconito...altrimenti sarebbe guarito in poco tempo.

HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora