PROLOGO

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Ciao guys :D
È da un sacco che volevo scrivere una storia basata su Teen Wolf (che è una delle mie serie preferite) e in questo periodo sto continuando ad avere idee su idee...ho scritto un bel po' di capitoli, quindi mi è sembrato carino aggiornarvi ;)
Se avete letto anche la mia storia basata su Prison Break, state tranquilli che non la sto abbandonando...sto cercando di continuarla, ma purtroppo sono bloccata. Quindi abbiate pazienza please, arriveranno anche quei capitoli, promesso.
Vi lascio alla mia nuova storia, con la speranza che vi piaccia ^3^
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Erano ormai tre giorni che all'orfanotrofio non le davano da mangiare. Dicevano che era per il suo bene, per punirla da ciò che aveva fatto. Ma cosa aveva fatto di così tanto grave? Rubare dalla dispensa della cucina era considerato un peccato? Questo Cassandra non lo capiva. Non capiva niente delle regole imposte, le trovava troppo rigide e senza senso.

Ma una cosa la capiva: aveva fatto bene a fuggire.

Era senza forze, si sentiva svenire...ma l'adrenalina la spingeva a continuare la sua corsa, fino a che non si ritrovò nel bosco, in mezzo agli alberi. In mezzo al nulla.

La sera prima aveva piovuto, per questo il terreno era tutto ricoperto di fango, in cui i piedi di Cassandra sprofondavano.

Si fermò di colpo, e si appoggiò ad un albero. Le energie la stavano tradendo, la stavano velocemente abbandonando. Ma lei doveva continuare a correre se non voleva tornare in quell'orfanotrofio, dove sicuramente l'avrebbero punita per essere scappata.

Ma appena dopo qualche metro, si dovette fermare di nuovo, e stavolta le energie la abbandonarono completamente.

Cassandra cadde al suolo, svenuta.

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Quando riprese conoscenza ci mise un po' a capire che non si trovava affatto in orfanotrofio, ma nell'abitazione di qualcuno.

Era su un divano, con addosso una coperta color panna. I vestiti che aveva addosso erano sporchi e incrostati di terra, così come la sua pelle.

<<Stai bene?>> chiese qualcuno, facendo sobbalzare Cassandra dallo spavento.

A parlare era stato un ragazzo dai capelli corvini, appoggiato allo stipite della porta. Quando fece per avvicinarsi, Cassandra trovò le forze di alzarsi a sedere, spaventata.

<<Tranquilla, non voglio farti del male.>>

Ma Cassandra non si fidava, ed indietreggiò maggiormente, fino a ritrovarsi rannicchiata all'angolo del divano, con gli occhi pieni di paura.

<<Non avere paura, voglio solo aiutarti.>>

La bambina rimase in silenzio, anche quando il ragazzo si avvicinò abbastanza da poterla guardare meglio in volto.

<<Come ti chiami?>>

<<Cassandra.>>

Lui le sorrise, come per volerla tranquillizzare. <<Bene, Cassandra. Hai il numero dei tuoi genitori? Così li chiamiamo e ti facciamo venire a prendere.>>

La bambina scosse la testa. <<Non ce li ho.>>

<<Zii? Nonni? Fratelli?>>

Ma lei continuava a scuotere la testa in segno di negazione, e il ragazzo stava lentamente sprofondando nel panico alla consapevolezza che quella bambina non aveva nessuno, era rimasta sola.

<<Sono scappata.>> furono le uniche parole che disse, prima di voltarsi e decidere di non sostenere più lo sguardo del più grande.

<<Sei scappata, dici?>>

Lei annuì solo. La situazione la metteva parecchio a disagio, neanche sapeva il perché stesse dicendo una cosa simile ad un perfetto sconosciuto. Uno sconosciuto che però in qualche modo le ispirava fiducia. Riusciva a fidarsi di lui, pur non avendolo mai visto in tutta la sua breve vita.

<<Perché?>> tentò lui, ma il suo panico crebbe quando sentí la bambina rilasciare un singhiozzo, segno che stava piangendo. <<Se non vuoi dirmelo, non importa.>>

E lei ne fu grata, non se la sentiva di raccontargli il male che le facevano lì all'orfanotrofio, dell'inferno che era stata costretta a passare da ormai tutta la vita.

Il ragazzo uscì dalla stanza senza dire niente, e ritornò poco dopo con un bicchiere d'acqua e un piatto, sulla quale c'era un semplice tramezzino alla marmellata.

<<Pensavo fossi affamata, così ti ho portato qualcosa. È il massimo che posso fare, spero che la marmellata di fragole ti piaccia.>> e posò il tutto sul tavolino davanti al divano.

La bambina guardò il ragazzo, che si era seduto al suo fianco e le sorrideva.

<<Non morde mica, puoi mangiarlo.>> scherzò lui, riferendosi al tramezzino.

Cassandra si lasciò scappare un sorriso divertito, quindi si allungò per prendere il sandwich, che iniziò subito a mangiare.

<<Mi chiamo Derek, a proposito.>> disse il ragazzo, che ancora non si era presentato.

<<Derek Hale.>>
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E niente, questo è solo il prologo. Ho fin troppe idee per la testa, che credo possano piacervi e non vedo l'ora di arrivare ai capitoli più importanti ;)

HAZARD - Pericolo costante (Teen Wolf) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora