Capitolo 11

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Le diedi un bacio sulla guancia e a malincuore dovetti andare via..
Però avevo un'idea...
Entrai in classe che la professoressa stava spiegando "Poesia" almeno c'era qualcosa su cui concentrarmi.

Giorgia pov's
Era andato via e già mi iniziava a mancare. Era segno che mi stava iniziando a piacere, ma c'era qualcosa che non mi convinceva
Ma non so..

Verso le 5 venne Liz che mi riportò in cella e una volta li, Naditza e Serena si precipitarono subito ad abbracciarmi
Era bello stare con loro, mi sentivo come in una piccola famiglia e volevo, forse, che Edoardo ne iniziasse a fare parte.
Arrivai sul letto e c'era una scatola con un grande fiocco

<Nad ma che è sta cosa?> Le chiesi
<Chill è nu regalo p te> mi disse sorridendo
<Ua, e chi me l'ha fatto?> Chiesi pensando fossero state loro due
<Il tuo poeta dagli occhi verdi> mi disse Serena guardandomi maliziosa
<Guarda che lo sappiamo che ti è venuto a imboccare lui> disse Naditza facendomi arrossire
Decisi di ignorarle e aprii la scatola
Dentro c'era un emoticon, più grande della mia faccia, che aveva la faccina del diavolo (😈)
E trovai un bigliettino

"Chist ppe ricordàrt ca' si nun mangi te faccio male. Te magn ij".
                                                       -Edo

Mi misi a sorridere. Certo che era veramente minaccioso. Però mi piacevano le attenzioni che mi dava.

Passò la serata e io mangiai tranquillamente, dopo quello che era successo avevo giurato a me stessa che non sarei mai stata più così male
Arrivò la mattina e io dormii tutta la notte con l'emoticon accanto abbracciandola.
Scesimo a mensa e feci colazione quando venni fermata da delle grosse mani che mi tapparono gli occhi

<Indovina chi sono> la sua voce. Era lui.
<Dai Edo, lo so che sei tu> dissi

Si mise a ridere e si sedette accanto a me

<Pccrè come stai?>
<Bene. Ma tu non potresti essere qui> gli dissi
<E c s ne fott> disse lui sempre in maniera strafottente
Lo ignorai e pensai all'emoticon e sorrisi

<Senti, ho aperto lo scatolo. È veramente carino, grazie>  gli sorrisi
<Non devi ringraziarmi. Basta che stai sempre bene e hai sempre quel sorriso>
Mi disse guardandomi
Stavo per parlare quando fummo interrotti da Lino. Doveva andarsene

<Ci vrmm arrop>
Mi disse dandomi un bacio in guancia
<Ciao> gli sussurrai.

Avevamo un'ora d'aria prima di entrare al laboratorio
Così giocammo a pallavolo.
Entrammo nel laboratorio e già lui era messo a stendere la pittura sulle mattonelle
Mi misi lì al mio posto e passò una bella mezz'ora quando lui si avvicinò
e si mise a modellare l'argilla accanto a me
Per parlargli gli dissi
<Mica è pasta per la pizza>  prendendolo in giro per il suo modo bizzarro di modellare l'argilla
<Mi prendi in giro?> Disse lui divertito.
<Beh sì> gli dissi.
Si avvicinò.
<Ho qualcosa per te> disse indicandosi la gamba
<Ma pensi sempre a quello?> Gli dissi pensando male.
<Ma che hai capito? Ho un foglietto in tasca e non posso prenderlo perché ho le mani sporche>
<Ah> gli dissi sorridendo per l'imbarazzo
Gli presi il foglietto dalla tasca e c'era una Poesia.

                      Ò cor mij

Vogliò chiagnr na' lacrìm annasconut all' uocchi ro' munno indifferentè, ca' guarda e si ne va.
Nòn vogliò parlà e' niente pecché ogni parolà è sul nu' rummore ppe chi nun vuolè capirè. E o' mie core sospirà. me dicè "nòn da' rettà, parlà cu me Sultant"
E io o' sto a sentì

Wow.. ero senza parole
<È bellissima. L'hai scritta tu?>
<Si. Però non farla vedere agli altri perc> non lo feci finire di parlare
<Ma che fai? Ti vergogni del tuo cuore? Guarda che un'artista senza questo non è niente>
<Allora t'è piaciut?>
<Si>
<L'ho scritta pensando a te> mi disse
Io arrossii..
E sorrisi
Lui si avvicinò e...


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