Capitolo 25

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Dovevo allontanarmi. Cosa ci facevo qui?
Basta. Decisi di alzarmi e andare da qualche parte, Lontano da loro.
Decisi di andare in cucina da Maria. Sicuramente mi avrebbe fatto cucinare qualcosa almeno per distrarmi.
Mi aveva dato da fare dei muffin per tutti
Sentii dei passi
Chi poteva essere?

<Hey> mi disse Edoardo entrando in cucina
Lo guardai man mano che si avvicinava. Era come se stesse sfilando per venire verso di me.
<Che ci fai qui?> Gli dissi guardandolo, mentre si stava sedendo sopra il piano di lavoro, più precisamente alla mia sinistra
<Fai i muffin?> Mi disse ignorando la mia domanda
<Si, li ho appena usciti dal forno> gli dissi indicando la teglia che era alla mia destra
Lui allungò la mano versa la teglia e lo ritrovai a  pochi centimetri dal mio viso. Deglutii. Non poteva fare così. Mi faceva mancare l'aria .
Prese il muffin e si rimise al suo posto
<Sono veramente buoni pccrè> mi disse deglutendone un pezzo
Gli sorrisi per cortesia e girai lo sguardo.
Mi sentii presa il viso e mi girò verso di lui
<Tu li hai mangiati?> mi chiese
<No> gli dissi cercando di mantenere la calma
Lui prese il muffin e me lo avvicinò alla bocca
Diedi un morso
Erano veramente buoni. Sorrisi per il sapore dei muffin e lui mi guardava come la persona più innamorata del mondo. Mi guardava come non mi aveva mai guardato nessuno. Mi guardava come se fossi la sola cosa più importante della sua vita, come se per me sarebbe andato anche sopra il mondo.
Lui sorrise
<Sei un po' sporca> mi disse indicando l'angolo della bocca
Cercai di pulirmi con la lingua
Lui sorrise e mi mise una mano sulla faccia cercando di pulirmi con le dita.
Io mi irrigidì subito, lui lo capì e tolse la mano dalla mia faccia mentre guardava per terra. Era una situazione imbarazzante, era calato il silenzio e a poco sentivo il suo cuore battere
<Senti, ti va un caffè?> Mi chiese
<Si dai> ma perché non riuscivo a collegare il cervello alla bocca quando parlavo con lui? Perché doveva essere così difficile? Perché se pensavo "no" dalla bocca mi usciva "si"?
Lui scese dal piano di lavoro e preparò il caffè alla macchinetta. Tornò verso di me e mi diede il caffè. In quel momento le nostre mani si toccarono e lui mi guardò dritto negli occhi
<Possiamo parlare?> Mi chiese
<Si> gli dissi. Avevo bisogno di sapere.
Ci sedemmo nel tavolino con i nostri caffè tra le mani
<Non so da dove iniziare> mi disse
<Parti dal principio> lo incoraggiai
<Ti ho detto molte cose in questi giorni ma forse l'unica cosa che non ti ho detto è che mi dispiace. Sono stato un coglione. Io avevo intenzione di dirtelo ma ogni volta che tu mi sorridi, che tu mi guardi io perdo la concentrazione, non riesco a fare nulla e mi perdo.  Quindi mi dispiace di averti nascosto che aspetto un figlio.> Mi disse tutto d'un fiato, come se non aspettasse altro che scusarsi.
Presi coraggio e iniziai a parlare io
<Edo. Tu mi hai nascosto di avere un'altra persona che ti aspetta a casa. Tu fuori di qui avrai una famiglia. Non ci sarà mai spazio per me nella tua vita.>
<Ti prego stamm a sentì. Io non voglio la donna che ho fuori. Io voglio te. Voglio stare con te.>
<Non fare il vigliacco. Non abbandonare la madre di tuo figlio per me. Quella ragazza non se lo merita>
<Quella ragazza sta con me solo per mio figlio.>
<Edoardo non ho intenzione di mettermi in mezzo a questa storia. Non mi metterei mai in mezzo tra te e la tua attuale fidanzata. >
<Metterò la parola fine con lei>
<Edoardo ma che dici? Ha tuo figlio in grembo, ti rendi conto?>
<Lei non mi ama. È stato un errore ma abbiamo deciso di non fare morire quel bambino>
<Edoardo te l'ho già detto. Io non voglio mettermi in mezzo a questa storia>
<Va bene. Accetto questo. Ma ti prego restiamo amici. Non ce la faccio a starti lontano. >
<Okay> gli dissi. Infondo era amicizia. Andava anche bene.
Lui mi sorrise, forse perché non se l'aspettava.
Bevemmo il nostro caffè ed eravamo già più rilassati entrambi.
Venimmo interrotti dal comandante che cercava Edoardo.
<Strunz, sì Cà> gli disse il comandante
<Eh comandà avevo una cosa da risolvere> gli disse Edoardo
<Cammina scemo. E lascia stà, sta creatur> disse il comandante riferendosi a me
<Ciao pccrè> disse Edoardo baciandomi in guancia e prendendomi alla sprovvista.
Per questo ricevette uno schiaffo in testa e io scoppiai a ridere come una matta

Amici... Speriamo che vada bene..

Ciao ragaaaa. Vi sta piacendo? Fatemi sapere nei commenti ♥

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