Capitolo 35

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<Ciao nennè> mi disse con un sorrisino in faccia
Gli diedi uno schiaffo con una precisione di Picasso e gli lasciai la stampa in piena faccia.
Sputai a terra e me ne andai.
Tornai in cella. Dovevo smaltire i pensieri.
Forse Edoardo aveva ucciso Nina... Credeva che io avessi baciato un altro..
Era tutto così complicato.
Naditza arrivò in cella.
<Amo ma che è success? > Venne da me preoccupata
<Nadì mi sta scoppiando la testa. Non posso avere niente di normale. Perché? Qual'e il problema? Che ho fatto di male?> Mi sfogai piangendo buttai fuori tutto. Lei cercava di farmi forza, mi abbracciava
<Noi siamo nati difettati amò> fu l'unica cosa che riuscì a dirmi e aveva pienamente ragione.
Anche il pomeriggio passò ed eravamo arrivati a ora di cena.
Nunzia ci venne a chiamare e andammo in sala comune.
Appena entrai, cadde il gelo. Non si sa come e né perché, ma tutti si girarono a guardarmi.
Feci finta di nulla, presi del cibo e mi misi seduta.
Edoardo era in fondo alla sala che mi osservava e quando i nostri sguardi si incrociarono, cercò di chiedermi scusa abbassando lo sguardo.
Rosa si sedde nel tavolo
<Ti devo parlare> mi disse con aria di superiorità
<Cosa vuoi?> Le dissi
<Hai dato uno schiaffo a Mimmo e non ti devi più permettere> mi disse lei con fare da boss
<Rosa, ho dato uno schiaffo a Mimmo e se voglio gliene vado a dare un altro davanti i tuoi occhi. Io non tengo paura di te, né tantomeno del cognome che porti. Nessuno deve mettersi tra me ed Edoardo. Fine del discorso.> Mi alzai dal tavolo e andai via
Stavo per salire le scale quando un braccio mi fermò..
Mi voltai. Era lui.
<Che vuoi?>
<Scusa. Sono una testa di cazzo> infondo mi piaceva vederlo così pentito degli sbagli che faceva
<Non devi permettere a nessuno di mettersi tra di noi e devi avere fiducia in me > Gli dissi
<Noi? Quindi abbiamo fatto pace?> Mi disse con un sorriso
< Edoà sono seria>
<Lo so pccrè>
Mi abbracciò
<Ma dimmi una cosa.. che ti ha detto Rosa?>
<Di non toccare Mimmo e cose del genere>
<Hai paura?> Mi chiese parecchio preoccupato
<E di cosa dovrei avere paura? Del cognome che porta? Quella secondo me è tutto fumo e niente arrosto> gli dissi
<Non è proprio così. È vendicativa nelle cose. Stai attenta >
<Vuoi accompagnarmi fino alla cella così vedi che non può succedermi niente?>  Gli chiesi
<Se proprio insisti> mi disse lui sorridendo.
Salimmo le scale e lui era dietro di me che mi palpava il culo.
Arrivammo davanti la mia cella
<Io sarei arrivata e come vedi, non mi è successo niente> gli dissi
<Vabbè potrei dormire con te almeno ne sarei sicuro >
Scoppiai a ridere.
< E se ti dicessi che ho detto tutto al comandante e alla direttrice e per proteggerti mi hanno detto che posso restare qua? > Mi disse con un sorriso in volto
<Vabbuò ja sei serio?> Gli dissi emozionata
<Si. Loro saranno nei paraggi per controllare che la situazione non sfugga di mano>
Lo abbracciai ma fummo interrotti da uno schiarimento di voce. Era la direttrice insieme al comandante che si stavano assicurando se stessi bene e ci raccomandarono di stare attenti.
Dopodiché io mi andai a cambiare e mi misi dei pantaloncini
Feci per mettermi nel letto e lui mi guardò sconvolto
<Pccrè ma dormirai così?>
<Si perché?>
<Maronn mij>
Si distese a letto e io accanto a lui.
Eravamo faccia a faccia e lui mi guardava sorridendo. C'era una cosa che però mi frullava in testa e lui capì che qualcosa non andava dal mio cambio d'espressione
< C re?>
<Devo chiederti una cosa> gli dissi
<Dimmi> mi disse
<Chi ha ucciso Nina?>
<Pccrè non lo so. Stiamo cercando di capire chi ha potuto fare una cosa del genere> era sincero.
Parlammo un po' e poi crollai tra le sue braccia
La mattina dopo...

Raga scusate l'assenza ho avuto vari problemi. Cosa succederà nel prossimo capitolo...
Spero vi piaccia❤️

Ci Sta Il Mare Fuori. (Mare Fuori.)🌊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora