Capitolo 2

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<Cirù ma chist è oper toj?>
Mi voltai..
Erano gli occhi verdi più belli che avessi mai visto. Mi incantai a guardarlo per diversi secondi e stessa cosa fece lui.

<Eduà ma c cos?> Disse un ragazzo  più alto arrivando e interrompendo quel momento. Moro, con un sopracciglio tagliato, credo di aver capito che si chiamasse Ciro
<si nun si statò tu, allorà chi è lei?>
<E io c n sacc> disse Ciro molto interrogativo.
<Pccrè aie intenziòn e' parlarmi?>
<Si scusate, sono Giorgia, sono stata punita e ho l'obbligo di rifare i letti nei dormitori per due settimane> dissi, un po' infastidita dal nomignolo che mi aveva dato
<Ma si nova in chistu postò?> ribatté il ragazzo dagli occhi verdi.
<Si, sto qua da 3 giorni>
<Azz, si ca' ra 3 iuorni e già aie na' punizionè. ca' carattèr ca' avraì> disse il Moro.
<Ma voi chi siete ?>
<Pccrè chesta è a' nostrà cella. Comunque piacere Edoardo. Lui è Ciro>
Disse avvicinandosi a me porgendomi la sua mano.
Gli diedi la mia e lui ci posò un bacio Sopra. Ed eravamo rimasti così.
Fummo interrotti da Ciro
<Ata passàr na' iurnata a guardarvi? C' facciò me ne esco?>
<Ma quann maje Cirò> disse con fare strafottente.
<Vabbuò senti Giorgia,ti è rimasto molto da fare?> Mi disse Ciro
<Eh stavo appena iniziando>
<Senti se vuoi lascialo stare il mio letto, ci penserai domani. Se sei stanca lascia perdere>
Mi disse Edoardo sorridendo. E in quel momento gli sorrisi pure io
E in risposta,Ciro gli disse <è la sua punizione Edoà, lo deve fare.>
<Cirù nun fa' o' strunz>
<Vabbuò se vuoi quello suo lascialo stare ma il mio lo voglio fatto.>
<Te l'hanno mai detto che sei uno stronzo?> Mi uscii spontaneo.
<Forsè nun ci simme capitì. Fatti e' cazzì tuoi e rifàmm o' lettò> disse tutto incazzato. Respirò e continuò <E ora me ne vado in cortile. Eduà tu ca' bbuo' fare?>
<Tra poco scendo. Ci verimm giù>

Ciro se ne andò e restammo solo io ed Edoardo nella stanza. C'era davvero molto silenzio e sentivo il suo respiro. Okay che imbarazzo.

<Pccrè, vuoi una mano a rifare il letto di Ciro?>
<No dai, lascia stare.>
<Pccrè te pòzzo aiutàr in cacc altrò modò?>
<Si. Smetti di chiamarmi pccrè>
<C re? Ti dà fastidio?>
<Si>

Si avvicinò. Eravamo faccia a faccia e vicini e la cosa mi dava fastidio perché stava invadendo il mio spazio vitale.

<Che bell'odor c tien pccrè>

Mi agitai. Mi innervosiva averlo così vicino da sentire addirittura il mio profumo.

<Tien paurà e' me?> Disse quasi prendendosi gioco di me. Mi stava girando intorno e mi dava fastidio.
<Dovrei averne?>
<Solo se pensi che io sia pericoloso. Lo pensi?>
<Beh stai qua. In qualche modo sei pericoloso per forza. >
<E tu hai paura a tenermi accanto?>
< No>
<si coraggiòs pccrè.>
<Secondo me tu sei qua per una colpa minore di quella mia. >
<E che colpa hai?A' colpà e' esserè a' cchiu' bella c io agg mai vist? >

Arrossii e la cosa si notò dati che lui fece un sorriso divertito. Ma non volevo dargliela vinta.

<E da quando siamo diventati così amici da io poterti raccontare perché sto qua dentro>risposi.
<te piacè fa' a' stronza?>
<Mi diverte assai. Mò lievete e' nnanze ca' aggia faticà> 
< E pcchè non ti Liev tu, rifai il letto a Ciro e te ne vai da qua?>

Mi spostai. Rifeci il letto di sopra con lui che mi guardava con attenzione, appoggiato alla finestra
Stavo per andarmene quando sentii per l'ennesima volta..

<Pccrè>
<Che vuoi?>
<Domani vieni dinuovo?>
<Non mi hai sentito mentre parlavo con l'amico tuo? Per due settimane dovrò fare questo>

<Allorà ci verimm rimman > mi schiacciò l'occhiolino. E sorrise.
<Speriamo di no.>  Dissi. Andandomene via.

Avevo finito tutti i letti e se non fosse stato per  quei due avrei finito pure prima.
Mi stesi a letto. E nella testa risuonava "pccrè". Ho sempre odiato quel soprannome. Ma poi chi si credeva di essere per potermi chiamare così? Abbiamo mai scambiato qualche parola oltre oggi? Non penso.
Ma poi perché mi ha schiacciato l'occhiolino.
Spero solo di non rivederlo ogni volta che devo rifargli la cella.
Arrivarono Naditza e Serena a cui ho parlato dell'incontro con Ciro ed Edoardo e Naditza mi disse:
< Giò, Mi sa che hai fatto colpo. Guarda che ti ha mandato a dire il poeta dagli occhi verdi>
Estrasse un biglietto dalla tasca..

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